Giolitti, nel 1912, dovette estendere il suffragio
maschile anche agli analfabeti se non voleva escludere ben più della metà
dell’elettorato potenziale.
Fino al 1946 solo il 15% della popolazione
(prevalentemente maschile) frequentava la scuola oltre il 4° o 5° anno delle
elementari. Il fascismo si può spiegare anche così. Con la repubblica in pochi
anni si arrivò fino al 75%, ma ciò significa che circa un quarto della
popolazione in età scolastica non frequentava la scuola dell’obbligo. Negli
anni sessanta ancora oltre il 10% dei ragazzi non frequentava la scuola! Ma di
quelli che la frequentavano, ben 462.000 l’anno non arrivavano a concludere
l’obbligo, quasi tutti figli di contadini e operai.
Il numero di analfabeti è sempre stato piuttosto
sostenuto nel nostro paese, ed è tuttora presente in modo endemico. Anzi, ben
oltre le statistiche. Un esempio.
La lettura di un testo, se non è stato scolpito su
pietra mitteleuropea da Massimo Cacciari, non dovrebbe rappresentare difficoltà
insormontabili e tali da renderci ridicoli se fatta in pubblico, tanto più se
si ha la possibilità di leggerselo prima del debutto in scena. E invece per molti
la lettura rappresenta un problema, anche per quelli che possono esibire la
licenza media e a volte persino una laurea. E non di rado si assiste a scene
esilaranti persino in Parlamento, come questa. Del resto, il Parlamento è
specchio del paese, autoritratto di un popolo entro uno specchio convesso.
http://www.repubblica.it/economia/2012/10/03/news/ore_lavorate_italia_al_top_in_eurolandia-43749350/?ref=HREC1-1
RispondiEliminaUn articolo che sono sicuro stimolerà un suo commento o post :)
grazie, più tardi lo leggerò
Eliminaciao