martedì 3 giugno 2014

Perché Renzi non riesce più a scoreggiare


Ci sono due notiziole per Renzi, ma non credo che lo scuoteranno più di tanto. La prima notizia “arriva dall’Europa” (deve trattarsi di un continente altro rispetto all’Italia) e dice che c’è bisogno di altri tagli e aumenti di tasse. La seconda arriva dall’Istat e l’abbiamo letta tutti a riguardo della disoccupazione. È poi in arrivo la Tasi, forse un nuovo aumento dell’iva per l’autunno, la tanto annunciata riforma del catasto che non sarà indolore per nessuno, eccetera. Soprattutto s’è capito che per il prossimo anno di 80 euro il mese di taglio Irpef non se ne parla, altro che estenderli ai pensionati. Quando la gente vedrà la busta paga alleggerirsi di 80 euro non credo che la prenderà bene. Oh, proprio no.

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Ad ogni buon conto Renzi fa bene a godersi questo prolungamento della luna di miele. Sentite cosa scrive Ernesto Galli sul Corriere di oggi:

In realtà è abbastanza ovvio pensare che nel successo ora detto l’appartenenza cattolica di Renzi abbia contato non poco. Specie nel farlo percepire da quella parte dell’opinione pubblica tradizionalmente lontana dalla sinistra in una luce rassicurante, come una personalità capace di apertura alle ragioni altrui, poco propensa al pregiudizio ideologico, incline alla moderazione.

Eh sì, perché chi non va in chiesa è necessariamente un dogmatico, pensate a un ideologo come Bersani, un bestemmiatore stalinista sfegatato, uno che ha perfino scritto una tesi di laurea sulla storia del cristianesimo al solo scopo di metterlo in cattiva luce.

Rendendosi conto di averla sparata troppo grossa, rettifica subito l’Ernesto:

Caratteristiche che naturalmente anche chi non è cattolico può benissimo possedere (e possiede), ma che nella storia del cattolicesimo politico sembrano trovare un fondamento e una compiutezza in certo senso più naturali e più convincenti.

La pezza peggio del buco. Perché non ammettere invece che proprio quel moderatismo – ateo nel placido senso pratico e vero asse politico del paese – è intriso di preclusioni ideologiche e che ha in odio, da sempre, qualsiasi cosa di vagamente progressista, dalla Costituzione in giù? E che ha votato per Renzi proprio perché rappresenta, sul momento della più grave crisi che attraversa la destra, l’elemento più falso e perciò più adatto del trasformismo, l’elemento che meglio di tutti può dare continuità al disegno conservatore e post berlusconiano, mettendo in un angolo la vecchia e screditata nomenclatura?

Ma dietro quelle caratteristiche c’è poi una cosa come la fede. C’è il cattolicesimo. Nel nostro caso un particolare tipo di cattolicesimo. Non quello che improntava di sé tanta parte della vecchia Democrazia cristiana con le sue radici nel primo Novecento. […] un cattolicesimo diverso di un’ Italia diversa: di quell’Italia media che dal Po arriva agli Appennini, che dalle aule dell’Università Cattolica giunge, passando per i portici di Bologna, fino alla pieve di Barbiana. È il cattolicesimo dei Dossetti, dei La Pira, dei don Milani.

Capito perché da dopo le elezioni don Matteo non riesce più a scoreggiare?


1 commento:

  1. Io non farei tutta quest'ironia...
    il poverino rischia di esplodere in una nuvola di mXXXa...
    :D

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