venerdì 16 agosto 2013

L'aeroplanino


Quanto sta avvenendo in Egitto dimostra ancora una volta che senza un’organizzazione politica di classe – e relativo programma ­– non si va da nessuna parte, si resta in un vicolo cieco.

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Per quale particolare pregio sarà ricordata la presidenza Obama? Per le molte promesse mancate, sicuramente. Del resto la politica estera americana nelle sue linee fondamentali è già tracciata dagli interessi di potenza e delle corporation, le stesse che finanziano le campagne elettorali.

I presidenti degli Usa sono solo degli uomini di paglia. Da loro non c’è da aspettarsi alcun cambiamento effettivo su nulla, poiché nessun politico americano può permettersi di essere radicale. Bisognerebbe sapere chi sono gli uomini chiave delle convenzioni, i loro legami, per sapere effettivamente perché un tizio viene scelto quale candidato alla presidenza. E quasi sempre si tratta di un rampollo dell’aristocrazia venale americana, quella che non crede in nulla eccetto i dollari. Per oltre un secolo, dopo che la colonia ottenne l’indipendenza, in molti stati la politica fu soprattutto un affare di poche famiglie. Bisognava nascere Livingstone, Clinton, o Schuyler. Oppure imparentarsi con queste famiglie a mezzo matrimonio come fece Alexander Hamilton, o lavorare per esse. La cosiddetta meritocrazia in una società classista è un’assoluta eccezione, e dato l’alto costo della politica e di creare un’immagine solo i ricchissimi o coloro che si alleano con essi possono sperare di conseguire risultati di rilievo.




Se penso a JFK, il risultato in tre anni di presidenza, a parte la moratoria sugli esperimenti nucleari, è stato un totale fallimento che solo un’abile propaganda, in vita e post mortem, ha saputo occultare presso il grande pubblico e anche presso qualche imbecille di spicco. Se avesse sfidato il Congresso con progetti di legge come quello sul programma governativo per l’erogazione dell’assistenza medica agli anziani e sui diritti civili, forse il Congresso non lo avrebbe seguito ma almeno avrebbe trascinato buona parte del paese dalla sua parte. E invece gli Stati Uniti sono rimasti tra i paesi occidentali quelli con meno diritti sociali, cioè con meno diritti.

Kennedy dichiarava – come rivela Gore Vidal che lo frequentava – che la seconda legislatura sarebbe stata quella che avrebbe visto la realizzazione del suo programma. “Ma conoscendo il carattere – scrive Vidal – , è dubbio che la seconda legislatura avrebbe potuto rivelarsi più utile della prima”.

All’inizio della sua presidenza i “consiglieri” militari Usa in Vietnam erano circa 600. All’epoca di Dallas erano già decine di migliaia e sarebbero assolutamente aumentati ancora negli anni a seguire, anche perché Kennedy non poteva permettersi un’altra figuraccia come quella della Baia dei Porci, ma soprattutto non avrebbe potuto ancora una volta deludere la lobby militare e quella degli armamenti.

E anche Robert, il fratello, non sarebbe stato diverso. Prima di scoprirsi “liberal” era stato compagno di strada di un certo McCarthy.

Nel caso di Obama, invece, è curiosa la “rivelazione” di questi giorni, ossia il fatto che mentre era in corso l’operazione Bin Laden, egli giocava a carte.

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Ieri ho visto passare un aeroplanino con in coda appeso quello che resta di Silvio. Stai tranquillo grande Silvio, a darti una mano ci penseranno gli amici, quelli veri. Quelli del Pd.

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