giovedì 18 ottobre 2012

Il grande imbroglio



Ma quale spy-story, la vicenda Finmeccanica è molto più avvincente. Ma cos’è Finmeccanica? È anche roba nostra se dovessimo dar credito alla leggenda che lo Stato siamo noi. Finmeccanica è una gigantesca holding, controllata per il 30,20% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, un vero e proprio colosso nei settori dell’aeronautica, dell’aerospaziale, delle telecomunicazioni, della difesa, dell’energia e dei trasporti; ha 70mila dipendenti e 100 uffici nel mondo; ha chiuso il 2011 con 17,4 miliardi di euro di ricavi ed ha acquisito 17,43 miliardi di ordini per i prossimi due anni e mezzo.

Un bel boccone, vero? Se lo mangeranno. Per esempio, i tedeschi della Simens vogliono papparsi il 100% di Ansaldo energia, la prima azienda del gruppo Ansaldo (controllata da Finmeccanica) e tra i primi gruppi al mondo come produttore di centrali elettriche. Di questo ha trattato anche la Merkel con Monti. Ma c’è di mezzo il Fondo strategico italiano della Cassa Depositi e Prestiti che vorrebbe acquisire il 30% di Ansaldo energia. In questo modo il gruppo resterebbe italiano. Allora è intervenuta la Banca d’Italia con i suoi ispettori inviati alla Cassa Depositi e Prestiti a motivo dell’eccesso di partecipazione di questa rispetto al patrimonio. Anche la Gabanelli di Report si è occupata di Cassa Depositi e Prestiti, ma si tratta di un caso.

Ma non è di questo che voglio scrivere. Il 3 marzo scorso c’è una Audi 6 nera con targa ticinese imbottita di microspie dai carabinieri. A bordo due uomini che stanno andando al ristorante, uno di loro è un mediatore di Finmeccanica, tale Guido Ralph Haschke. Racconta all’altro, tale Carlo Gerosa, com’è andata una certa faccenda di 51 milioni di ero di tangenti pagate per la fornitura di 12 elicotteri Agusta Westalnd per la polizia indiana, un affare da 556 milioni di euro. Gli confida che le carte segrete sull’operazione sono a casa di sua madre, un’anziana signora di Lugano.

Quando in aprile a Berna arriva la rogatoria richiesta dalla procura di Napoli, i gendarmi elvetici suonano alla porta della mamma di Guido Ralph Haschke e trovano i documenti, compreso un memorandum dal quale si ricava che anche un generale indiano è stato corrotto per il collaudo degli elicotteri. Tutto nasce da una dichiarazione, – scrive il Secolo XIX (quotidiano genovese dove ha sede l'Ansaldo) – dell’ex manager di Finmeccanica Lorenzo Borgogni, il quale mette a verbale: «l’ascesa di Giuseppe Orsi da amministratore delegato di Agusta a capo di tutta Finmeccanica, è avvenuta grazie al pagamento di una tangente di 10 milioni alla Lega Nord e a Comunione e Liberazione». I soldi sarebbero tornati indietro dai 51 milioni di provvigione pagati per l’affare indiano a tre mediatori internazionali: lo svizzero-americano Guido Ralph Haschke, l’italo-svizzero Carlo Gerosa e il britannico Christian Michel.

Prima del Secolo XIX, ne aveva scritto, il 21 maggio 2012, Marco Lillo, sul Fatto Quotidiano: «Lorenzo Borgogni ha riferito di avere saputo in ambito aziendale (anche se non ha rivelato la fonte delle sue informazioni che a maggior ragione sono tutte da riscontrare) che nella vendita di 12 elicotteri da parte di Agusta Westland al governo indiano sarebbe stato riconosciuto un compenso di 41 milioni di euro a un consulente del gruppo che ha rapporti storici con la Agusta, un imprenditore che opera in India ma è residente a Lugano e si chiama Guido Ralph Haschke. Questa somma, dovuta per le sue prestazioni, stando al racconto di Borgogni, però sarebbe stata poi elevata a 51 milioni per far fronte alle "esigenze" dei politici della Lega Nord».

Le cose a Finmeccanica si fanno incandescenti. Viene convocata una conferenza stampa e Il Fatto Quotidiano viene escluso dalla stessa. Il giornalista Gianni Barbacetto ha spiegato: «Dopo un po’ di attesa una dipendente dell’avvocato mi ha spiegato che noi non siamo stati invitati e siamo sgraditi, anche perché l’avvocato stesso ha avuto mandato di querelarci». Stando a quanto battono le agenzie, in quella conferenza stampa, l’avvocato di Orsi, Ennio Amodio, ha raccontato che la presunta tangente pagata dal numero uno di Finmeccanica alla Lega «è rimasta priva di ogni riscontro. Non c’è neppure il più piccolo indizio su questa vicenda è passato un anno dalle dichiarazioni di Borgogni e non è stato raccolto niente».

E ancora: «Borgogni non parla mai per conoscenza diretta dei fatti ma continua a dire di aver raccolto delle voci interne all’azienda su cui non ha mai fatto accertamenti. […] Sulla base delle carte depositate abbiamo prova della sua provata malafede se non dolo di Borgogni e assumeremo in tempi brevi delle iniziative». Sulla questione indiana, Amodio ha detto: «Dal contesto degli atti buttati lì alla rinfusa non vi è mai alcuna conferma che Orsi abbia fatto alcun accordo perché un consulente intervenisse nel mercato indiano per pagare tangenti».

Mah, chissà cosa sta veramente succedendo. È da tempo che vado scrivendo in questo bloggetto miserello che ci stanno troppe manine e manone sulle vicende Finmeccanica. Sapremo mai la verità? Non credo ed è assai difficile stabilire chi manovra chi. Media compresi. L’unica cosa che mi pare certa è che la strategia dei grandi poteri è di usare la finanza e le debolezze dei governi locali (cioè corruzione e criminalità politica)  per distruggere l’economia e l’ordine sociale interno, e poi assumerne il controllo comprando pezzi rilevanti del patrimonio statale e relativo debito sovrano.


Venerdì 18 ottobre: Guido Ralph Haschke, l'intermediario svizzero-americano di Finmeccanica indagato a Busto Arsizio per la vicenda della vendita dei 12 elicotteri di Augusta Westland all'India, è stato arrestato nell'ambito di un'inchiesta della procura federale di Lugano. Lo riporta l'Ansa citando fonti giudiziarie, secondo cui l'accusa è riciclaggio.



2 commenti:

  1. La conclusione del post ricorda quanto va dicendo Alberto Bagnai (anche sul suo blog, Goofynomics, interessante comunque la si pensi). Certo i punti di partenza e le prospettive sono assai diversi: Bagnai, lontanissimo dall'essere marxiano, è un economista ortodosso, nemmeno particolarmente progressista, e parla di imperialismo tedesco piuttosto che di aporie del capitale. Resta che ormai soltanto chi è stupido o in malafede - qualche miliardo di persone in totale, purtroppo - non vede in filigrana una strategia di dominio dietro gli eventi di questi tempi.
    mauro

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