Il capo dello Stato ha dato il suo via libera al decreto una volta verificato che il testo - spiega il Quirinale - corrisponde alle caratteristiche di un provvedimento interpretativo della normativa vigente.
Non c’era nessun bisogno, fino ad oggi, di interpretare una norma la cui lettura è stata per decenni assolutamente univoca, certa, la quale stabilisce che le liste elettorali debbono essere presentate entro una determinata data e orario. Perciò si rende legale, retroattivamente, ciò che non lo era. In questo modo il Tar non potrà che riammettere la lista. A quel punto il TG1 dirà, leccando una volta di più il bastone, che il Tar ha dato ragione al Pdl. È l’applicazione del noto sintagma: «Io sono Io e voi non siete un cazzo».
E, del resto, dove non arriva il consenso basta il sopruso. Ciò che viene perseguito è l’esecuzione seriale, acritica, obbediente, disciplinata, costantemente irradiata ed istruita per reagire al divenire degli eventi secondo schemi previsti e prevedibili.
Nessun commento:
Posta un commento