giovedì 25 marzo 2010

Fuorilegge



The internal correspondence from bishops in Wisconsin directly to Cardinal Joseph Ratzinger, the future pope, shows that while church officials tussled over whether the priest should be dismissed, their highest priority was protecting the church from scandal.
The documents emerge as Pope Benedict is facing other accusations that he and direct subordinates often did not alert civilian authorities or discipline priests involved in sexual abuse when he served as an archbishop in Germany and as the Vatican's chief doctrinal enforcer. 

The Wisconsin case involved an American priest, the Rev. Lawrence C. Murphy, who worked at a renowned school for deaf children from 1950 to 1974. But it is only one of thousands of cases forwarded over decades by bishops to the Vatican office called the Congregation for the Doctrine of the Faith, led from 1981 to 2005 by Cardinal Ratzinger. It is still the office that decides whether accused priests should be given full canonical trials and defrocked. 

TYTimes [qui]

Le norme della Chiesa non hanno «mai proibito la denuncia degli abusi sui minori alle autorità giudiziarie». È quanto afferma padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, in una nota sul caso di padre Lawrence Murphy, il sacerdote dell'arcidiocesi di Milwaukee i cui abusi sessuali su bambini, secondo il New York Times, sarebbero stati taciuti dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, diretta dall'allora cardinale Joseph Ratzinger (Il Sole24ore).

«Le cause di questo genere sono soggette al segreto pontificio». Questo è scritto in riferimento agli abusi sessuali sui minori nella direttiva inviata, il 18 maggio 2001, dalla Congregazione per la dottrina della fede ai vescovi di tutta la Chiesa cattolica e agli altri ordinari e prelati interessati, circa i Delitti più gravi riservati alla medesima Congregazione per la dottrina della fede.

E comunque, in nessun caso, si è mai registrata  la denuncia all'autorità giudiziaria dei preti pederasti da parte delle gerarchie cattoliche. In una società laica dove lo stato di diritto non fosse mera finzione, questo tipo di organizzazioni andrebbero chiuse d'autorità e i loro capi perseguiti.

2 commenti:

  1. Innanzitutto il segreto pontificio non vieta alle vittime di rivolgersi alla giustizia civile. Inoltre, le parti sono tenute al segreto non solo per salvaguardare il buon nome dell'imputato, che fino a prova contraria è innocente, ma proprio per permettere una più libera espressione delle vittime durante il processo canonico, assicurando che qualsiasi cosa dicano non verrà rivelata all'esterno.

    Che le gerarchie non abbiano mai denunciato all'autorità giudiziaria è falso. Io vivo in Irlanda e proprio a seguito degli scandali del passato la Chiesa Cattolica dal 2005 ha adottato delle direttive ben precise che obbligano a denunciare tutti i casi di abuso.
    Vedi: http://www.catholicbishops.ie/publications/62-safeguarding/960-our-children-our-churchourchildrenourchurch.pdf

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  2. Caro signor Bottone,
    le sue precisazioni avrebbero miglior causa se fossero suffragate dai fatti. Adottare delle direttive “ ben precise che obbligano a denunciare tutti i casi di abuso” non è la stessa cosa che promuovere una denuncia. A me non risulta che vi sia stata, in riferimento agli avvenimenti emersi, alcuna denuncia penale da parte delle gerarchie ecclesiastiche all’autorità statuale competente. Se lei, di contro, potrà dimostrarmi il contrario sarò ben lieto di prenderne atto, auspicando che tale atteggiamento divenga finalmente norma generale.
    Sulla questione della riservatezza, non vi sono dubbi che le forme di legge vigenti nella giurisdizione ordinaria, come nel recente caso degli abusi negli asili della provincia di Ferrara dimostra, sanno garantire l’anonimato delle vittime e, se del caso, anche quello dell’imputato.
    E del resto, cosa che evidentemente lei non condivide, i reati penali di questo tipo debbono essere COMUNQUE denunciati alle autorità civili. Ma c’è un altro aspetto che lei non considera oltre a quello dell’omissione, e cioè quello della reticenza e della più spudorata falsificazione dei fatti.

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