Mentre nelle strade di diverse città francesi infuria la protesta dopo l’uccisione di un giovane da parte della polizia, e dunque la situazione si sta facendo interessante, il Senato francese ha adottato, in prima lettura, il ddl di programmazione militare (LPM) per il periodo 2024- 2030. Un’approvazione con 314 voti favorevoli e 17 contrari – provenienti dalle file comuniste – che ha convalidato un nuovo aumento di diversi miliardi di euro della dotazione finanziaria iniziale di 413 miliardi - già definita “storica”. Il debito pubblico francese ha superato il suo massimo storico del 112,5% del prodotto interno lordo nel primo trimestre.
Rivolte e scontri con la polizia sono avvenuti a Lille, Lione, Marsiglia, Tolosa, Bordeaux, Montpellier, Strasburgo, Nizza, Rennes, Rouen, Tours e nell’area parigina (in particolare nel 12° e 14° distretto a sud della città). A Lione, la seconda area metropolitana della Francia, i manifestanti hanno bruciato autobus e tram in diversi sobborghi. A Lille, hanno bruciato diversi edifici municipali e stazioni di polizia locali. Anche a Montpellier, Reims e Orléans delle stazioni di polizia sono state bruciate, mentre il fumo si è alzato in diverse zone di Tolosa e Marsiglia quando i manifestanti hanno bruciato delle auto.
Non solo in Francia cresce la protesta, anche in Place Anneessens a Bruxelles la polizia belga ha schierato cannoni ad acqua contro i giovani che protestavano in solidarietà con la famiglia di Nahel, il giovane ucciso. In Italia, invece, il maltempo non favorisce le riunioni nelle piazze e poi siamo troppo presi dall’inevitabile sorte di Putin.
Tutt’altro accade, come detto, in Francia. Secondo un rapporto dell’intelligence locale “Tre giorni dopo gli eventi, l’eccitazione non si è ancora placata. Il periodo pre-estivo, caratterizzato inoltre da un clima piacevole, incoraggia i giovani a riunirsi nelle aree pubbliche e a commettere rapidamente vari atti di violenza. La persistenza di questi incidenti è quindi prevedibile su tutto il territorio nazionale, con probabile estensione, a partire da questa sera [ieri sera], a quartieri fino ad ora rimasti tranquilli”. Non sto scherzando, è un rapporto autentico!
Come il giorno prima, video di incendi e danni sono stati diffusi su Twitter, Snapchat, TikTok e Telegram. Al punto da portare il presidente Emmanuel Macron a invitare le maggiori piattaforme a rimuovere “i contenuti più sensibili”, chiedendo loro di collaborare per individuare coloro “che usano questi social per chiamare al disordine o esacerbare la violenza”.
Questa protesta disarmata e disorganizzata, fomentata da rabbia e frustrazione, non ha prospettiva. Si spegnerà al più tardi la prima sera di pioggia battente.