domenica 7 marzo 2010

Galoppini





"Avrei voluto tanto crederci, ma non ci riuscivo. Sentivo che si trattava di una pia illusione. E così capii che dovevo documentarmi. Lessi il manifesto del partito comunista". Così Luciana Baldrighi domanda: "la convinse?". Feltri: "Per nulla. Anzi, cominciai a vacillare sempre di più. Così mi avventurai nella lettura del Capitale, migliaia di pagine astruse che mi fecero perdere il lume dela ragione e gli ultimi residui di fede comunista. Così, anzichè al Pci, mi iscrissi al Psi. Era il 1962.
Succede quando il comunismo diventa un surplus di falsa coscienza. Del resto, Il Capitale, testo di una chiarezza esemplare (contrariamente a quanto sostiene la vulgata), è un lavoro scientifico che richiede un minimo d’interesse per le cose non banali e il vero gusto per la conoscenza. Infatti, leggere buoni libri, a partire dai quali è sempre possibile trovarne da sé degli altri, è un piacere inadatto ai galoppini cui si è fatto credere di far parte di un’élite.

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