giovedì 11 ottobre 2012

Categorie svantaggiate



È interessante uno studio pubblicato dall’Unicef sulla base di dati dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Riguarda il numero dei bambini che vivono sotto la soglia di povertà in 35 paesi. Gli Stati uniti vengono al secondo posto, subito dopo la Romania, e i bambini in Grecia, Spagna e Italia non se la passano bene. Nemmeno il Giappone. Tuttavia, almeno in Italia, le cose miglioreranno con l’introduzione della Tobin tax e lo spegnimento dell’illuminazione pubblica.


(cliccare per ingrandire)

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Un tempo non erano molti a leggere i giornali, a causa del diffuso analfabetismo e anche per motivi economici. Chi leggeva lo faceva per informarsi. Oggi leggiamo soprattutto per distrarci. Dicono che la banalizzazione dell’informazione sia una strategia. Non ho dubbi in proposito, nel castello stregato dell’ideologia c’è molto di questo. Ciò che ci appare naturale riguarda invece precise direttive ideologiche di classe, un sistema di rappresentazioni dettato da linguaggi prefabbricati e logiche precostituite.

Un esempio concreto può essere Eugenio Scalfari, il cui ascendente, soprattutto presso il ceto medio parassitario, è misurabile e tanta parte ha nella formazione della cosiddetta “opinione pubblica”. Sua è la legge dei vasi comunicanti riferita alle nuove condizioni dettate dalla globalizzazione: «Le categorie svantaggiate e costrette a rinunciare ad una parte delle conquiste raggiunte nell'epoca “prima di Cristo” debbono recuperarle su altri piani e in altre forme nell'epoca del “dopo Cristo”. Debbono cioè impostare un piano globale di redistribuzione del reddito da chi più ha a chi meno ha». 

Le “categorie svantaggiate”. Sostituendo alle classi sociali le “categorie”, i “gruppi”, ciò che si vuole negare è la realtà delle contraddizioni nell’ordine capitalista. L’empirismo e il positivismo considerano i fenomeni dell’emarginazione e della povertà per quanto si mostrano nella loro esteriorità e perciò ne escludono il nesso causale che ne sta a fondamento. È interesse del dominio che dal discorso pubblico scompaiono le classi sociali in quanto strutture oggettivamente motivate e determinate dalla base economica e dai rapporti complessivi storico-sociali.

Ma di questi aspetti non si occupa quasi più nessuno.

2 commenti:

  1. «Le categorie svantaggiate e costrette a rinunciare ad una parte delle conquiste raggiunte nell'epoca “prima di Cristo” debbono recuperarle su altri piani e in altre forme nell'epoca del “dopo Cristo”. Debbono cioè impostare un piano globale di redistribuzione del reddito da chi più ha a chi meno ha».

    questo bel discorso sarebbe stato utilissimo ai vecchi padroni delle ferriere per giustificare l' assunzione dei crumiri ... gente sicuramente piu bisognosa, visto che accettavano cio' che rifiutavano gli operai in sciopero.
    Ma i vecchi padroni non lo facevano perche' erano gente rozza che non aveva ancora assunto gli intellettuali alla scalfari :-)

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  2. Dal vocabolario giornalistico è scomparso anche il termine “capitalismo”. Una considerazione in proposito qui

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