Il
Movimento di Grillo ha vinto le elezioni in Sicilia, anche se non ha vinto il
suo candidato presidente. Chi afferma il contrario è un asino. Però
l’astensionismo ha stravinto. E questo sarebbe un buon segno se il dato fosse
confermato alle prossime politiche, ma temo non sarà così. Di fatto, poi, i
partiti di prima governeranno la Sicilia con qualche faccia nuova a mimare il
cambiamento. Ma non sono loro a comandare. Non era difficile vaticinare quanto
ho scritto nel post di ieri mattina. Comunque uno scossone a questo sistema in
putrefazione se non altro serve ad aprire un po’ gli occhi alla gente, anche se
alla fine gireranno la testa da un’altra parte. Tutti teniamo famiglia.
Intanto,
con buona pace dei partiti (e degli antipartito), i vecchi Stati nazionali
europei stanno scomparendo. La loro crisi, irreversibile, è determinata in
primo luogo dalla nuova fase dell’imperialismo, cioè dalla necessità della
borghesia europea di darsi una struttura corrispondente alle necessità della
competizione globale. Dal punto di vista riformista, ossia per chi si
accontenta, la cosa non potrà che avere – anche in tal caso – qualche effetto
positivo dalle nostre parti. Tuttavia il peso della nostra burocrazia politica
e amministrativa resta soverchiante e ogni tentativo di riformare questo paese
si rivela vano. Ciò che comanda veramente in Italia non è solo la grana e il
sesso come dappertutto. Insomma, una botta di Savonarola da noi non basta.
Da
domani sarò per qualche giorno a Roma. Non mancherò, come solito, di passare
davanti al Colosseo. Aveva 129mila posti! Lì sì che gli spettatori si
divertivano per davvero. E il sangue non fingeva.
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