domenica 3 aprile 2022

Ideologi allo stato naturale

 


La ricostruzione di Repubblica è corretta, ma omissiva di quel tanto che può portare il lettore a un totale fraintendimento della realtà descritta e nel dar retta alla risposta data alla domanda.

È vero che l’Italia importa dalla Russia e dall’Ucraina una percentuale non rilevante del proprio fabbisogno di grano, e potrà sostituire le modeste quote russe e ucraine con forniture di altri esportatori; è altresì vero che a patire di più del mancato approvvigionamento di grano russo ed ucraino saranno paesi come quelli del Nordafrica.

I paesi esportatori, peraltro, si trovano, e anche questo è esatto, in difficoltà a causa delle avverse condizioni climatiche e delle stagnanti rese produttive. Viene anche detto che non marginalmente furoreggia la speculazione (sempre citata in astratto), che è il bello del cosiddetto libero mercato (il sedicente “comunismo” è stato anche peggio, con lunghe code davanti ai negozi con scaffali vuoti).

Non si fa menzione del rincaro dei costi dell’energia e dei fertilizzanti, dei costi dei noleggi per il trasporto da oltreoceano già elevatissimi, ma ciò non nuoce troppo al concetto generale.

L’articolo tace che ciò si rifletterà nel rapporto tra domanda e offerta, quindi sui prezzi e l’aumento dell’inflazione, poiché Paesi come quelli Nordafricani, grandi consumatori di cereali, pur con maggiori difficoltà di bilancio, dovranno comunque attingere per il proprio fabbisogno presso gli stessi fornitori cui si rivolgerà l’Europa e non ultima l’Italia.

Insomma, in questo caso, si tende a tranquillizzare il lettore. Siamo coperti, non c’è bisogno di fare incetta di prodotti alimentari. A pagare il prezzo delle sanzioni sarà la Russia, il criminale aggressore. Ci salverà il riso, prodotto abbondantemente, scrive oggi Marcello Minenna sul Sole 24 ore. E una risata ci seppellirà, soggiungo.

I grandi giornalisti, seduti comodi nei loro covi, con redditi elevati in parte garantiti dagli aiuti di Stato, non subiranno alcun contraccolpo personale dall’aumento del prezzo della pasta, del pane e di altri prodotti di largo consumo. Tengono altresì in non cale il fatto che il consumo di quei prodotti è inversamente proporzionale ai livelli di reddito e alle possibilità di spesa.

L’editorialista, l’opinionista e la star televisiva perché non dovrebbero sentirsi liberi? Non sono scelti a caso, sanno ciò che ci si aspetta da loro, non devono ogni giorno baciare il culo al proprio padrone, non sono sottoposti ad alcuna pressione e agiscono davvero in piena autonomia.

Hanno in comune gli stessi interessi e valori della classe padronale, perciò scrivono e dicono ciò che realmente pensano, ingenerando l’impressione che nei giornali e in tv si possa scrivere e dire quello che i giornalisti vogliono. La loro indipendenza recintata dà l’odore della libertà, la loro calcolata stravaganza dà un tocco di brio, il loro coraggio nel sostenere eventuali opinioni impopolari darà l’impronta dell’anticonformismo.

Nessun maccartismo, dunque, o pensiero unico e altre balle così. La loro è ideologia allo stato naturale e volontario.

8 commenti:

  1. Molto ben scritto, anche se provo una sensazione di déjà vu, vu, vu :)
    Braccobaldo

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  2. Scusa, ma direi un articolo non molto ben scritto.
    I paesi principali importatori di grano russo/ucraino , ovvero egitto e turchia non partecipano alle sanzioni.
    Quindi Vladimiro il boia glielo puo' vendere.
    Quanto all'ucraina,stanno cercando di rendere disponibile almeno il 70% del raccolto, sempre che Vladimiro il boia non si metta a bombardare i campi di grano - cosa che potrebbe essere anche possibile, dato che ormai non fa altro che spianare al suolo tutto quello trova.

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    1. per esempio:
      https://www.bbc.com/afrique/monde-60766554

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    2. https://www.reuters.com/business/russia-may-suspend-grain-exports-until-june-30-interfax-2022-03-14/

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    3. in serie:
      Reuters dice:
      Russia on Monday temporarily banned grain exports to ex-Soviet countries and most sugar exports.

      Che cosa c'entra Turchia e Egitto ?
      Ripeto, se Putin il boia non vuole o non puo' venderlo questo e' indipendente dall'operazione speciale in corso.

      BBC dice:
      La Turquie et l'Égypte reçoivent près de 70 % de leurs importations de blé de la Russie et de l'Ukraine, qui est également le principal fournisseur de maïs de la Chine.

      Bon Turchia e Egitto non partecipano alle sanzioni, e anzi se EU non compra il grano da Putin il boia, magari hanno anche sconti, visto che Putin il boia il grano non lo lavora ma lo vende come commodity grezza.
      Poi,se Putin il boia non vuole o non puo' venderlo questo e' indipendente dall'operazione speciale in corso.

      C'e' sempre l'ipotesi che Putin il boia si metta a fare il bambino bizzoso, oramai da quel cretino ci si puo' aspettare di tutto.

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  3. Siamo per lo più ormai gente di mezza età, di mezza cultura (come Pasolini, mi sembra, traduceva il midcult di McDonald) ed è per questo, forse, che ci siamo dimenticati, per dire, di Timsoara e del trattamento delle notizie nel mondolibero. Saluti, Ale

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    1. ho pensato allo stesso esempio, le "fosse di Timsoara".
      ciao

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    2. Ecco.
      Inoltre - so che può non piacere a qualcuno- i morti che camminano richiamano alla mente alcuni funerali palestinesi.

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