... una dama stringe al petto una croce, ma è la croce egizia, cioè il segno ankh dell'epoca faraonica e simbolo della vita e della risurrezione ... (Corso di cultura sull'arte ravennate e bizantina, Istituto di antichità ravennati e bizantine, 1981, vol. 28, pagina 120).
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Il segno della croce nell’antico Egitto. In Egitto, sui muri dei templi, nelle iscrizioni geroglifiche, sulle steli, nelle mani del dio, del re e del sacerdote ritroviamo, incontriamo il segno detto ankh in egiziano e onech in copto. Questo segno è formato da un ricciolo allungato verso il basso, da cui scende poi il segno tau, segno che ritroviamo nell’alfabeto greco. Nella scrittura egiziana il geroglifico ankh vuol dire vita. Ankh, onech hanno lo stesso significato: la vita. Gli egittologi tuttavia sono stati in grado di dimostrare che il significato del segno va oltre il semplice senso generale di “vita” per puntare sulla vita come realtà fondamentale dell’esistenza, opposta alla morte. Si tratta tanto della vita terrena quanto della sopravvivenza dopo la morte (Julien Ries, Opera Omnia, Le costanti del sacro, Jaca Book, vol. IV/1,p. 177).
Julien Ries è un prete cattolico, storico ed esperto di antropologia del sacro.
Julien Ries è un prete cattolico, storico ed esperto di antropologia del sacro.
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Nell’opera fondamentale di Pasquale Testini, Archeologia cristiana, Terzo libro, Epigrafia, cap. II, Elementi tecnici, si legge: «Va però notato [che tutti i monogrammi] sin qui esaminati e perfino lo stesso segno di croce nella forma matura del sec. IV, formata da due semplici bracci trasversali incrociati, hanno numerosi precedenti grafici similari in vari segni egizi, semitici, ebraici e in genere delle civiltà precristiane del medio Oriente. Il cristianesimo, come fu suo costume, conferì loro un contenuto nuovo [...] I pochi monumenti superstiti, anteriori a Costantino, sono talvolta contraddittori e comunque non rivelano elementi sufficientemente sicuri, né consentono, almeno per ora, affermazioni cronologiche precise» (p. 361). Pertanto al simbolo della croce fu dato un contenuto nuovo, ma solo a partire dal IV secolo. Prima di allora l’archeologia non offre nulla di significativo. Per Robin Lane Fox non esiste nell’entourage cristiana un segno del Chi-Rho (XP) che possa essere fatto risalire ad un’epoca precedente a quella costantiniana.
Per una disanima un poco più ampia, vedi qui alla nota n. 3.
[La foto ritrae un altare in una chiesa nel centro di Roma: Trinità dei Monti]
[La foto ritrae un altare in una chiesa nel centro di Roma: Trinità dei Monti]
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