Anche
se non ce ne rendiamo sempre conto, quando guardiamo la tv o leggiamo un
giornale, c'è in questo semplice e quotidiano atto uno squilibrio di potere
immediato, nel senso che telespettatori e lettori non sono in grado di
verificare ciò che viene detto e scritto, tanto più se il loro atteggiamento è
passivo e acritico rispetto alle notizie. Sul peso che esse hanno o possono
avere nella formazione della cosiddetta opinione pubblica, ossia sul giudizio
che viene a formarsi rispetto a un certo fatto, mi pare non sia il caso
d’insistere. Né abbiamo esatta cognizione su come viene selezionato il flusso
di informazioni, né su chi controlla le nostre
comunicazioni.
Per
quanto riguarda le notizie sui temi economici non siamo messi meglio di quelle
che riguardano la politica estera, sulla quale abbiamo in generale un
atteggiamento che definire asettico, rispetto alle notizie di casa nostra, è un
eufemismo. E tuttavia nessuno potrebbe negare il flusso massiccio di notizie
economiche che quotidianamente ci sommergono. E con esse i dati su questo e
quello. Tuttavia è sulla qualità e la correlazione di quelle notizie che
bisognerebbe indagare, per non dire poi dei fin troppi interessati e sempre “autorevoli”
commenti che le accompagnano.
A
sette anni dall’inizio della crisi, l’economia della zona euro come sta andando?
Si vedono delle vie d’uscita? Quale gioco vi conduce la Germania, il cui surplus
delle partite correnti per centinaia di miliardi di euro – pari all’8 per cento
del suo Pil, generato dall’abbassamento dei salari per sostenere le
esportazioni – è una delle principali cause dell’aggravarsi della crisi nella
zona euro e un ostacolo per tentarne un ristoro? Mi pare se ne parli poco o niente. I
riflettori sono invece puntati sulla Grecia e altri incalliti debitori
“meridionali”.
Eppure
tali livelli di surplus della Germania nei confronti dell’estero sono in palese
contrasto con le normative previste dalla zona euro, e però la Commissione
Europea ha dato il via libera, tanto è vero che tale surplus, che prima alimentava
i prestiti delle banche tedesche all’Europa meridionale e all’Irlanda, è
responsabile per parte non trascurabile della deflazione che esaspera le
disgrazie debitorie della zona euro. E allora di quali regole da rispettare
parliamo se la prima a non rispettarle è proprio la Germania?
Allo
scopo di soccorrere le proprie banche invischiate in prestiti speculativi di
ogni genere, la Germania ha
costretto i contribuenti europei a erogare prestiti alla Grecia insolvente e
alle banche di paesi come Irlanda, Portogallo e Spagna per salvare di riflesso
i creditori tedeschi. È stata la Merkel a imporre il fiscal compact ai paesi
europei, in tal modo condannandoli alla recessione e allo strangolamento,
mentre le casse di risparmio tedesche, indebitate fino al collo come del resto
la Deutsche Bank, sono esenti da controllo da parte della Bce.
La
Germania obbliga la Grecia e altri paesi ad elevare l’età pensionabile nel
momento stesso in cui, per creare nuova occupazione, abbassa la propria. Chiede
insistentemente che i negozi greci restino aperti anche di domenica, come già
da molti anni in Italia e altrove, ma quelli tedeschi, giustamente e come
raccontai anni fa, restano assolutamente chiusi dal pomeriggio del sabato.
Non
mi stancherò mai di ripetere che la Germania e i tedeschi, che possiamo
ammirare per la loro disciplina quanto loro ci disprezzano per la nostra mancanza
di senso civico, non sono cambiati. Da oltre un secolo puntavano a dominare l’Europa
e infine ci sono riusciti. Gli inglesi che di rapporti di dominio se ne
intendono, non solo non hanno accettato l’euro ma si sentono sempre più
estranei alla UE. Ogni paese europeo, compresa la Francia, deve obbedienza alla
Germania (i presidenti del consiglio italiani per ricevere l’incarico o la sua
ratifica si recano immancabilmente a Berlino), ogni decisione deve avere l’insindacabile
placet tedesco, ogni diktat della sua cancelliera e del suo ministro della
finanze diventa legge per tutti, tranne che per la Germania stessa.
Chi
spinge per un maggiore federalismo, come Scalfari per esempio, sembra non
capire a cosa si va incontro. Posto che un mutamento di rotta non dipende da
Francia, Italia e Spagna, che ogni correttivo è mera fantasia dati i rapporti
di forza, non resta altra strada che uscire dalle grinfie dell’imperialismo economico
tedesco. Il “come” non è ancora chiaro, a quale prezzo invece sì: salatissimo.
E però va pagato (e sappiamo bene a quali classi sarà anzitutto accollato) perché
più passa il tempo e più sarà alto. L’Europa, ancora una volta a causa dei
tedeschi, è destinata alla divisione e al conflitto. In definitiva, per quanto
riguarda la Germania, aveva ragione Stalin, il quale da questo punto di vista
ci vedeva benissimo.
Oddio, dalla perfida Albione alla perfida Angela...
RispondiEliminaArticolo poco marxista, anche nel richiamo finale a Stalin, anche mio nonno (e io ho quasi 70 anni) diceva che la Germania doveva stare divisa. E poi a cattivo, cattivo e mezzo. Facciamolo anche noi i cattivi, senza lamentarci.
L'articolo qui poi è fuori posto, mancano le fonti contemporanee (goofy et similia che ne parlano da più anni). E se poi vogliamo essere più precisi in questo guazzabuglio di informazioni, basta scegliere quelle che ci sembrano più giuste e tracciamo tutte le linee di spiegazione che vogliamo.
Saluti, Guido.
devo moderarmi con le dosi di marxismo per non intossicare i pazienti
Eliminaciao
il tuo post descrive perfettamente la situazione in europa e le mire ormai secolari del POTERE TEDESCO. vivo da più di quarant'anni a francoforte, facendo politica e agitazione sindacale per molti anni, ho fatto a cazzotti con joschka fischer e mia madre a carbonia ha cucinato gli spaghetti per dani il rosso (io ormai da anni chiamo lui e joschka rinnegati). la "politica" tedesca l'hai descritta perfettamente, hai solo dimenticato di aggiungere che quando é in alto la germania (intendo il POTERE TEDESCO) perde il senso della misura e si suicida.
Eliminafranco valdes piccolo proletario di provincia
Mi ha sempre dato da riflettere il fatto che il tedesco sia l'unica lingua, fra quelle a mia a mia conoscenza, a possedere un termine specifico per esprimere soddisfazione per le disgrazie altrui.
RispondiEliminaC'è sempre qualcosa di intimamente moralistico ad alimentare il tedesco e le sue pretese di superiorità: dalla purezza razziale a quella dei conti pubblici, alla fin fine tutto si risolve sempre nell'eliminazione del più debole (o del meno adatto, che suona meglio perché sposta la colpa sulla vittima).
A me pare la sempiterna ossessione teutonica dela Kultur versus Zivilisation: dopo aver scateato due guerre mondiali e una Shoah sono ancora convinti che Dio sia dalla loro parte.
È un tipo di educazione, di cultura e dunque di mentalità (non omogenea a dire il vero), nel bene e nel male diversa dalla nostra, e anche assai in contrasto con certa nostra. Quando si sentono dalla parte della ragione, e che ciò corrisponda o no alla realtà è irrilevante, si sentono ipso facto in diritto di qualsiasi azione. Quando essi percepiscono un bellimbusto pieno di debiti come Varoufakis fare il gradasso, vanno fuori dai gangheri. Supportati da media popolari talmente di merda che nonostante tutto i nostri sembrano scuole di giornalismo.
Eliminainfine ci sono riusciti
RispondiEliminasu questo ho i miei dubbi. La germania e' solo un sadico kapo' del campo di concentramento (capitalista) in cui una "potenza superiore" sta trasformando questo, un tempo avanzato, continente.
Quindi come tutti i kapo la germania gode di un sacco di "previlegi" in cambio del suo " sporco lavoro" ( dove va il surpus finanziario tedesco ? ) , ma non " domina" nulla, e alla fine avrà la sua "punizione" come " campo di battaglia" per conto del suoi "superiori" o quantomeno come "caprone espiatorio" dell' odio collettivo suscitato da tutte queste politiche di sfruttamento capitalistico.
Comunque esprimo qui anchio la mia profonda delusione per il popolo tedesco , credevo infatti che date le loro indubbie qualita' avessero almeno imparato dalle due precedenti lezioni.
Voglio infine rimarcare che se esiste oggi una germania questo e' un "merito" indiretto di stalin, fu infatti la sua decisone di rifare una " prussia comunista" che costrinse gli U$A a non dar seguiito al " piano morghentau" che prevedeva appunto la completa distruzione dell' etnia germanica in quanto tale .
E stante l' evidente ingratitudine e stupidita tedesca, non credo che stavolta i russi rifaranno lo stesso errore.
oggi pomeriggio abbiamo in programma una gita al faro in bici con una coppia di nostri coetanei tedeschi. non so, forse disdico e do la colpa alla Merkel.
Eliminadi sicuro la politica la fanno sempre le elites(=merkel) ma il popolo ( =la vostra coppia di amici) non e' mai innocente della stessa ( specie in " democrazia" :-) )
EliminaA dire il vero....
RispondiEliminaA dire il vero di quanto fosse importante la Germania ai fini di una rivoluzione comunista se ne erano accorti gia'Marx ed Engels,per non parlare di Lenin...
caino
E pensare che con la caduta del muro di Berlino pensavo si aprissero immense praterie dove la solidarietà, la fratellanza, una maggiore equità sociale, il benessere erano alla portata di tutti i popoli....mi sa che ho preso un formidabile abbaglio e oggi chi più può, più arraffa e chi più ha, più arricchisce ulteriormente, mentre la miseria, le guerre, la fame, la schiavitù e tutto quanto c'è di peggio dilagano nell'indifferenza di chi sta bene.
RispondiEliminano, non era finito il capitalismo ma quello che spacciavano per socialismo
EliminaSintesi.
RispondiEliminaNe' con Putin,ne'con l'Eu,diceva,oggi ,una scritta letta su un muro di Torino.
Quindi solo un punto di vista,di lettura di classe e'quello che conta,dico io.
Veramente non l'ho inventato io,ma devo averlo letto ds qualche parte.
Bah,per finire la giornata vado a leggermi ,l'ultimo libro dei Wu Ming.
caino
" Il “come” non è ancora chiaro, a quale prezzo invece sì: salatissimo. E però va pagato (e sappiamo bene a quali classi sarà anzitutto accollato) perché più passa il tempo e più sarà alto."
RispondiEliminabene, vedo che si comincia a ragionare. Mi sembra un'apertura prudentissima all'uscita dall'euro. Meglio tardi che mai. In ogni caso se a pagare i costi maggiori saranno ( come già stanno facendo ) le classi meno abbienti ciò sarà innanzitutto dovuto a chi, pretendendo di tali classi difendere, ci ha per anni ripetuto che uscire dall'euro sarebbe impensabile. Tra questi va sicuramente annoverato questo blog.
scusate..mi fate ridere con questi pregiudizi anti tedeschi. Perché non andate dal vostro direttore di banca e gli dite che siccome siamo di cultura latina allora rimborserete solo la metà del mutuo ? La Germania è il paese assolutamente più responsabile in Europa in questo momento. Vedasi la sensatissima proposta di Shauble di uscita concordata della Grecia.
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