Ricordiamo gli scioperi e le imponenti manifestazioni operaie e studentesche? I padroni allora hanno dovuto concedere così tanti diritti che l’Italia è diventata un paese sottosviluppato. Per fortuna ci hanno pensato “loro”, manovrando i fascisti, a metterci una pezza, anzi una bomba qui e una là. È così che non siamo diventati comunisti. Ci sono voluti gli “anni delle stragi”, dette fasciste perché i manovali provenivano da quell’ambiente, ma i mandanti erano altri.
Anche oggi, per dare una nuova possibilità all’Italia, servirebbe una sterzata, un uomo forte al comando. Non un mascellone serrato, quella è vecchia muffa, ma uno che sorrida. Come Berlusconi? Non così sputtanato. Uno dai modi educati, dotato di un humour non grossolano, incensurato e la cui vita privata sia irreprensibile, con ottime referenze internazionali, inglese fluente, amicizie europee e atlantiche, soprattutto bancarie e finanziarie.
E c’è chi invece lo preferisce “patriota”. Possono mostrarsi giovanilisti quanto gli pare, postmoderni, dissimulare la loro vecchia identità dietro le scelte politiche, ma poi l’afrore che emanano è sempre quello dell’orbace del nonno messo in naftalina. E dunque perché questi residuati godono dell’appoggio dei media? La funzione dei neofascisti, dei “patrioti”, è quella di sempre, di minaccia incombente. Serve a ricompattare gli “altri” e far ingoiare merda in grisaglie. La stessa cosa sta avvenendo in Francia con Éric Zemmour, anche lui un “patriota”. Sta erodendo voti alla Le Pen, per favorire chi?
Come può la destra e l’estrema destra, in Francia (!), essere incarnata da un ebreo sefardita di origini algerine? In che modo l’ebraicità è diventata compatibile con idee di quel genere? E che dire di Peter Jakab, il giovane leader del Jobbik, il partito neonazista ungherese? È un esempio interessante di questa tendenza. Eppure il suo bisnonno morì ad Auschwitz. Perché era ebreo. Sua nonna si convertì al cristianesimo. Perché era ebrea. Marcel Yaron Goldhammer, tedesco-israeliano, non era candidato in una lista dell’AFD a Berlino?
Non fu Yeshayahou Leibowitz, filosofo israeliano, a usare l’espressione di “ebrei nazisti” per designare i coloni israeliani nazionalisti? Altro contesto, altra qualificazione. Non sono “patrioti” anche loro? Pensiamo a Ze’ev Jabotinsky, uno dei fondatori dell’Irgun, il movimento terroristico che mosse guerra agli inglesi, era un ultra nazionalista ai tempi della costruzione di Israele. Ci sono “patrioti” che mettono le bombe e “patrioti” che sorridono democraticamente e flirtano con l’élite internazionale. Marciare separati per colpire uniti, si diceva un tempo.
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