giovedì 21 febbraio 2013

"Nella storia!"




Scrivevo il 24 novembre scorso: I borghesi devono ammettere l’evidenza, ossia che il capitalismo è a un cambio d’epoca, in una nuova fase della sua crisi che non può essere assimilata alle precedenti per diversi motivi. E i partiti che fanno? Parlano d’altro, promettono l’inverosimile. Non si rendono conto, siamo in mano a dei clown. Perfino delle persone intelligenti dicono e scrivono cose di un altro mondo. Sentite questa a proposito di Oscar Giannino: «Confidiamo che, se eletto, dia seguito a quanto dichiarato ieri, e rinunci al seggio. Sarà il miglior viatico per la rivoluzione silenziosa che lo porterà nella storia di questo paese». L’ho riletta quattro volte questa frase, non ci volevo credere. Una rivoluzione silenziosa che porterà Oscar Giannino nella storia! Così è scritto su Phastidio.

A proposito di rivoluzione. L’aristocrazia francese non rinunciò volontariamente ai diritti feudali, ma solo sotto la lama della ghigliottina. La schiavitù americana dei neri fu abolita – almeno per quanto riguarda le catene vere e proprie – solo dopo una sanguinosissima guerra civile. La servitù della gleba, abolita solo formalmente, dovette attendere il 1917 per essere spazzata via. Il cambiamento, quale attributo essenziale del movimento storico, può superare gli ostacoli frapposti dalla vecchia società morente solo in modo violento. Capisco che Beppe Grillo voglia invece cambiare questo sistema mandando a casa i vecchi mandarini della politica, ma finirà per crearne inevitabilmente dei nuovi. 

Vero è che la sinistra di questo paese non è nemmeno in grado di agitare la protesta sociale come invece sa fare Grillo. Anzi, in non piccola parte si riconosce nel Movimento grillista. Oppure questa sinistra dichiara di voler entrare in parlamento per testimoniare la sua esistenza in vita! E anche, soggiungono costoro, vogliono entrare in parlamento “più che per battersi in prima persona, per fornire informazioni e coordinate politiche per la lotta di domani, in piazza”. Direi piuttosto in attesa che si faccia avanti un nuovo Bertinotti, un altro Prodi, eccetera. Non ci si vuol rendere conto, anche qui, di quanto sia penetrata profondamente la barbarie nelle istituzioni statali e nella società e della volgare degenerazione di ogni cosa. Fare il possibile, oggi, non è abbastanza. Credere di poterlo fare con il voto, è illusione. 


3 commenti:

  1. quando parli con i bersaniani di oggi (ex d'alemiani di ieri) ti accorgi che hanno lo stesso. attaccamento al loro stato sociale dell'aristocrazia dell'ancien regime. persino Bertinotti è attaccato alla sua scorta !

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  2. Eccolo finalmente, un po' di pragmatismo vede la luce! La Storia, maestra di vita!

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  3. Da Samorì, con "Moderati in Rivoluzione" (?!?!?!) a Ingroia con "Rivoluzione Civile", al gesto "rivoluzionario" del papa, fino alle bocche di tanta gente: c'è un uso sbarazzino per non dire puramente errato del termine "rivoluzione". La Rivoluzione è quanto scrivi tu, senza aggettivi e senza orpelli. Poco importa se la si reputa strumento necessario, nobile, deplorevole, evitabile: quello è. Ciò che è peggio non è chi ne fa uso senza saperne il significato storico e viscerale, ma chi, avendone chiara consapevolezza, istiga alla rivoluzione in ogni salsa, nella riposta aspettativa che siano altri ad andare a farsi ammazzare come "interposto rivoluzionario sacrificale facente funzione di rivoluzionari moderatamente civili". Come scrissi alla fine di un post in merito: prego, accomodatevi, le rivoluzioni si fanno, non si invoca indignati chi le faccia al posto proprio.

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