L’antica
muraglia cinese non è servita a impedire l’invasione mongola, e prima ancora il
Vallo di Adriano non ha potuto impedire alle tribù di quella che diventerà la
Scozia di superarlo; né ha retto il più famoso dei muri, quello di Berlino.
Questo per dire che migranti e rifugiati odierni sono da paragonare agli
antichi invasori? Ma non scherziamo. Solo per dire che le barriere artificiali
non hanno mai fermato le migrazioni quando a spingerle è lo stato di necessità.
Migranti
e rifugiati sono diventati un problema la cui causa ce la raccontiamo tra noi,
ma non viene mai ammessa ufficialmente. In Libia, prima che Gheddafi fosse
rovesciato, vivevano due milioni di lavoratori stranieri che ora in gran parte
– leggo – vagano sul posto. Senza contare i disastri provocati sulla
popolazione dalla guerra. A chi è venuto in mente di scatenare una tragedia del
genere, quale tribunale internazionale si occuperà mai di questi terroristi
internazionali? Eppure i loro nomi sono ben noti e stampati sulle prime pagine
di tutti i giornali.
Chi
ha fomentato e armato le fazioni libiche contro Gheddafi, quale ruolo ha avuto
il Qatar e su mandato o beneplacito di quale potenza, chi ha promosso una zona
d'interdizione al volo sul paese nordafricano al fine, udite, di tutelare
l'incolumità della popolazione civile dai combattimenti?! Quale paese europeo
ha attaccato con i bombardieri le forze terrestri dell’esercito regolare libico
attorno a Bengasi? L’attacco francese è stato seguito, qualche ora più tardi,
dal lancio di missili da crociera tipo Tomahawk da parte di navi militari
statunitensi e britanniche su obiettivi strategici in tutta la Libia.
Se
non è guerra di aggressione questa! Che cosa c’entra la Nato con il Nord
Africa? Una guerra durata otto mesi fino a quando non è stato assassinato
Gheddafi, ridotta a un cumulo di macerie la Libia e provocato la fuga di
milioni di persone. E l’invasione dell’Iraq nel 2003 non ha forse seguito un
copione analogo e anzi ancor più spudorato con i falsi sulle presunte armi
chimiche di Saddam? E l’Italia come solito si prestò con la missione Antica Babilonia. Per questo genere di
guerre non manca la fantasia.
Era
già stato un altro premio nobel per la pace, come mi segnala un lettore, a
pronunciare queste parole:
«La nostra posizione dev’essere
assolutamente chiara: ogni tentativo da parte di qualsivoglia forza estera
inteso a conseguire il controllo sul golfo Persico verrà considerato come
un’aggressione verso gli interessi vitali degli Stati Uniti d’America e, in
quanto tale, respinto con ogni mezzo necessario, ivi compresa la forza militare» (Carter, Discorso sullo stato dell’unione, 23
gennaio 1980).
Dunque,
profughi e migranti sono il prodotto tipico, anzitutto, di guerre e saccheggi
da parte delle potenze occidentali. L'atteggiamento odierno delle potenze
imperialiste verso il popolo siriano è emblematico del cinismo che le ispira.
Per quattro anni, hanno citato l'uccisione di siriani da parte del governo del
presidente Bashar al-Assad come la ragione per appoggiare una rivolta da parte
dei fondamentalisti islamici per rovesciare il regime. Eppure, quando milioni
di siriani fuggono per non farsi uccidere o per non vivere nei campi profughi,
sono demonizzati come invasori che minacciano i posti di lavoro e il benessere
della popolazione europea.
E dunque i profughi e i migranti sono direttamente un prodotto della "nostra" politica, non una calamità naturale che ci piomba addosso. E fa veramente ridere gente alla Salvini quando escogita "soluzioni" al problema. O sono stupidi o ignoranti. Propendo anche per una terza ipotesi.
Il
grande gioco lo chiamavano nell’Ottocento. È passato più di un secolo e ancora
ne siamo invischiati, gli abbiamo solo cambiato nome, non è più colonialismo,
oggi si chiama “democrazia”, un prodotto adattissimo per mascherare qualsiasi
nefandezza. Divide et impera è la strategia,
dai Balcani al Medio Oriente, dall’Africa ai confini europei con la Russia. Di
questo gioco sporco la gente comune, cioè tutti noi, ne sappiamo realmente pochissimo.
L’accordo
con l’Iran sta portando l’Arabia Saudita a guardare verso la Russia, ma
potrebbe essere solo una mossa per inquietare l’alleato. Per quanto riguarda il
cosiddetto Stato islamico, che si dice ora di voler combattere, è stato
mantenuto fino a ieri in chiave anti-iraniana. Uno Stato islamico che continua
a commerciare il proprio petrolio, e a far viaggiare le sue colonne armate su
mezzi nuovissimi. Un ginepraio non c’è che dire, e a farne le spese sono milioni
di poveracci. E una nuova guerra s’annuncia in Libia.
I tribunali internazionali, infatti, giudicano soltanto i perdenti.
RispondiEliminaChi ha programmato la rivolta in siria due anni prima:
RispondiEliminahttp://www.grandecocomero.com/roland-dumas-ministro-esteri-francia-guerra-terrorismo-video/
Il terrorismo:
RispondiEliminaFulvio Grimaldi: L’ASSE DEL BENE.
http://www.pandoratv.it/?p=3901