giovedì 13 ottobre 2022

Dalla speranza al potere

 

È d’uopo occuparsi, sia pure per breve accenno, del fatto del giorno. Che la dice lunga più su chi l’ha votato l’Ignazio Benito che sull’eletto stesso. Il quale ha già annunciato le proprie intenzioni: anche l’anniversario dell’Unità d’Italia deve diventare festa nazionale. Mi pare un intento chiaro e moderato. Seguirà la giornata dell’8 settembre come lutto nazionale, e prima ancora il 25 luglio, e quattro giorni dopo invece festa grande per il genetliaco di Lui.

Che cosa aspettarsi da questa gentucola o gentaccia? Possono occuparsi solo di queste cose miserevoli, cioè a chi intestare le cadenze festive, non potendo, per impedimento di capacità e di autonoma volontà, occuparsi di cose più serie. E del resto la trilogia dio, patria e famiglia gli è rimasta nel cuore. Impossibile negare la filiazione ideologica.

Smettiamola pure di chiedere contorsioni senza senso, un servizio minimo di commemorazione o un segno di ravvedimento sono pur disposti a mostrarlo, sia pure a denti stretti e con circonlocuzioni che rivelano che la malattia non l’hanno ancora smaltita. Dalla notte dei tempi la destra reazionaria rifiuta la democrazia, mentre la destra conservatrice la accetta à la Orbán. Ecco, sono ancora indecisi tra queste due opzioni, non tra il 1922 e il 2022.

Diciamo che non rivendicano il pedigree originale e sono più “radicali” che estremisti. Il sequel di Io sono Giorgia sarà ecumenico: Dalla speranza al potere. Perciò non aspettiamoci dichiarazioni sulla disuguaglianza razziale e le camere a gas.

L’operazione di comunicazione del governo non avrà difficoltà, almeno all’inizio, a convincere gli elettori che è la “sinistra” a mettere i bastoni tra le ruote. Solo poi, quando le cose dovessero mettersi proprio al peggio, potranno sempre accusare i comunisti di essere delle bestie.

3 commenti:

  1. Off topic, le chiedo, se possibile, un commento sull’art. di cui al link: http://www.laboratorio-21.it/le-tendenze-del-capitale-nel-xxi-secolo-tra-stagnazione-secolare-e-guerra/.
    Grazie.
    AG

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    1. Descrive la “tendenza” così come enunciata dalla legge, di cui alla terza sz. del III Libro. Il resto è una fotografia della situazione, ma tutto sommato una foto novecentesca, ossia in bianco e nero. Manca completamente almeno un accenno al nuovo capitalismo, che ha messo a valore l’intera società e dunque una disamina sul ruolo giocato dalle multinazionali, e soprattutto manca un’analisi sul ruolo delle nuove tecnologie. Poi, che il capitalismo per risolvere le proprie crisi punti anche sulla guerra, è faccenda vecchia. Che la questione geopolitica abbia assunto un’importanza di vita o di morte per gli Usa e il loro potere (a spese degli altri) è un fatto che anch’io sottolineo spesso. Insomma, il vecchio ordine mondiale è al collasso e un nuovo ordine non s’intravvede ancora. Tuttavia dubito, proprio in forza del loro dominio sulle nuove tecnologie, che gli Stati Uniti si lascino travolgere. La loro strategia è di separare l’area europea, la più forte in termini di Pil, anzitutto dalla Russia e in prospettiva dalla Cina, il maggiore competitore degli Usa. Quest’ultima dovrà a breve affrontare problemi non di poco conto, come la crisi economico-finanziaria interna (una crisi di sviluppo) e l’invecchiamento della sua popolazione. Insomma, il quadro generale è molto più complesso della classica lettura “marxista”, che può essere usata ancora come griglia avendo l’avvertenza però di considerare anche le nuove direttrici di sviluppo del capitalismo. Che siamo entrati in un periodo particolarmente turbolento, e che nulla sarà più come prima, è fuori di dubbio.

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  2. il lupo perde il pelo .....

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