Ogni anno finisce e inizia allo stesso modo, come un giorno senza fine. Quasi tutti mangiamo e beviamo per dieci giorni come reduci da una carestia bibilica, dicendoci che questo era l’ultimo traguardo dell’anno, superato alla grande, salvo una gastroenterite come al mio amico Ale, che l’ha addebitata allo stress lavorativo.
Insomma, siamo già stanchi dei pasti festivi, di elaborati menù, di film demenziali, di Covid e tamponi, vaccinazioni e richiami, di un virus raccontato sempre più come la caricatura di una malattia seria, e poi sfiniti dalle candidature al Quirinale (sarà il drago a essere ucciso dal cavaliere, oppure a vincere sarà una batracia?).
La preoccupazione principale per la maggioranza delle famiglie sarà quella solita, mentre quella delle signore bene (non sempre bene per gli altri) sarà di trovare personale domestico con referenze adeguate, e quella dei loro mariti di procurarsi merce per il naso e dame delle camelie per il letto.
Ritualmente ci chiediamo se il nuovo anno sarà noioso come quello che si chiude, se ci saranno abbastanza guerre, attentati e sofferenze per alimentare ininterrottamente per un anno le pagine delle gazzette e dei telegiornali. La produzione di comunicazione è una professione che dipende molto dai suoi fornitori.
Non diversamente dai produttori di cereali che dipendono dai prezzi del grano sul mercato internazionale, l’informazione giornalistica (quel che ne resta) dipende dalla produzione globale di “eventi” e dagli interessi delle parti in gioco. Tuttavia gli amanti dell’inchiostro e della carta sono sempre di meno e non basta incolpare internet.
Passiamo agli esteri.
L’Ucraina si propone di mantenere la promessa di rompere la noia della pace in Europa? Anche no. La Cina potrebbe, dopo le Olimpiadi, inventarci una guerra vecchio stile contro Taiwan, dicono gli americani che non vedono l’ora di trovare un pretesto convincente per menare le mani. Una guerra tanto più apprezzabile poiché si svolgerebbe lontano da casa nostra, nel Pacifico che offre paesaggi molto belli, con le palme e le idilliache spiagge di sabbia bianca, i marines in diretta, con sullo sfondo la maestosa sagoma di un vulcano spento, ideale per un attacco al napalm. In tal caso non andrebbe così, la Cina non è la Siria.
E Israele che fa? Ha il diritto di difendersi, perciò è già pronta a lanciare la quarta dose. Il Qatar invece sequestra i giocattoli arcobaleno ritenuti “contrari ai valori islamici”. Sarà vietata anche la pioggia che in complicità con il sole provoca arcobaleni. Da Teheran l’ennesima fatwa, quella contro il gioco degli scacchi. La dama che prende il re da dietro è contraria al Corano. Insomma, nel Vicino Oriente non ci si annoierà nemmeno per il prossimo anno, che inizierà a luglio per gli islamici e in occasione della quinta dose per gli ebrei.
America Latina, cortile di casa di Washington. Non è più tempo per le dittature e i generali degli anni 1970, eleganti nelle loro belle divise stirate in maniera impeccabile, adorne di medagliette cresimali. Oggi il Sud America non ha nulla da offrire ai telegiornali, con presidenti blandi come Maduro e la sua pancia da funzionario in pensione, o Bolsonaro con quella sua faccia da venditore di automobili usate, da ultimo Gabriel Boric, un apicoltore di origini croate, che sicuramente si prenderà cura dei minatori del deserto di Atacama. Quanto all’Argentina, la notizia dell’ennesimo default produce l’effetto del cioccolato caldo bevuto a ferragosto. Un Pinochet o un Videla sono un ricordo del passato. La crudeltà del nostro tempo non è più fashion come quella degli anni Settanta.
Anche gli Stati Uniti deludono, raggomitolati nel loro lungo e inesorabile declino civile, più vero che apparente. L’America, dedita un tempo all’intrepida ricerca della felicità, non sarà mai più seducente come quando mandava gli adolescenti foruncolosi e i suoi negri a saltare sulle mine nella giungla del Vietnam, irrorata con il defoliante agent orange, al suono dei rotori degli elicotteri accompagnato dai Rolling Stones e da Wagner. Vuoi mettere con i marines che hanno pietosamente lasciato l’Afghanistan? Il nostro tempo non produce alcun conflitto esteticamente originale, direbbe Tomaso dai microfoni di La7. Dove sono finite le nostre guerre in prima serata del passato?
Sarà perché allora eravamo giovani, i poliziotti e carabinieri non dimenticavano mai le buone maniere e nelle scuole l’identità di genere non era ancora diventata più importante del sesso biologico, ma che noia è per gli studenti di oggi. Non resta loro che il Covid-19, 20, 21, 22 ... . Ma anche questo non è più come all’inizio, ci stanchiamo tutti molto rapidamente e vorremmo passare a un altro canale. I disastri naturali dovrebbero avere il merito di ricordarci l’emergenza climatica, ma ci sono poche possibilità che la tv si dedichi più di qualche minuto con spettacolari iceberg alla deriva o disastri alluvionali. Del resto anche il 2022 sarà l’anno più caldo mai registrato, salvo quel paio di giorni di gennaio in cui si romperà la caldaia.
Dopo decenni di spazzatura il pubblico ha perso interesse molto rapidamente per tutto ciò che non è trash e non lo sollazza. A parte qualche questione economica strettamente pragmatica, come l’inflazione o la chiusura e il trasferimento di fabbriche, che, ne siamo certi, sono vicende che procedono per conto loro, i più si sono fatti convinti che tutto sia normale, fatto in bene e per conto nostro. Se lo stato delle democrazie occidentali sta diventando ogni giorno più grottesco, persino tragico, che ce ne importa? Poi verrà la stagione delle vacanze, una sorta di parossismo nei preparativi per la partenza, nulla potrà toccarci e non avremo altro da fare che guardare i giorni della nostra vita che trascorrono via lieti in attesa delle prossime festività natalizie.
Cara Olympe, nel mentre ti leggevo mi stavano scendendo alcune lacrime.
RispondiEliminaIngannando me stesso, sto cercando di dare la colpa a qualche grappino che già avevo, e sto, mandato giù, senza peraltro gustarlo, per non farmi trovare impreparato alla farsa di domani sera.
La mia vecchiaia incombe, ne prendo atto. Ma proprio per questo dovrei essere più onesto almeno con me stesso.
Grazie. Felice anno nuovo.
Caro Mario, uno anche alla mia salute. Auguri!!
EliminaGrazie Olimpia per la cattiveria gentile e buon grappino a Mario, santé. Dai miei ricordi di gioventù, estraggo che le forze dell'ordine non dimenticavano le buone maniere, ma il Battaglione Padova non dimenticava mai il manganello. Però eravamo giovani e veloci.
EliminaBuon anno nuovo a tutti, la mia vecchiaia è già qui scodellata, ma nessuna lacrima: facciamo sopravvivere una residua possibilità.
il capitano Margherito ...
EliminaBattaglione Padova, a due passi dall'Appiani ...
una residua possibilità, già, solo il possibile può diventare reale e viceversa
un abbraccio e l'augurio di un anno nuovo migliore di questi ultimi
"Allarme dal Regno Unito: i vaccinati rischiano di essere immunodepressi" ! Da LaVerita del 29 Dicembre
RispondiEliminaNo comment ....
Si vede che in questo blog si misconosce l'effetto Hoskin...comunque ciò che viene riportato dalla Verità è il risultato di una ricerca pubblicata su un report del NHS britannico e, grazie a Hoskin, era qualcosa di noto da anni, ben prima del 2020, da chi si occupa di immunologia. Dott.ssa Giò
Eliminacosa c'entra questo blog con il commento di cui sopra, che non ho preso in considerazione né in positivo né in negativo?
Eliminaè il suo commento un effetto Hoskin?
Per andare appresso alle ideologie dominanti ci si è sputtanati il sistema immunitario? Evvabbè.
EliminaPerché la salamandra è diventata una batracia ?
RispondiEliminabravo/a.
EliminaLa batracia è un animale dell'ordine degli anagrammi.
;)
Ma che Gabriel Boric sia un ex apicoltore da dove salta fuori? Così, per curiosità, che se fosse vero me lo farebbe più simpatico assai. In rete non ho trovato riscontri..
RispondiEliminaUna battuta, ciao
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