venerdì 14 ottobre 2022

Le tasse sui profitti sono il futuro!

 

La cosa più rivoluzionaria che possiamo fare
è dire ad alta voce e forte quello che sta succedendo.
Rosa Luxemburg

Tutto sta diventando super, al momento, superprofitti, super dividendi. Anche le bollette. In attesa che tutto diventi iper. In Francia, per esempio, l’altra sera in Parlamento, che chiamano appropriatamente Assemblea nazionale, il governo è stato battuto su un emendamento che fissa una tassazione sui “super-dividendi”, cioè quelli che superano del 20% il loro livello medio osservato nel periodo 2017-2021.

227 parlamentari hanno votato a favore di questo emendamento e 88 contrari. Visto che votare ed eleggere i propri rappresentanti funziona, almeno in Francia!

Ovviamente l’emendamento non sarà trattenuto nella legge finanziaria finale che sarà adottata senza votazione, mediante l’articolo 49 comma 3 della Costituzione, secondo il quale il governo può impegnare la propria responsabilità su un testo, e dunque non tenerne conto. In tal caso il governo corre il rischio di cadere con una mozione di censura.

Visto che la volontà dei parlamenti conta qualcosa!

Tuttavia questa mozione di sfiducia dev’essere adottata dalla maggioranza assoluta dei deputati, cosa che non ha alcuna possibilità di accadere, posto che questa maggioranza, alla resa dei conti, non esiste. L’approvazione di quell’emendamento, con gli scioperi in corso in Francia e il razionamento dei carburanti, è solo fumo negli occhi.

In un momento in cui i capitali si muovono per il pianeta più velocemente di quanto io raggiunga il supermercato di fronte a casa, in un’epoca in cui tutti gli Stati hanno abbassando le tasse ai ricchi, e continuano a farlo come nel Regno Unito (anche se i tagli alle tasse concessi da Liz Truss sono meno del previsto in seguito al panico sulla sterlina), pretendere di più dagli azionisti è una vana illusione. Il grande capitale domina il mondo incontrastato e incontrastabile.

Si parla di “grande stagnazione”. Certamente, ma è quella dei salari, soprattutto di quelli italiani. Profitti netti e dividendi sono invece in grande spolvero da decenni. Quanto alla tassazione di certi dividendi, le scappatoie legali non mancano, come per esempio sui dividendi corrisposti da società “figlie” italiane a società “madri” (5%); come per gli interessi corrisposti da società italiane consociate di società europee (possono essere esenti o con aliquota al 5%); stessa esenzione per i proventi derivanti dalle partecipazioni in fondi per il venture capital; anche per gli utili distribuiti a società europee, diverse da quelle cui si applica il regime “madre-figlia”, l’aliquota è poco superiore all’uno per cento; agli utili distribuiti dai fondi pensione nazionali ed europei è applicata l’aliquota dell’11%, eccetera. Insomma, le imposte sono belle purché siano molto variegate per gli investitori e speculatori, mentre non c’è scampo per gli altri.

2 commenti:

  1. I francesi pare stiano uscendo dallo stato di catalessi, di ipnosi smartphonica. Vedremo in Italia... ma no! scioperare non è patriottico.
    Pietro

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