Quando leggo che è in atto una raccolta di firme per
far approvare una legge anticorruzione (peraltro blanda rispetto alle richieste
del G.R.E.C.O., cioè rispetto alle precise richieste di quell’organismo del
quale ho scritto nell’aprile scorso, quando la maggior parte dei sottoscrittori
dell’appello non sospettavano – e forse neppure ora –di cosa si trattasse)
diventa netta la sensazione di vivere in un paese al di fuori della realtà.
In un paese dove nessuno, nemmeno le commissioni ad hoc, riescono a stabilire quanto guadagnano i parlamentari, dove i
presidenti di regione hanno una retribuzione almeno pari a quella del
presidente degli Stati Uniti, e dove i consiglieri degli enti locali hanno
stipendi più alti di quelli del cancelliere tedesco; in un paese dove il
governatore della banca d’Italia guadagna in un anno quanto mezzo governo
britannico; ebbene, in un paese di tal fatta, è giusto tagliare gli adeguamenti
pensionistici e le spese sociali.
Nella nostra democrazia totalitaria (non è semplice ossimoro)
comandano e decidono pochi feudatari senza alcun effettivo e reale controllo.
Tutti gli altri fanno da corte, da claque, giullari, ed è conseguenza che a
questi personaggi di seconda e terza fila sia data libertà di saccheggio per
garantirsene il silenzio e la fedeltà. Solo così si possono controllare i gangli
dell’apparato amministrativo statale e locale, delle banche e delle fondazioni,
delle partecipazioni statali, del sottobosco clientelare.
Lo scrivevo due mesi fa: la storia politica dell’Italia
è per lunghi tratti la storia criminale dei partiti politici e della loro
gestione dello Stato, della loro commistione con poteri di ogni genere, spesso
illegali, in cambio di voti, di soldi, di quote di potere, di controllo del
territorio, di risorse e flussi di spesa. Della loro intelligenza con potenze
straniere e bande armate.
Tutta gente che non ha nessun
merito o prestigio sul piano intellettuale, scientifico, sociale, ma che può
vantare dei meriti pratici, anzitutto l’attitudine all’intrigo, all’accordo
sottobanco mille volte tradito, ed è capace di saper creare le illusioni
necessarie. Sono ancora in molti a dar credito a questa gentaglia, si vede bene
a ogni elezione, non esclusa la prossima.
Non basta, quindi, per spiegare
questi comportamenti, chiamare in causa l’interesse diretto o riflesso, che
pure c’è, eccome, di classi e ceti sociali di un medesimo pozzo, ma è
necessario riconoscere in questo genere di persone, di elettori, anche un buon
grado di stupidità, di abiezione e indifferenza.
Truffaldini ingannati da truffatori. Ma anche l'inverso. Un importante ministro, di non molte legislature fa, amava disinvoltamente comprare a buon prezzo, da ricettatori, oggetti d'uso di valore cospicuo. Perchè cosi' fan tutti, per essere comune tra i comuni, per farsi furbescamente benvolere. Gli venivano fornite, viceversa, merci perfettamente legali ma che a lui descrivevano, per gratificarlo, di fraudolenta provenienza. Senza rischi lo tenevano in pugno.
RispondiEliminaConscrit
Io intanto le segnalo anche quest'altro articolo: http://agenziaradicale.com/index.php/economia/639-lavoro-ichino-con-la-sindacalizzazione-una-sinistra-per-vecchi
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