Piove.
Gli alberghi e i buchi in affitto immagino siano pieni; le pizzerie e
ristoranti lo saranno tra poco. Si coglieranno commenti contrastanti, ilari o
preoccupati: la Juve ha perso in casa. I bimbi sono contenti sulle giostrine, i
più grandicelli rompono le balle ai babbi, le mamme sognano a prezzo pieno davanti alle
vetrine allestite autunno-inverno. Ancora qualche giorno, al massimo un paio
di settimane, e questo circo chiuderà per fine stagione, con tanti saluti al
mare e all’ombrellone (si perdoni la rima). Gli schiavi dopo gli svaghi torneranno
sotto la cura del proprio bastone, a quel lavoro del cazzo cui seguirà il “tempo
libero”.
Si
tornerà a chiacchierare di pensioni, di quarta settimana, di scuola, di crollo
delle Borse, di quanto sono gialli i cinesi, di governo in bilico ed ectoplasmi
parlamentari. Cacciari dalla Gruber dirà, trattenendo una risata a stento, di
aver previsto tutto negli anni Sessanta. Seminerio scriverà, in tal caso senza traccia
d’ironia, che le contraddizioni del capitalismo sono un problema di giusti
equilibri, insomma di buona amministrazione. Tout se tient, sentenzierò annoiando
a mia volta la solita dozzina di lettori.
Ci
sarà chi argomenterà contro i provvedimenti legislativi di riforma
costituzionale ed elettorale, posto che neanche a parlarne di lottare contro il
potere dei gruppi monopolistici che in questi decenni hanno fatto strame della
proprietà pubblica, dei diritti sociali e di tutto il resto. E poi con chi si
lotterebbe? Anzi, al solo sentir parlare di lotta di classe – salvo quella dei
padroni s’intende – scatta l’anatema e la presa di distanze. In tal caso –
voglio dire in quello migliore – si tenta una difesa della democrazia politica, invece di attaccare proprio quelle forze sociali e le loro organizzazioni che
sovvertono la democrazia politica (e non solo quella).
E
però prendersela contro i partiti e i sindacati, fossero pure intesi come
“sinistra” (*), è prendersela con un bersaglio sbagliato. Questo infine bisogna
capirlo, poiché partiti e sindacati, bene che vada, per la loro storia e
struttura, sono sempre stati soltanto organizzazioni difensive. Per esempio, le
lotte per certi diritti e quelle salariali, parliamoci chiaro, pur essendo
necessarie sono sempre esistite al fine di controllare lo sfruttamento, nel
migliore dei casi per limitarlo, non per
abolirlo. Quelle rare volte che essi organizzano manifestazioni di piazza,
lo fanno anzitutto per difendere se stessi e per conservare l’attuale stato di
cose basato sulla proprietà.
Queste
organizzazioni, questi apparati funzionali alla riproduzione e al controllo,
sono diventati inutili e anzi si presentano dal lato del tavolo dove stanno i
nostri avversari. Non hanno alcun interesse a trasformare l’eventuale e blanda
protesta contro i provvedimenti del governo in una reale lotta di classe, o
quantomeno di elaborare delle indicazioni per uscire dalla difensiva. Essi al
massimo potranno occuparsi degli aspetti giuridici delle questioni, ma quanto
ad elaborare una strategia di lotta contro il sistema sono assolutamente
inadeguati. Si chiamassero come vogliono e annoverassero chiunque come proprio
leader.
Ma
dove vogliamo andare a parare con questi discorsi? Eh, già. L’ho appena scritto
di alberghi, pizzerie, vetrine e partite di calcio. Aveva ragione Bernstein
sostenendo che il welfare avrebbe ucciso la rivoluzione, reso mansueto lo
schiavo, democratico ed elastico il sistema salvo complicazioni. E finché dura
la ragione sta dalla sua parte. E se c’è ancora qualcosa d’infernale a questo
mondo, basta attendere la fine del telegiornale. Poi la storia ci prenderà alle
spalle, come solito. Ma che importa, tutto questo non ha rapporto con la bella
stagione e poi si vedrà per le altre.
(*)
Immaginiamo che una persona deceduta trenta o più anni or sono ritornasse in
vita. Uno dei primi cambiamenti che noterebbe sul piano politico sarebbe la
grande differenza tra i vecchi partiti della sua epoca, considerati in genere assai
sfavorevolmente, e quelle strane cose che sono diventati oggi. Noterebbe che
non esiste un partito di sinistra e, ancor più incredibile, nemmeno un partito
di centro, cattolico o no. Non saprebbe, sul momento, nemmeno come
classificarli, poiché già definirli di destra sarebbe attestare loro una
precisa collocazione ideologica e dimensione politica che invece palesemente non
possiedono. E non basterebbe nemmeno a distinguerli la definizione di populisti
e reazionari, progressisti e socialdemocratici. E per l’appunto sono visti come
realmente intercambiabili l’un
l’altro, e la migrazione di deputati da un cartello elettorale all’altro,
massiccia e assolutamente pacifica, lo conferma. Cartelli elettorali, ecco
questa è senz’altro la definizione che verrebbe in mente al nostro redivivo. Ma
dopo un po’ troverebbe più appropriata un’altra definizione.
la solita dozzina di lettori.
RispondiEliminasperiamo almeno "in crescita" ... :-)
evidente cit. manzoniana. in realtà sono 13 o 14 e forse anche di più
Elimina:))
Di più di più.
EliminaSe come piu'volte hai ribadito tu stessa : "la liberta'e' la coscienzadella necessita'" evidentemente ,non sto ad elencarne i motivi,questa necessita'ancora non e'percepita ad un livello generale.
RispondiEliminaL'importante e'dire sempre la verita'in senso marxista-leninista ,direi "bolscevico"pre rivoluzione e dal punto di vista della classe,senza concessioni,poiche',se le contraddizioni sono insanabili allora la necessita'prima o poi diventera'impellente.
caino
ps-per i piu'sprovveduti : non sto affatto dicendo che propongo di stare seduti in riva al fiume,aspettando che passi il cadavere del nemico.
Fra i lettori io ci sono sempre ed ho sempre tanto da imparare e condividere. Grazie Olympe
RispondiElimina:)
EliminaRelazioni pericolose atto secondo
RispondiEliminaIn un contesto globale di crisi e di fatturati e profitti in discesa per molte aziede (atto primo), la caduta delle borse provoca uno sbilanciamento finanziario delle aziende. La relazione tra valori di mercato di un'azienda e il suo debito si sbilanciano e il debito diventa meno sostenibile o insostenibile. Nuovo accesso al credito diventa più difficile. Nelle banche aumentano i crediti "incagliati" e alcune iniziano a traballare.
Fallimenti dei piccoli e acquisti a prezzo di saldo dei grandi.
Naturalmente i paesi con aziende dai già bassi valori borsistici diventano la prateria del low cost per i paesi con le più alte capitalizzazioni aziendali.
I quali, vedi usa, sono tra i principali market mover essendo la piazza di ny la prima del mondo.
Queste dosi ripetute di crisi del 29 a strappi con stop and go contribuiscono a ridisegnare, insieme a tutto il resto, la mappa della divisione del lavoro e della ricchezza a livello globale.
La politica esegue i tanti compiti per cui è comprata. g
La politica esegue i tanti compiti per cui è comprata, e senza più alcun pudore
EliminaNon sia pessimista, i lettori manzoniani erano ben venticinque :-)
RispondiEliminaè vero, ma dozzina suona meglio
EliminaOh renzi oh tsipras, guardate che merkel e hollande si sono incontrati per il problema migranti e hanno deciso. Naturalmente non cosa faranno loro ma quello che dovete fare voi. Ed entro l'anno se no...sanzioni, un po' di spread e un po' di gogna mediatica sui cialtroni del sud.
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