sabato 17 giugno 2023

Un libro di grande successo


Dopo quasi due settimane, è chiaro che la “controffensiva di primavera” dell’Ucraina, promossa per mesi dai media occidentali, non ha fatto, almeno per il momento, progressi significativi, mentre le forze armate ucraine subiscono perdite devastanti. Dall’inizio del conflitto centinaia di migliaia di soldati ucraini sono rimasti uccisi o feriti, vale a dire una parte considerevole della popolazione in età da combattimento.

Con fredda indifferenza per la massiccia perdita di vite umane, l’amministrazione Biden cerca di combattere la guerra fino all’ultimo ucraino. Ma il problema con questa strategia è che la Nato sta finendo gli ucraini da mandare a morire.

A Washington prendono atto che l’Ucraina da sola non può respingere i russi oltre confine, generando una crisi che porterebbe al crollo del governo Putin. Sanno benissimo che, stante l’attuale situazione sul terreno, aprire una trattativa è impossibile. Non solo, non hanno comunque alcun interesse ad aprire una trattativa, poiché l’obiettivo è il controllo del Mar Nero e dell’Asia centrale, in modo da poter circondare la Cina sui tre lati.

In questo contesto, venerdì i ministri degli esteri dei paesi della Nato hanno concluso un vertice di due giorni volto a finalizzare i piani per un’alleanza militare ufficiale tra la Nato e l’Ucraina. Questo sarà il contenuto del vertice di luglio della Nato a Vilnius.

Il vero problema, tuttavia, non è l’Ucraina che entra nella Nato, ma la Nato che entra in Ucraina, attraverso un’escalation della guerra che porti al suo coinvolgimento diretto nella guerra. L’unica ragione per accelerare l’ingresso ufficiale della Nato in Ucraina è creare il quadro per una tale escalation.

Il governo polacco è ben disposto ad allargare l’area del conflitto, ben sapendo di avere alle spalle, in caso di bisogno, tutta la strapotenza della Nato. Resta da capire fin dove i governi europei, inetti e succubi, accetteranno di seguire Washington su questa strada.

Non va esclusa (non va mai esclusa) un’escalation che porti all’impiego di armi nucleari tattiche. Rammento che nel 1957, Henry Kissinger, nel suo libro Nuclear Weapons and Foreign Policy (*), descrisse l’impiego di armi nucleari tattiche nel combattimento in prima linea, per impedire l’avanzata delle forze convenzionali e per evitare un disastro proprio come quello affrontato dalle forze ucraine. Ciò che vale per gli Usa-Nato vale ovviamente anche per Mosca.

(*) Henry A. Kissinger. Foreword by Gordon Dean. New York, Harper & Brothers for the Council on Foreign Relations, 1957.—xx, 455 pp.. Un libro di grande successo che si può acquistare per meno di 20 euro. 

3 commenti:

  1. L'indicazione bibliografica non mi pare completa. Per caso, il titolo è Nuclear Weapons And Foreign Policy?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ho omesso di ripetere il titolo perché è riportato poche righe più sopra. ad ogni modo grazie.

      Elimina
  2. la Nato dappertutto:
    https://www-thenation-com.translate.goog/article/world/china-war-taiwan-military-power-asia/?_x_tr_sl=en&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=sc

    RispondiElimina