mercoledì 19 ottobre 2022

Non abbiamo mai fatto i conti

 

A quella che fu la sinistra non basterà cantare Bella ciao. L’opposizione tra classi abbienti e classi povere non è più rilevante. Se solo i milionari votassero per la destra, in un mondo in cui il 10% più ricco detiene il 76% della ricchezza mondiale, la sinistra dovrebbe essere al potere in tutto il pianeta. È un fatto, verificato ovunque avanzi, l’estrema destra fa appello soprattutto alle classi lavoratrici. E sa quali corde toccare. Non solo piccola borghesia, ma anche proletari e sottoproletari votano Meloni, Bolsonaro, Orbán, Le Pen o Trump.

Ovunque l’estrema destra prolifera, s’insedia nel paesaggio, poi nei sondaggi, poi al potere. Per quanto assurdo possa sembrare, dà a una proporzione sempre crescente di elettori più speranze di quella che fu la sinistra, che non riuscirà a farla franca gridando semplicemente “fermiamo il fascismo!”. Tanto più in un sistema di pensiero dominato dai social network, dove insulto e minaccia fanno da argomento e la parola “fascismo” non significa più molto, e anche la parola “nazismo”, come abbiamo visto, è stata in qualche modo sdoganata.

Un esempio, quello del Brasile. Anche se Lula vincesse il 30 ottobre, cosa dubbia, il Brasile sarebbe ben lontano dall’aver chiuso con il bolsonarismo e le sue conseguenze. L’estrema destra sta vincendo le elezioni legislative e quelle per il rinnovo dei governatori e delle assemblee dei 27 stati federati. Così come gli Stati Uniti non hanno finito con il trumpismo (si vedrà), la Francia con il lepenismo (tutt’altro), e noi siamo alle prese con quello che chiamano “postfascismo”, che in realtà è nostalgia fascista che non ci ha mai lasciato, perché con il fascismo non abbiamo fatto mai veramente i conti.

La sinistra non esiste più da un pezzo, e se un nuovo soggetto politico che la rimpiazzi (ma non si vede chi e come), vuole recitare un ruolo, più che mai dovrà fare tabula rasa dell’esistente (impossibile) e puntare sull’immaginazione (manco per sogno).

8 commenti:

  1. Dissentl nella definizione si tratta di nuovo fascismo supportato da una cultura apertamente reazionaria che mira e ci sta riuscendo a portare avanti una moderna fascistizzazione delle masse. In questa operazione sia i vecchi contenuti reazionari quindi del fascismo nostrano, sia nuovi dsll'integralismo cattolico al qualunquismo vengono usati. La Meloni si appresta ad usarli con l'appoggio degli apparati statali e della comunicazione.

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  2. Io quando leggo articoli come quelli del link di sotto, in cui il proprietario del maggiore giornale che fa capo alla sinistra realizza palate di profitti sulla guerra e sulla carneficina in atto, in piena identità d'intenti con un governo il cui architrave è un partito che si definisce di sinistra, faccio una gran fatica a distinguere i reazionari, i guerrafondai e i fascismi tra uno schieramento politico e l'altro.
    E quello è un giornale che ogni giorno aizza il fuoco del conflitto in Ucraina. E' una roba vomitevole.

    https://www.affaritaliani.it/economia/elkann-gli-affari-con-le-armi-asse-iveco-leonardo-per-autoblindati-da-guerra-786889.html

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  3. Mi riferisco anche ai due commenti precedenti.
    La reazione è decisamente lontana da molti aspetti del (post)fascismo.
    Casa Pound e Potere al Popolo la pensano allo stesso modo su ciò che fu? che è? Alitalia. Il lessico è condiviso su molte questioni.
    L'infatuazione per il progresso tecnico è comune.
    L'avversione per il buono stato dei conti pubblici pure. Un socialismo demagogico dirittista pure. La contiguità dei vertici della sx con il grande capitale transnazionale è assente nei popolareschi (post)fasci. La Open Society Foundation non è mica finanziata da un azionariato popolare - eh !? - ma da un ultra capitalista della finanza globale.
    Comune è pure una certa avversione al liberalismo e la volontà di una gestione pianificata statalistica.
    Eccetera.
    La destra reazionaria, aristocratica, morì ghigliottinata, in Europa. Cambiano gli orizzonti, sono nazionali per i (post)fasci, sono globali, internazionali, per i (post)comunisti.
    Se osserviamo come il conflitto sociale e la guerra tra poveri, il "ti rendo il pulcioso quartiere popolare in cui vivi una banlieue" , osserviamo che ciò è stato alimentato dai "padroni del vapore" e intellighenzia, diciamo i decisori no-border, internazionalisti, di "sinistra".
    La maggior parte delle persone prima osserva gli effetti delle politiche "di sinistra" sulla propria vita, il classismo e il razzismo anti che ne sono il risultato, il conflitto diffuso e aspro su case popolari, salari, accesso ai servizi, graduatorie. Non parliamo della scuola che, da possibilità di affiancamento per "poveri in gamba" è da tempo lo stipendificio per insegnanti de-responsabilizzati: non c'è nulla di meglio che distruggere l'unico ascensore sociale con il sei politico (ohps, scusate, ora si dice scuola inklusiva). Faccio lezione di geometria quando in aula ci sono 13 alunni su 22 che faticano a capire l'italiano.
    Su una parete di un edificio di un sinistrissimo comune della "prima fascia extra capoluogo" a caratteri cubitali un "Black lives matter" patrocinato dal Comune: non si sono neppure accorti che questo motto razzista ha sostituito pulsioni opposte: il (pre)giudicare in base a colore/provenienza è di sinistra? o di destra?
    Poi alcune persone passano anche al perché (qui si potrebbero fare altre interessanti analisi).
    Il fatto di edificare moschee per i fascioislamici è uno dei cardini per tutti i comuni progressisti. Il clero (dei mullah) non merita più il cloro?!
    Gli uteri in affitto di poracce subumane servono ai "diritti" di abbienti egoici diversamente sessuali. Prendi lo sfruttamento sociale disumano e lo vernici di rosso, verde, arcobaleno, lo fai diventare capisaldo della politica progressista.
    L'apparentenente allegro "Come un gatto in tangenziale" è un trattato di sociologia politica che spiega la politica e i suoi effetti di questi ultimi lustri molto bene.
    Quando in una piazza del capoluogo vidi due borseggiatori magrebini frugare nello zainetto della derubata anarchica (la bandiera rosso-nera era presente su un paio di oggetti, un'agenda e un astuccio) osservai il compiersi di una nemesi.

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    1. L'Uomo In Cammino mi pare non sappia bene dove sia diretto, ed il cinismo non aiuta. Che Casa Pound e Potere al Popolo abbiano qualcosa in comune è decisamente discutibile; più facile è che i loro appartenenti si accoltellino in mezzo alla strada. Come piace fare a destra (Libero, Giornale), si identificano i "decisori no-border" coi militanti no borders, la Boldrini coi no global. Uguali neh?, e pare non basti cacciarla dalla piazza per mostrare le differenze. La nemesi finale, poi! Che momento godereccio per un confuso in malafede. Perché un compagno non può forse esser derubato? Sembra un pezzo uscito da un post di Salvini. Decenni fa un compagno comunista fu derubato del portafoglio al termine di una manifestazione da lui stesso organizzata. Certo, sarebbe stato meglio se fosse stato derubato del Rolex un miliardario, ma questa è la realtà. Nessuno si scandalizzo', nessuno cambiò idee politiche e nessuno osservò compiersi alcunché: si cerco', più semplicemente, di recuperare il portafoglio. Mettiamola così, giusto per evitare le definizioni di destra e di sinistra, ormai nebulose: la realtà c'è chi la strumentalizza, e chi la affronta. Saluti

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    2. Grazie per le risposte.
      Non sono marxista: se proprio dovessi trovare un'etichetta dire un naturalista/ecologista.
      Osservo contiguità su non poche questioni. Come osservavo altrove non è possibile ridurre al solo asse sx-dx.
      Esistono faglie che attraversano forze ed ideologie (amico anarchico mi dice che vaccinismo-naturalismo ha rotto la comunità anarchica, crescita-decescita, Russia - NATO&Ucraina, etc.).

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  4. https://www.officinadeisaperi.it/agora/politica-e-cultura/la-memoria-introvabile-nellindifferenza-dei-buoni-italiani-da-il-manifesto/

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  5. Quindi Meloni sarebbe estrema destra ?

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