lunedì 12 agosto 2013

Bambini, fantasie sessuali, leader politici


Ci sono prove a bizzeffe e non solo indizi a conferma che la nostra è un’epoca esausta. Questo fatto si può avvertire non solo guardando le opere “d’arte” contemporanea, o considerando lo stato in cui versa il dibattito “politico”, ma anche guardando i bambini mentre giocano.

Nonostante quanto dicono gli operatori turistici, anche quest’anno le famiglie nelle località turistiche sono arrivate numerose. I bambini in spiaggia come solito sono troppo vivaci per risultare graditi, e i loro genitori sono poco consapevoli del proprio ruolo per frenarne gli eccessi.

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Non mi pare si avverta nell’atmosfera quell’indefinibile qualcosa che preannuncia una catastrofe.

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Le fantasie sessuali sono antiche quanto la civiltà e probabilmente anche di più. Gli uomini più sono rozzi e più vanno al sodo subito, raramente hanno bisogno di stimolazioni suppletive, e avendo la materia viva a portata di mano evitano anche la masturbazione.

Un tempo la letteratura pornografica interessava soprattutto le classi alte, se non altro per questioni di alfabetizzazione. Poi l’editoria di massa pensò di vendere il prodotto a platee sempre più vaste. È così che la pornografia da piccola industria è diventata, seguendo le leggi del profitto, una delle attività economiche più fiorenti.

Pochi amanti sono disposti ad ammettere che per creare o conservare l’eccitazione nell’atto sessuale, possono aver bisogno di un’immagine mentale come supplemento erotico al corpo del compagno.

Prevalentemente, per quanto riguarda il sesso, siamo vittime dei pregiudizi, della necessità, delle consuetudini, e per fortuna un po’ meno – oggi – delle leggi (almeno apparentemente).


Per quanto riguarda i leader politici, profondamente immorali negli atti pubblici, essi sono per una più rigida moralità nella vita privata. Tranne uno, come ben si sa.

6 commenti:

  1. Mmm...post dal sentore d'antipasto, un tantinello frettoloso, lascia l'acquolina in bocca... Va beh, sei perdonata, siam tutti quasi lessi...

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  2. Mmm...post dal sentore d'antipasto, un tantinello frettoloso, lascia l'acquolina in bocca... Va beh, sei perdonata, siam tutti quasi lessi...

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  3. S’avverte, Olympe, di questo mondo lo scricchiolio s’avverte. E forse ci vuol un udito appena appena piú fine a riconoscerne i segni, nel cinema popolare che si fa viepiú denso d’apocalissi, nell’insistente neodadaismo che implora d’esser decapitato, nei rigurgiti d’arte figurativa che paion lagrime o ammissioni d’impotenza —esemplare la cattedrale di san Nicolò a Noto—, nella proliferazione senza fine di letteratura teologico-politica a fondamento escatologico, nella seducente voragine del cattolicesimo che divora tutt’i senzadio ormai estenuati, nel decadentismo grottesco e nella stanchezza universale. Persino ieri, al teatro antico di Taormina, non s’è lasciato che la serata si chiudesse con Mascagni, e il coro ha intonato i Carmina Burana.

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    1. già, bel riassunto il tuo, un concerto di scricchiolii. ne avremo uno particolarmente sinistro nelle prossime ore

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    2. Io invece mi sento in accordo con l'impressione di Olympe.

      Non si sente la tensione che aleggia prima di uno scatto, di uno strappo. Il giardino dei ciliegi è immerso nel silenzio, non si sente alcun cigolio.

      Gli italiani, evidentemente anche i milioni di disoccupati, sono in ferie. Anche le loro teste sono in ferie. Quelle ci stanno sempre, tutto l'anno. Paese ibernato. Serena rassegnazione, imbelli spallucce. Caos calmo in politica, come sempre. Gli italiani sono in ferie e finché ci saranno agosti di ferie per gli italiani, nulla davvero cambierà.

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