giovedì 27 ottobre 2022

L'altra Ucraina

 

Il The Kyiv independent è una lettura interessante. Scrive che il 25% degli ucraini vivrebbe in povertà entro la fine dell’anno e la percentuale potrebbe salire fino al 55% entro la fine del 2023, secondo Arup Banerji, direttore regionale della Banca mondiale per l’Europa orientale.

Ufficialmente, solo il 2% della popolazione era povera prima di febbraio 2022. Entrambe le cifre, il 25 attuale e il 2 per cento precedente, sono enormemente sottostimate, poiché l’Ucraina aveva già il PIL pro capite più basso o quasi (la Moldavia il più basso) di qualsiasi altro paese europeo prima della guerra, e il suo governo ha da tempo fissato una soglia di povertà assurdamente bassa nel tentativo di sottovalutare il numero di persone che vivono alla giornata.

La classe dirigente ucraina andrebbe giudicata e punita anche per ciò che è avvenuto prima dell’invasione russa, quando non venivano lesinati denaro e mezzi per bombardare il Donbass.

Il PIL dell’Ucraina – scrive The Kyiv independent – è sceso del 30% nei primi nove mesi del 2022. Il ministero dell’Economia osserva che l'invasione della Russia e il clima, che è stato piovoso e quindi ha rallentato il raccolto in alcune regioni, sono le cause di questo stato di cose.

In Ucraina stanno emergendo livelli di privazione dei beni di prima necessità che non sono stati osservati nel continente europeo dalla fine della seconda guerra mondiale. La disoccupazione è ora al 35% e gli stipendi sono diminuiti fino al 50% durante la primavera e l’estate per alcune categorie di lavoratori. Si stima che i segmenti meno pagati della forza lavoro – studenti e manovali – sopravvivano con un salario mensile di circa 290 euro.

I beni e i servizi di base non sono disponibili e sono inaccessibili per milioni di persone, poiché l’inflazione, che si attestava al 24,4% a settembre, consuma gli stipendi e le pensioni dei lavoratori. Uno studio congiunto recentemente pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal Ministero della Salute ucraino ha rilevato che il 22% delle persone in Ucraina non può accedere ai medicinali essenziali. Per i 6,9 milioni di sfollati interni del paese, quella percentuale sale al 33%.

La stampa, in particolare quella italiana, si segnala per la foia con la quale descrive la guerra in Ucraina. Senza alcun pudore. Delle decine di milioni che soffrono a causa di questa guerra per procura, non importa nulla se non quando sia utile alla propaganda bellica.

Ora, ancor prima che finisca il conflitto o si paventi un tavolo per un armistizio, si parla “ricostruzione”. La guerra promette profitti. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il primo ministro ucraino Denys Shmyhal hanno aperto il quinto Business Forum tedesco-ucraino. La commissione per le relazioni economiche dell’Europa orientale (Ostausschuss der deutschen Wirtschaft), che ha organizzato il forum in collaborazione con altre associazioni imprenditoriali e il governo ucraino, si è rallegrata: “La grande affluenza alla conferenza ha mostrato l’ampio interesse delle imprese tedesche a partecipare alla ricostruzione. È stata la prima conferenza del genere in Germania dall’inizio della guerra e allo stesso tempo l’evento di più alto profilo del suo genere fino a oggi”.

Sono in gioco somme enormi. Una cosa è certa, la popolazione ucraina non ne vedrà nulla. A ingrassare saranno i conti bancari degli oligarchi ucraini e delle società occidentali. Queste ultime non solo si aspettano buoni affari dalla ricostruzione, ma anche un’influenza dominante sull’economia ucraina. Le multinazionali tedesche, in particolare, aspettano con impazienza di trarre profitto dalle conseguenze della guerra e di svolgere un ruolo di primo piano in Ucraina in futuro.

“Anche se si dovrebbe sempre fare attenzione ai confronti storici, la posta in gioco qui non è altro che la creazione di un nuovo Piano Marshall per il XXI secolo”, hanno scritto Scholz e von der Leyen in un articolo congiunto per la Frankfurter Allgemeine Zeitung. Von der Leyen ha anche sottolineato che nessun paese o l’unione potrebbe gestire la ricostruzione da solo. Saranno necessari partner forti come Stati Uniti, Canada, Giappone, Gran Bretagna, Australia e altri paesi, nonché istituzioni come la Banca mondiale.

Il tentativo della Germania di affermarsi come la principale potenza economica in Ucraina è visto con sospetto negli Stati Uniti e in altri stati europei. Washington non è disposta a lasciare a Bruxelles o a Berlino la gestione della ricostruzione dell’Ucraina.

Già litigano per il bottino. 

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