martedì 11 gennaio 2022

Il più grande giacimento di gas del mondo


«La tempesta perfetta si è abbattuta sul mercato dell’energia. Ed è così perfetta che è diventata un terreno neutro in cui, per una volta, Stati Uniti e Russia non si fanno la guerra. Ma sono accumunati da un comune interesse: approfittare della corsa dei prezzi delle materie prime per far il pieno di profitti legati agli idrocarburi.

[...] Questo ha portato i mercati asiatici, che per primi sono usciti dall’emergenza pandemia, a far incetta di tutte le partite di GNL (gas naturale liquido) che viaggiano per gli oceani via mare: le grandi navi gasiere si spostano verso est, dove la Cina per prima è disposta a pagare qualsiasi prezzo pur di riempire i depositi in vista dell’inverno. Risultato? Il prezzo viaggia ai massimi storici in Asia, ma ha trascinato al rialzo il mercato “spot” in tutta Europa.»

Così scriveva Luca Pagni su RepubblicaPerciò tutta colpa della Cina e dell’Asia che fanno incetta d’idrocarburi, dove peraltro società europee e americane producono merci per il resto del mondo, cosa che andrebbe pur detta.

Però ad “approfittare della corsa dei prezzi delle materie prime per far il pieno di profitti legati agli idrocarburi” non ci sono solo Usa e Russia. Per esempio non è menzionato nell’articolo (così in altri) il primo esportatore al mondo di gas naturale liquefatto.

Da qualche settimana gli Stati Uniti sono in testa alla classifica, ma è un fatto occasionale e temporaneo. Il Qatar è da sempre in vetta, e con l’entrata in servizio dell’impianto North Field Expansion, cioè con l’espansione del più grande giacimento del pianeta (il 13,3% delle riserve conosciute del mondo, 25.400 miliardi di metri cubi, che corrisponde a più di un secolo di attività), non ci sarà più partita.

Il North Field si trova al largo della costa nord-orientale della penisola del Qatar e copre un’area di oltre 6.000 chilometri quadrati, pari a circa la metà della superficie terrestre della petromonarchia.

Piccolo e ricchissimo emirato, proprietario del conglomerato mediatico Al Jazeera Media Network, ha meno abitanti di Roma, ed è il più grande detentore mondiale di riserve accertate di gas dopo Russia e Iran. È lì che si svolgerà l’incredibile mondiale di calcio in stadi all’aperto climatizzati, per costruire i quali e le relative infrastrutture sono morti migliaia di operai. Più di una coppa del mondo, è una jihad.

Uno Stato di apparente modernità che ama tanto i diritti umani, ancor più della vicina Arabia Saudita, ed è legato a doppio filo con la Fratellanza musulmana. Con il suo braccio armato, il fondo sovrano QAI (Qatar Investment Authority), ama anche investire in Europa, in Italia,

Francia, Germania e Regno Unito, in particolare. Il Fondo possiede (100%) Qatar Holding LLC ed è associata a Qatar National Bank (50%), con la chiacchierata Qatar Islamic Bank (16,67%) e con Ubac Curaçao NV (1,35%).

In Italia, nel 2015, con un investimento da 2 miliardi di euro acquisì la proprietà dei grattacieli del nuovo quartiere milanese di Porta Nuova. Il Fondo sovrano qatariota ha interesse a investire in quote azionarie di grandi e solide aziende italiane specie nel settore immobiliare, nei grandi alberghi dalla Costa Smeralda a Milano, nel lusso con Valentino e altri marchi, l’Ospedale di Olbia. L’hub di Rovigo di Adriatic LNG è il centro nevralgico per la distribuzione del gas, e garantisce il 10% della domanda di energia dell’Italia (Qatar Terminal Company Limited, con il 22%).

In Francia il fondo sovrano qatariota è azionista di giganti come Accor, Total, Veolia e Vinci. L’emirato è stato fino al 2019 il maggiore azionista (ora superato da Amber Capital) del gruppo Lagardère (una costellazione di società), e azionista di Airbus (6,5%). L’emirato è proprietario della squadra del Paris Saint-Germain, del canale beIN Sports, di edifici nel cuore di Parigi e una lunga lista di alberghi di lusso e di palazzi in tutta la Francia.

Il fondo QAI è il terzo maggiore azionista di Volkswagen (17%), e possiede, secondo Bloomberg, quasi 4 miliardi di euro in azioni Siemens, è dentro Deutsche Bahn (ferrovie). Da parte sua, la famiglia reale possiede il 6% del capitale di Deutsche Bank. Quanto alla Gran Bretagna, l’intervento del Qatar ha contribuito notevolmente al salvataggio della banca Barclays nel 2008 e il fondo sovrano ha anche permesso al colosso delle materie prime Glencore di rilevare il suo rivale svizzero e affermarsi nella compagnia petrolifera russa Rosneft. I petrodollari dell’emirato si possono trovare anche nell'aeroporto di Heathrow, nei negozi Harrods, Virgin Megastore e negli edifici di Canary Wharf a Londra, ha comprato quote della London Stock Exchange (15,1%) e Sainsbury (22%).

Una rilevanza preponderante ha la Qatar Charity Foundation, presente in 70 paesi, ha partecipato al finanziamento di 22 moschee in Francia, per un importo di 25 milioni di euro, e in Italia destina in media circa sei milioni di euro ogni anno per attività caritatevoli per i fedeli. Finanziamenti legali.

Sennonché Emmanuel Macron e Laurent Nuñez, coordinatore nazionale dell’intelligence e del contrasto al terrorismo, hanno consegnato alle autorità del Qatar, lo scorso dicembre, durante un viaggio sul posto, un elenco di quindici moschee, scuole o associazioni di cui la Francia chiede che non siano più finanziate da fondi del Qatar, pubblici e privati. Reazione ufficiale dell’emirato: “pura invenzione”.

La Francia ha varato una legge, che aspetta i relativi decreti attuativi (tutto il mondo è paese) sul “separatismo”, vale a dire che prevede l’obbligo dei culti ammessi di dichiarare le donazioni ricevute dall’estero (anche dal Vaticano?), non appena superino un determinato importo, non ancora fissato.

E l’Italia? Non mancano gli amici e gli affari: Salvini (“ho trovato un Paese che cresce, accoglie, che ha voglia di lavorare con l’Italia”) e Giorgetti in Qatar sono stati ospiti come ministri, così Di Maio (di Pomigliano d’Arco come Pasquale Salzano, capo Affari internazionali di Cassa depositi e prestiti a Roma ed ex ambasciatore della Repubblica Italiana a Doha e prima ancora distaccato dal ministero degli Esteri presso l’Eni come responsabile dei Rapporti istituzionali internazionali), passando per tanti altri, compresa manco a dirlo gente di Toscana. 

2 commenti:

  1. «compresa manco a dirlo gente di Toscana»... pas moi, heureusement pas moi, même si cela ne me garantit pas des crédits immobiliers non remboursables

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    1. caro, tu sei ai confini della Toscana, in zona d'ombra, non c'è linea dalle tue parti per ricevere soldi gratis

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