Quelle negli Usa sono state le elezioni più costose della
storia, a dispetto della crisi e dell’enorme debito pubblico americano (700 miliardi di
dollari regalati quasi tutti agli speculatori e tre manovre di quantitative easing in tre anni), e alla faccia dei disoccupati e di quei 46
milioni che vivono con i buoni pasto governativi. E va segnalato che anche questa
volta l’Onu non ha mandato i suoi osservatori a sorvegliare il voto negli Usa.
In considerazione dei brogli clamorosi del passato e soprattutto delle modalità
di voto, gli osservatori Onu avrebbero avuto senz’altro molta materia per
indagare.
La misura dello stato confusionale nel quale è tenuto
il popolo statunitense è rivelata da un exit poll della NBC: il 54 per cento degli
intervistati ritiene che il sistema economico degli Stati Uniti favorisce i
ricchi piuttosto che essere equo per tutti. Il che significa, guardando l’altra
metà del bicchiere, che non sono pochi coloro che ritengono che il sistema
economico degli Usa sia equo! La metà degli intervistati ha detto che Romney
avrebbe favorito i ricchi, ma oltre un terzo ha dichiarato che avrebbe favorito
la classe media e il 2 per cento (immagino si tratti dei petrolieri texani) ha
detto sfrontatamente che avrebbe favorito i poveri.
Obama ha vinto contro un repubblicano, ex-CEO di Bain Capital, che si presentava con un
look e le idee di J.R. Ewing. Ha vinto il meno peggio, essendo diventato il
Partito repubblicano apertamente fascista. I repubblicani hanno subito una debacle al Senato, ma ciò non cambierà
la situazione di una virgola, dato che al Congresso comandano loro. Sono altresì
importanti le ultime dichiarazioni del riconfermato presidente, poiché egli
ripagherà i suoi elettori con riforme finte e tagli ancora più devastanti per le
loro condizioni di vita. Il "grande patto" che si è impegnato a
negoziare con i repubblicani sarà a spese della classi più deboli e dei
programmi sociali. Non per nulla Julian Castro, scelto da Obama come relatore
principale alla convention democratica, ha detto che le elezioni sono state “un
mandato per il compromesso”.
Obama ha anche salutato i militari americani, citando
in particolare le truppe delle forze speciali. Peraltro il premio Nobel per la
pace non ha preso nessun impegno per il ritiro immediato dall'Afghanistan, nessuna
chiusura di Guantanamo, mentre non è da escludere un intervento in Siria o
Iran. Obama ha sottolineato che il meglio deve ancora venire. Ne è convinta
anche la fazione di destra della borghesia italiana, finanziaria e lobbista, sostenuta
anche da Giorgio Napolitano. E sappiamo bene quali rapporti sussistano tra gli
Usa e questo statista fin dagli anni Settanta.
Non c'entra niente, ma... auguri: oggi è il 18 brumaio!
RispondiEliminagrazie molte (di solito l'anniversario è il 9 novembre)
EliminaSalve Olympe.
RispondiEliminaMa si sa la percentuale di astensionismo quale è stata in queste elezioni USA?
Per me credo, sia importante sapere questo dato.
Poi, segnalo sull'argomento, questo VD di Chomsky:
http://www.youtube.com/watch?v=xgPSe0Ykdzs
dal titolo (significativo) "Gli Stati Uniti non sono una democrazia".
Saluti da F.G.
grazie della segnalazione
Eliminaciao
Buongiorno Olympe.
EliminaPerò non ha risposto alla domanda, riguardo l'astensionismo nelle elezioni presidenziali USA.
F.G
in generale succede questo:
Eliminahttp://www.unrestmag.com/a-vote-for-abstention-us-elections-2012/
i voti validi sono stati 119.234.657, l'affluenza è stata del 57,5%
Mi permetto, con tua grazia, di propagare il post sul mio profilo facebook.
RispondiEliminaTi ringrazio di nuovo per tutto il lavoro che svolgi.
Saluti,
Giacomo.
Grazie molte, Giacomo.
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