lunedì 26 giugno 2023

Sarà per un'altra volta

 

I media hanno dato ampio risalto al ruolo svolto della brigata Wagner nel contesto della guerra in Ucraina. Ruolo sicuramente significativo ma che non va esagerato. Si tratta di una componente militare numericamente modesta rispetto alle forze russe in campo.

Dunque, per quale ragione Prigozhin avrebbe messo in atto quanto è avvenuto? Si può tranquillamente supporre che la sua mossa sia stata dettata dalla disperazione, ossia per prevenire azioni contro di lui che l’avrebbero messo in condizione di non nuocere.

In primo luogo, è evidente che i suoi crescenti conflitti con l’apparato militare russo erano giunti al culmine, con dichiarazioni pubbliche al vetriolo di Prigozhin nei confronti del ministro della Difesa Shoigu, accusato di non aver condotto la guerra in modo abbastanza aggressivo.

I militari erano stufi del patrocinio di Putin nei confronti di questo delinquente volgare e irrispettoso (nei confronti dei militari). Inoltre, le operazioni della sua unità, sebbene utili in misura limitata, hanno anche interferito con la condotta generale della guerra da parte degli stati maggiori russi.

È stato riferito che i finanziamenti per Wagner dovevano essere sostanzialmente tagliati, e, all’inizio di questo mese, Prigozhin aveva rifiutato di accettare la richiesta di Putin che Wagner fosse posta sotto il controllo della leadership dell’esercito.

Che Prigozhin sia stato usato sia da elementi interni che esterni non è solo possibile, ma è una certezza. Sarebbe il colmo credere che la Nato e le altre forze in campo siano state spettatrici passive negli eventi culminati in quelle 24-36 ore.

Sicuramente è stata seguita con estrema attenzione l’escalation della guerra verbale tra Prigozhin e l’esercito russo, ed emissari di vario tipo hanno preso sicuramente contatto con lui. Non c’è altra spiegazione credibile in rapporto alle dichiarazioni di Prigozhin nel momento in cui lanciava la sua operazione.

Il tentativo di colpo di stato, che non aveva alcuna possibilità di successo senza l’appoggio diretto degli stati maggiori russi, è stato messo in atto a meno di tre settimane dall’inizio della strombazzata controffensiva sostenuta dalla Nato in Ucraina, costata decine di miliardi di dollari e finora rivelatasi una debacle, con migliaia di soldati ucraini morti e solo pochi villaggi conquistati.

L’ipotesi, alla quale ho fatto cenno anch’io ieri, di un golpe per consentire a Putin di regolare i conti con i vertici militari, con il passare delle ore perde sempre più credito. Per come si prospettano le cose è più probabile che il tentativo di Prigozhin, oltre che scaturito da motivazioni strettamente personali dell’interessato, puntasse ad altri scopi.

Chi dall’esterno ha sostenuto Prigozhin, ha calcolato che un tentativo di colpo di stato, anche se fosse fallito, avrebbe destabilizzato il regime e minato le sue operazioni militari. In ogni caso, ha spostato la narrativa dei media dal fallimento della controffensiva ucraina al fallimento del regime di Putin.

Che il colpo di stato sia stato preparato con un livello significativo di coinvolgimento della NATO è più che plausibile. Tuttavia dipingere il tentativo di colpo di stato principalmente come il prodotto di una cospirazione dell’intelligence americana significherebbe ignorare le vere divisioni che esistono in Russia e gli interessi particolari che ne determinano le dinamiche.

Mi pare evidente che ciò che è avvenuto mette a nudo una situazione in cui è stato perso il controllo di un Frankenstein creato da Putin e dall’intelligence militare del GRU GSh. Sul fatto però che Putin resti saldamente al potere, personalmente non ho dubbi. Spiace per chi aveva già prenotato popcorn e prosecco.

7 commenti:

  1. Il fatto che l'Ucraina non abbia potuto/saputo approfittare della situazione rende palese il peso relativo della Wagner. La Russia non si regge sulle truppe mercenarie, come ci continuano a raccontare i giornalisti.
    Pietro

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  2. Considerazioni corrette. Sul piano strategico, mi sembra interessante questo https://eng.globalaffairs.ru/articles/ukraine-and-nuclear-weapons/

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  3. invasioni Russia: Napoleone 600.000 soldati, Hitler 3.650.000,Prigozhin 25.000.Mah!

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  4. Formidabile! In termini scacchistici, il “golpe virtuale” di Prigohzin si è risolto, grazie alla lucidità e alla determinazione del giocatore di ultima istanza (Putin), in un ‘sacrificio’ di torre (dislocazione della “Wagner” e del suo capo in Bieolorussia, al confine con la Polonia) che ha assicurato al presidente, dato da molti per spacciato, la vittoria tattica su tutta la linea, rendendolo ancora più forte. Ora, al presidente resta solo da sfruttare quello strano “golpe” come la cartina di tornasole che ha fatto venire allo scoperto nel suo paese, separandoli nettamente in campi ben identificabili, i potenziali traditori e gli autentici lealisti. Davvero un ‘colpo’ magistrale, degno, ad un tempo, di Ivan il Terribile e di Giuseppe Stalin. Agli stolidi “criminali collettivi” (si legga, per misurarne tutto il servilismo e tutta l’ottusità, il commento della vicenda russa steso dal direttore del quotidiano “Il Foglio”) ora non rimane altro che muovere i pezzi che restano, a cominciare dai pedoni ucraini, sapendo che la posizione della NATO è, per usare un’altra metafora scacchistica, la posizione di ‘Zugzwang’: qualsiasi mossa tu faccia, sei destinato allo sconfitta.

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    1. Ottima e più che condivisibile analisi.

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