Ci
sono indubbiamente molti motivi per i quali la carta stampata è in crisi, non
ultimo il Corriere della sera dove scrive l’autore di un articolo, comparso
oggi, dedicato al grande collezionismo e che esordisce così:
Robert
Altman, il grande regista di Nashville e America oggi e tanti altri capolavori,
aveva versato vetriolo — da par suo—sui paradossi del mercato dell’arte
nell’incipit, fulminante, della sua biografia di van Gogh, Vincent e Theo. La storia tristissima del genio accecante de «I
girasoli» che visse e morì in povertà disperata comincia con un’asta
elegantemente asettica, ai giorni nostri, d’un quadro di quel grande,
trasformato in investimento milionario per super ricchi senza volto. Ma il film
è del 1990 e da allora è cambiato molto anche nel mondo dei super ricchi,
spiegava ieri il Financial Times anticipando uno studio di Knight Frank,
l’agenzia di consulting del settore
immobiliare fondata nel 1896 nel salotto buono della City londinese. Chissà
come reagirebbe Altman—scomparso nel 2006, prima della grande crisi—leggendo
che neppure i quadri d’autore, ormai, tengono il passo dei nuovi giocattoli di
coloro i quali vengono chiamati dagli esperti di statistica « H n w i », c i o
è «H i g h Net-Worth Individual» —
persone con elevata ricchezza netta, con a disposizione budget di spesa di
decine di milioni di euro.
Quindi
il pezzo di grande giornalismo prosegue a lungo, ma dell’incipit, fulminante, della
biografia di van Gogh, Vincent e Theo,
realizzata da Robert Altman, non c’è traccia. Non avete visto il lavoro
televisivo, la miniserie del regista americano dedicata ai fratelli van Gogh? Al giornalista, Matteo Perdivale, la citazione del regista e dei fratelli van Gogh servivano solo per impreziosire il pezzo. E poi lui scrive per pochi
eletti, per quelli che non si perdono una serie televisiva per nulla al mondo,
soprattutto gli incipit che ricordano a uno schiocco delle dita. Tutti gli altri si fottessero.
A ogni buon
conto c’è sempre da imparare da scrittori di vaglia come Perdivale, per esempio
che esistono gli Hnwi, acronimo che sta per individui con elevata ricchezza
netta, cioè con disponibilità cash di un milione di dollari. Vale a dire solo
750mila euro. Ecco perché con quella cifra acquistano solo croste, monete e valori bollati fuori corso.
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