giovedì 23 dicembre 2021

La morale della fava

 

Il 5 ottobre (non un giorno a caso) del 2018, scrissi un post dal titolo: Sulla differenza tra calendario giuliano e gregoriano. Mediamente il link registra tra le 20 e 25 viste giornaliere, che diventano 30-40 in certi periodi per poi schizzare a 50-60 nei giorni a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno. Se queste visite fossero monetizzabili godrei degli agi della rendita perpetua esentasse. L’anno scorso l’entità oscura che gestisce Google mi ha comunicato che quel link sarebbe entrato a far parte di non so quale logaritmo speciale. Mah, in assenza di lucro prendo atto con compiaciuto disinteresse.

Perché lo racconto? Presto detto. L’attuale calendario, detto gregoriano, è esattamente il medesimo di quello in vigore all’epoca di Giulio Cesare e poi del suo erede Augusto. Salvo un dettaglio di cui pochissimi potrebbero far caso, che non incide assolutamente sulle nostre vite, come del resto la cosiddetta arte contemporanea e tante altre cose molto costose e pubblicizzate. Sta in questo: gli anni la cui numerazione è multipla di 100 sono bisestili soltanto se essa è anche multipla di 400. Tutto qua (*).

Un piccolo quasi insignificante artificio di calcolo mette sostanzialmente in accordo l’anno solare (astronomico o tropico) con quello civile (il calendario appeso alla parete) per ancora qualche migliaio di anni. Se ci pensiamo bene, fu una piccola ma significativa rivoluzione. Prima d’allora non ci si raccapezzava proprio, tanto che infine, per mettere a regime gli scarti accumulati in quindici secoli, il 15 ottobre 1582 divenne il 5 ottobre. L’equinozio di primavera fu riportato al 21 marzo e di lì in poi la Pasqua può essere celebrata la domenica seguente il plenilunio dopo l’equinozio e non, come dicevano in Vaticano, a cazzo di cane (a tale riguardo fu necessaria parecchia spremitura sulle epatte lunari: vedi alla voce Luigi Lilio, medico calabrese).

La morale della fava: per produrre grandi cambiamenti a volte basta una cosa apparentemente da nulla. Il processo storico segue le sue leggi, zigzagando secondo il capriccio del caso, che non ammette alcuna ineluttabilità storica.

(*) Per chi avesse più di me difficoltà di calcolo: sono bisestili gli anni 1600, 2000, 2400, mentre non lo sono gli anni 1700, 1800, 1900, 2100, 2200, 2300. Tutti gli altri anni la cui numerazione è multipla di 4, rimangono bisestili.

5 commenti:

  1. 20 / 25 ?? Ma no dai , siamo molti di più. Io comunque ci sono sempre. Auguri di buone feste Madame

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  2. Mi domando da tempo perché non sia mai stato preso in considerazione il calendario lunare: con 13 mesi da 28 giorni ciascuno, usando l'accortezza di aggiungere un giorno extra ogni anno e due ogni quattro anni, avremmo un legame fisso tra giorno del mese e giorno della settimana; una gran comod. Aggiungo che è risaputo l'errore che commise Dionigi il piccolo nello stabilire "l'anno zero" del suo (e purtroppo anche nostro) calendario.
    (Peppe)

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    1. mah, non commise nessun errore, semplicemente fantasticò su un evento mitico. a quell'epoca vigeva il calendario giuliano, ovviamente, e le datazione partiva da Diocleziano. chiaro i cristiani cercassero una data ad hoc, come poi fecero gli islamici.il calendario è sempre stato uno strumento a uso politico.

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  3. Logaritmo? Forse voleva scrivere aldoritmo?

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