lunedì 19 novembre 2012

Prendiamo almeno le distanze



Pare che gli astronomi abbiano scoperto un nuovo candidato record per la galassia più distante nell’Universo. Se potessero vederla direttamente e più da vicino scoprirebbero che essa è abitata da democristiani. Invece di denominarla con una sigla, la chiamerebbero Itala. La galassia più lontana dalla realtà è il nostro paese, il quale sembrava aver subito molti cambiamenti politici negli ultimi vent’anni, e invece è sempre rimasto democristiano. Mentre la sinistra – retrodatata rispetto alla dinamica delle cose – è esplosa in stelle cadenti e morenti. Siamo passati da un crepuscolo all’altro senza vedere un po’ di luce. Il problema quindi non è d’ordine politico, come credono in molti ostinatamente, bensì di ordine sociale. Un tempo si sarebbe detto di classe.


È una questione che da almeno un secolo tentiamo di risolvere, in un modo o in un altro ma senza riuscirvi e anzi scornandoci tra di noi. La rivoluzione, infine, la fanno sempre gli altri, truffandoci e chiamandola di volta in volta liberale, fascista, democratica. Di quale rivoluzione nelle sue miserabili varianti si tratti lo sappiamo bene. Noi, un tempo, eravamo portatori di un’idea, di un ideale universale di progresso e di uguaglianza, loro invece solo portatori d’idee di disuguaglianza e disparità, di sottomissione e di schiavitù. Noi abbiamo perso e loro regnano. Erano sbagliate le nostre idee, solo ideologia arcaica? È successo invece che troppi di noi si sono lasciati convincere da quelle opposte, non abbiamo saputo segnare un confine tra le nostre idee e le loro.

Non possiamo incolpare di ciò che è accaduto solo Berlusconi. A decine di milioni gli sono andati dietro, prima abbagliati da tette e culi, quiz e telenovela, poi contenti di essere imbrogliati da lusinghe del cazzo. Quello che concedevamo a lui, un po' ci era concesso anche a noi. E anche quelli che sembravano migliori, alla fine si sono rivelati della stessa pasta, della stessa classe d'interessi. 

C’è solo un modo, al momento, per segnare una rottura con il marcio di politica&affari: non votare. Un’astensione di massa dal voto avrebbe almeno l’effetto di infamare come merita, anche sul piano internazionale, una classe politica corrottissima, mafiosa e clientelare che ha già deciso cosa fare del voto di protesta: metterlo in frigorifero in attesa di spartirselo. Non potrebbero più dire che la maggioranza del paese ha dato fiducia a questo sistema politico, che esso è quindi lo specchio del paese. Almeno su questo piano – redibitorio – non sarebbero più legittimati a parlare, agire e rubare in nome del popolo italiano. Non è molto, ma almeno proviamo a fare questo, a vergognarci per loro prendendo le distanze.


7 commenti:

  1. L'analisi è lucidamente amara: un paese abitato da democristiani di tutti i colori. Ma, leggeri e timidi, alcuni segnali difformi si avvertono. Il non voto, ad esempio, è pratica significativa e da alcuni anni, milioni di cittadini, delusi e sempre più inquieti, hanno percorso l'eloquente strada, sostanzialmente democratica e civile, dell'astensionismo elettorale. Immagino, però, alla prossima tornata di votazioni, un probabile parziale successo del Mavimento 5 stelle. Iscriverei anche questi elettori, con tutte le riserve del caso, nel novero dei delusi e degli offesi piuttosto che tra tra gli abbagliati/imbrogliati. Più che una speranza, quindi, uno sberleffo se non anche uno sputo, ai partiti tradizionali ed ai loro dirigenti. In attesa che la sciovinista Francia finalmente si muova e si opponga alla politica tedesca ed all'egemonia del suo Euro, con la velleitaria Italia, come al solito, a debito rimorchio. Ma non da subito. Dopo un anno.
    Conscrit

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  2. Speriamo che poi però si passi dall'astensione all'azione. E per sorridere un po' ecco quella che mi è sembrata la versione satirica di questo post
    http://www.carmillaonline.com/archives/2012/11/004527.html

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  3. Immagino che lei sappia di essere geniale; capace oltretutto di una scrittura lucida e immaginifica, sarcastica e pietosa.
    Diffondo come posso, come sempre

    Hans

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    1. non si aspetti da me alcun regalo per natale, neanche del carbone

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    2. Non posso non complimentarmi con Hans per l'inarrivabile qualità del suo elogio.Perfetto,oltre che dovuto da tutti i tuoi ammirati lettori.
      Tanti Cari Saluti
      Franz
      p.s. se per questo non mi aspetto nemmeno sconti, visto le cose che posto.

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