martedì 13 giugno 2023

"Stiamo aprendo un nuovo capitolo nella storia"

 


Deporre corone di fiori a Hiroshima in memoria della guerra di ieri, e intanto gettare il seme delle guerre di domani, come scrive opportunamente Lotta comunista nel numero di maggio. Pertanto, bisogna farsi trovare pronti per la guerra.

Fa bene l’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico a lanciare il più grande gioco di guerra aerea nella storia dell’alleanza (Air Defender 2023), con 250 velivoli che combattono una guerra simulata con la Russia, implicando la possibilità che l’esercitazione di addestramento, con sede in Germania e guidata dalla Luftwaffe, possa in qualsiasi momento trasformarsi in uno scontro diretto tra i Paesi della Nato e la Russia.

Difatti, il New York Times ha scritto che i giochi hanno lo scopo di “far sapere a Putin esattamente ciò che la NATO è in grado di lanciare contro la Russia, se necessario”. Il tenente generale Michael A. Loh, direttore della US Air National Guard, ha affermato che l’esercitazione va oltre la deterrenza. Il tenente generale Ingo Gerhartz, capo dell’aeronautica tedesca, in una conferenza stampa per giornalisti tedeschi e americani, ha affermato che “con l’esercitazione Air Defender 23, stiamo aprendo un nuovo capitolo nella storia transatlantica”.

Personalmente i tedeschi, che conosco bene, li ho sempre presi molto sul serio. Ripercorrendo con l’immaginazione il corso dei secoli, si constata come la storia del popolo tedesco non sia mai stata tale da distruggerne lo spirito primitivo.

Tema dell’esercitazione: un’ipotetica invasione russa del porto tedesco di Rostock (in Pomerania, a nord di Berlino e ad est di Lubecca) innesca il famoso articolo 5 del Trattato e una guerra su vasta scala. Il gioco di guerra comporta la riconquista del porto, seguita da quelle che il Wall Street Journal ha definito “operazioni offensive”, vale a dire la terza guerra mondiale dispiegata.

Per quale motivo la Russia dovrebbe occupare il porto tedesco di Rostock, sia pure in ipotesi, resta un mistero, ma si sa che a Mosca comanda un uomo cinico e disposto a tutto, anche a scatenare un conflitto generale. Speriamo Putin si accontenterà di occupare Warnemünde e non Rostock.

La massiccia esercitazione comporta la chiusura dello spazio aereo sopra la Germania ai voli civili e sortite nello spazio aereo dei membri della Nato vicino al confine russo, tra cui Lituania, Romania, Polonia e Repubblica ceca.

L’American Enterprise Institute ha pubblicato leditoriale di uno dei suoi membri più anziani, Michael Rubin, il quale scrive che «La guerra è ormai al punto di non ritorno. [...] Per Biden, la domanda è ora duplice: come scoraggiare l’uso russo di armi nucleari tattiche e come rispondere se [la Russia] dovesse usarle. [...] Proprio come durante la Guerra Fredda, il modo migliore per scoraggiare l’uso di armi nucleari è dimostrare la volontà di usarle». Questa è l’aria che si respira di là dell’Atlantico.

4 commenti:

  1. Fottuti pazzi e psicopatici!

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  2. Eh sì, quando i tedeschi cominciano a parlare di guerra è meglio prenderli sul serio.
    Pietro

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  3. Questa esercitazione, grandiosa ed in continuità con altre terrestri e navali, mi sembra anche una misura per tenere in riga i vassalli esteuropei che fremono per le pessime notizie che arrivano dal fronte ucraino. Gli USA molto probabilmente mollerebbero gli Ucraini se il loro esercito, l'unica forza armata rimasta loro, dovesse dissolversi ed i governi dell'est Europa potrebbero dunque decidere di abbandonare la copertura mantenuta sino ad ora (la guerra civile russa e quella russo-polacca di un secolo fa sono nella memoria di tanti laggiù e la Storia è fatta anche dal revanscismo). Il governo di Washington deve essere molto cauto nel lasciarsi ricattare dai nazionalisti che ha sobillato in questi ultimi tre decenni.
    (Peppe)

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  4. L’esigenza prioritaria espressa dagli analisti statunitensi più avvertiti (ad esempio, dal politologo John Mearshmeier) è quella di arginare l’ascesa della Cina. Perciò essi hanno esortato e tuttora esortano l’attuale Amministrazione a creare un’alleanza efficace per contrastare tale ascesa. Sennonché per conseguire un tale obiettivo è indispensabile attirare la Federazione Russa in una coalizione anticinese, poiché oggi è Pechino, non Mosca, a rappresentare la principale minaccia per gli interessi degli Stati Uniti, e la Russia potrebbe essere un importante alleato. Si tratta, come è evidente, della stessa tattica suggerita a suo tempo a Donald Trump dai suoi consiglieri di orientamento conservatore e populista e condivisa da taluni ambienti sovranisti occidentali. Tuttavia, l’antica russofobia è così forte e tenace che alla fine la Casa Bianca e il Pentagono hanno scelto di arginare la Cina attraverso il “contenimento” della Federazione Russa. Il minaccioso avvicinamento della NATO ai confini russi, che la Russia è stata obbligata a contrastare dando il via all’Operazione Militare Speciale, si inscrive infatti in una più ampia strategia nordamericana di “contenimento” anticinese, oltre che antirusso. Consapevole dell’obiettivo delle manovre nordamericane in Europa, la Cina si è vista quindi costretta a consolidare il suo partenariato strategico con la Russia fino a trasformarlo in un’alleanza: il viaggio di Xi a Mosca e i colloqui al vertice con Putin sono infatti serviti a definire i particolari di un’alleanza che è ormai in atto.

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