martedì 13 novembre 2012

Viva il Papa



Credo non sia sfuggita nemmeno ai più entusiasti sprovveduti la povertà e la strumentalità dello spettacolino offerto ieri sera da quelli che dovrebbero essere i dirigenti del più rappresentativo partito del paese in corsa elettorale per governarlo. Che il segretario del Pd abbia infine concluso che il personaggio al quale s’ispira è un papa, seguito dalla dichiarazione del leader del Sel che invece gli preferisce un cardinale, dà la misura della tenebrosa metafisica alla quale è ancora soggetto un popolo – incapace di esercitare la propria sovranità diretta e sotto la soglia di un'autentica coscienza politica – nel XXI secolo.

Quale importanza potrà mai avere il risultato delle elezioni quando a scontare la politica economica, di un esecutivo qualunque, saremo sempre e comunque noi, fatti convinti ancora una volta di essere liberi e decisivi, quindi compiaciuti di essere ingannati. Senza uno cospicuo e anzi spropositato premio di maggioranza – che ricordi la mussoliniana legge Acerbo o la tentata legge truffa degli anni Cinquanta – nessuno dei contendenti potrà governare e il rischio non sarà quello, paventato da Bersani, di nuove elezioni, bensì di una riedizione del pastrocchio attuale. E, del resto, l’agenda economica per i prossimi anni, per i lustri a venire, è già stata scritta altrove e scolpita anche in costituzione.

Con questi materiali, con tali rovine, non si costruirà nulla di solido o anche solo di sufficiente consistenza da far fronte alla nuova fase che chiamano globalizzazione. Il progetto europeo guidato dalla Germania e vincolato all’alleanza con gli Usa non ci vede protagonisti – si è ben compreso con la vicenda libica – ma solo utili servitori e l’Italia confermarsi come territorio per le solite scorribande. Siamo troppo elementari nei nostri personali egoismi, ristretti negli orizzonti, si vedeva chiaramente ieri sera nell’espressione di posizioni solo apparentemente diverse ma tutte convergenti nel non mettere davvero in conto un radicale cambiamento e di assetto e di prospettiva.

Eppure basterebbe poco per riflettere sull’essenziale. Per esempio: posto che si deve vivere tutti i giorni, è necessario che tutti si lavori per quel tanto che serve. Un principio fondamentale così chiaro, se applicato, sarebbe già una rivoluzione. È, mi pare, già iscritto in costituzione. Un altro principio fondamentale è quello che l’Italia ripudia la guerra. L’esperienza storica dimostra che un popolo può difendersi anche senza cacciabombardieri e portaerei. Un altro principio riguarda la progressività della tassazione. Si cominci da quella che riguarda le successioni e a far pagare l’Imu a papi e cardinali. Un altro riguarda la rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini. A questo proposito: indichi il candidato alle primarie quali misure concrete egli intende fin da subito adottare per dare attuazione a tale principio fondamentale iscritto nella costituzione. E su questi temi di ordinario riformismo ci si sarebbe almeno fatti un’idea meno approssimativa di che cazzo vorrebbero fare questi qui una volta eletti.

2 commenti:

  1. "Un altro principio riguarda la progressività della tassazione. Si cominci da quella che riguarda le successioni".

    Scusi l'ignoranza in materia, ma cosa sarebbero queste "successioni".

    La ringrazio per la risposta che mi darà.

    Buongiorno.

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    1. buongiorno a lei.

      molto semplice:

      http://diciottobrumaio.blogspot.it/2012/04/leredita-di-classe.html

      http://diciottobrumaio.blogspot.it/2012/07/la-lista-falciani.html

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