venerdì 12 marzo 2010

"per chi vuole trovare la strada"






PADOVA (10 marzo) - Il silenzio è d’oro. Specie se deve essere compagno della preghiera e della meditazione. C’è però chi continua a guastare quello, letteralmente sacrosanto, della comunità delle suore benedettine che vivono in clausura nel monastero di San Daniele. E i rumori, nella circostanza, non potrebbero essere più “mondani”, trattandosi di quelli prodotti da coppie, clandestine e diversamente assortite, che cercano riservatezza lungo le pendici del colle e addirittura sul piazzale del centro religioso. Porte che sbattono, gente che si richiama a voce alta in un continuo via vai di auto, accompagnano da diversi mesi le veglie della comunità benedettina. Che non ha mancato di manifestare fastidio e disappunto, passando anche alla controffensiva.

Alcune settimane fa infatti, la badessa aveva addirittura consegnato al comando della polizia locale le targhe di alcune auto viste scorrazzare su e giù dal sentiero. Le circa 20 suore di casa al San Daniele non sono state tuttavia le sole a lamentarsi. «Ho io stesso visto – ha rivelato l’esponente Pd Giovanni Ponchio – gente alla ricerca del partner occasionale. Un invito lo fornisce anche il sentiero che conduce al monastero, privo di segnaletica e fatto apposta per chi si vuole nascondere piuttosto per chi vuole trovare la strada».

Il degrado del colle l’aveva evidenziato anche Aldo Francisci, della civica “Con la gente per la gente”, pubblicando nel periodico del movimento una lettera indignata di una famiglia imbattutasi in quel via vai.

I controlli non sono mancati. Gli stessi pattugliamenti notturni, assicurati specie nel fine settimana dalla polizia locale, avevano quanto meno messo il fiato sul collo ai frequentatori notturni del sentiero. Ma liberi ora di poter agire indisturbati, complice l’assenza di fondi per gli straordinari e il mancato stanziamento di risorse aggiuntive, i blitz dei vigili sono infatti venuti meno dall’inizio dell’anno. E le mille incombenze dei carabinieri non indicano fra le priorità il recupero della dimensione contemplativa di San Daniele. Destinato forse a diventare, oltre che il colle “sempre caro” al raccoglimento, anche quello, altrettanto familiare agli incontri clandestini.
di Lucio Piva, Il Gazzettino


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