Mentre
ci si balocca nel giogo elettorale inseguendo una politica sempre uguale e in
ritardo rispetto ai mutamenti decisivi, sta prendendo corpo l’Europa del
prossimo decennio, a guida tedesca, che guarda per i propri affari a Est, isolando
le propaggini più meridionali del continente, sempre instabili e tese al
secolare levantinismo.
Per
qualche giorno, in quella parte d’Italia – la Sicilia – tanto importante per
certe statistiche quanto avara per altre, ci si occuperà di percentuali e di seggi,
di alleanze politiche e nuovi incarichi. La nostra regione più estesa e tra le
più popolate, ricca di natura e onusta di storia, che potrebbe essere la nostra
California, è invece stretta da mille problemi che non di rado pensa siano gli
altri a doverglieli risolvere, scarsa com’è in generale d’iniziativa e viziata
da una rassegnazione atavica.
Glielo
ha gridato forte Grillo ai siciliani: dovete cambiare. Facile dirlo abitando a
Genova o a Trieste. Prevale la sfiducia e tuttavia ci proveranno, per delega e
sperando nel miracolo, in un Messia. Spiace dirlo, soprattutto per quei giovani
che ci credono, ma cambierà poco – a parte i fuochi d’artificio dei primi
giorni in onore del nuovo santo – così poco che tutto sarà come prima e come
sempre.
(x+y+z)+1=0.
RispondiEliminafranz
p.s. al messaggio in iperbolico z non hai risposto,eh!Dunque lo hai compreso.