Certe "ricette" di sedicenti comunisti m’inducono a un breve intervento a
chiarimento. Quando si ha a che fare con simili
questioni è necessario un approccio scientifico, altrimenti si alimenta la
poesia del luogo comune e, peggio ancora, si offre un facile bersaglio alle forme
mentali più reazionarie per vantare cappotto su Marx, il marxismo, il comunismo e
simili.
Una
delle questioni che appassionano maggiormente la cosiddetta “sinistra” e il
movimentismo sociale di ogni tendenza riguarda la contraddizione fra il
carattere privato dell’appropriazione e quello sociale della produzione. C’è
chi attribuisce senz’altro una valenza positiva alla socializzazione del
processo di produzione poiché essa segnerebbe un progresso della storia verso
il socialismo o comunque una società più giusta, equa, eccetera.
Tuttavia,
se si esamina tale socializzazione dal punto di vista del processo produttivo immediato, un’interpretazione di tal
genere è del tutto scorretta. Infatti, lungi dall’essere un fatto “in sé”
positivo, la socializzazione delle forze produttive costituisce una sempre più
profonda penetrazione del dominio del capitale nella produzione e, di
conseguenza, un approfondimento della subordinazione e dell’espropriazione
reale dei produttori separati dalla conoscenza e dal controllo tecnologico e
dell’organizzazione scientifica del lavoro. Che poi questa sia una tendenza
oggettiva alla quale non ci si può opporre con delle belle parole è tutt’altro
paio di maniche.
Inoltre,
la socializzazione della produzione non assume di per sé un carattere
immediatamente antagonistico, poiché si è ben visto in questi ultimi decenni
come la centralizzazione di capitali e concentrazione di interi settori e branche
produttive abbia ridefinito le forme ormai inadeguate del mercato
(concorrenziale “puro”) e della proprietà
giuridica. Perciò, anche in tal caso, con delle belle parole non si combina
nulla.
Ne
consegue che rappresentare la nazionalizzazione e pianificazione come la
massima socializzazione possibile, e che tale soluzione sia preclusa al
capitale dall’esistenza della proprietà privata (a cui viene contrapposta
quella statale o collettiva, arbitrariamente identificata con la proprietà
delle condizioni della produzione da
parte dei produttori) è uno dei tanti abbagli della sinistra di cui sopra.
La
formula della contraddizione tra socializzazione delle forze produttive ed
appropriazione privata esprime un movimento interno, e quindi non
antagonistico, al modo di produzione capitalistico. Tale concezione
interpreta il nesso tra forze produttive e rapporti di produzione come una
relazione fra entità esterne l’una
nei confronti dell’altra. In altri termini, la contraddizione tra forze
produttive e rapporti di produzione è vista come una contraddizione esteriore tra una forma (la forma giuridica della proprietà privata o la forma dello
scambio) ed un contenuto (la
produzione intesa come dato “naturale”).
Per
semplificare ancora: è necessario distinguere le categorie inerenti alla
produzione dalle categorie inerenti alle forme della distribuzione ed i
rapporti che ne derivano. Nella società capitalistica la socializzazione intesa
alla Marco Rizzo (ed intelligenze affini) trova una barriera insormontabile
nella diversa finalità a cui la produzione soggiace, laddove le finalità
sociali sono alienate dalla forma entro cui esse si realizzano: il profitto.
la società, il sociale, è fenomeno del Capitale, è il Suo terreno di caccia e al contempo Cacciatore (con muta di cani feroci e latranti). Per alcuni critici la società, prima del Capitale, neanche esisteva nel senso di forza sociale coesa. Allora naturalmente bisogna capire che si intende per "socialismo" ed in questo senso gli abbagli sembrano non finire più
RispondiEliminaper il momento è sufficiente stabilire che cosa non può essere socialismo dal lato della necessità/possibilità. non già dunque dal punto di vista delle ipotesi e delle speranze, ma da quello dell'indagine
Eliminaè un po' difficile stabilire che cosa non può essere socialismo se prima non si è definito cosa sia il socialismo. Diciamo pure impossibile, via.
Eliminaè un po' difficile stabilire che cosa non può essere socialismo se prima non si è definito cosa sia il socialismo. Diciamo pure impossibile, via.
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