venerdì 5 marzo 2010

«Sistematica e calcolata perversione di potere e fiducia»






Dopo i gli innumerevoli casi statunitensi, austriaci e irlandesi [*] di abusi sessuali perpetrati da preti e religiosi cattolici di ogni ordine e rango, molti altri casi sono segnalati nei collegi cattolici tedeschi di Berlino, Bonn e Monaco, nonché a Ratisbona, nel celebre coro di voci bianche, anche nel lungo periodo in cui padre Georg Ratzinger, fratello di papa Benedetto XVI, ne era il direttore.

"La Santa Sede sta prendendo molto sul serio tutta la vicenda dello scandalo di pedofilia in Germania": è quanto ha detto il vicedirettore della Sala Stampa Vaticana, padre Ciro Benedettini. E vorrei ben vedere che dichiarassero di non prenderlo seriamente!

C’è da chiedersi: se una simile situazione, un tale stillicidio di abusi sessuali di ogni genere ed entità, implicasse, invece che i preti cattolici, i Testimoni di Geova o gli adepti di Scientology, quale atteggiamento assumerebbero le istituzioni statali, gli organi di informazione, la stessa chiesa cattolica nei loro riguardi?

I tempi nei quali i presbiteri erano celebri soprattutto per essere degli indomiti puttanieri, è definitivamente tramontato.

[*] Dopo il Rapporto Ryan del 20 maggio scorso, risultato del lavoro di 9 anni della Commissione d'inchiesta sulle violenze sui bambini e dell'audizione di più di 1000 testimoni, che ha fatto luce sulle violenze psichiche e fisiche inflitte ai minori che frequentavano le scuole rette da religiosi in tutta l’Irlanda, il 26 novembre è stato pubblicato il Rapporto Murphy, frutto di un’analoga indagine che aveva come oggetto la diocesi di Dublino. Come ci si aspettava, dalle 720 pagine del Rapporto è emersa una «sistematica e calcolata perversione di potere e fiducia» nei confronti dei bambini affidati alle cure di istituti scolastici e collegi della diocesi. Non solo. Almeno dieci vescovi sono stati ritenuti colpevoli di aver saputo ma di non aver preso provvedimenti.


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