Se c’è un tizio che mi è antipatico a pelle è Massimo Fini. Tuttavia, anche se manca sempre più la voglia, bisogna in qualche modo rispondere a chi lo accusa di scemenze adducendo pretesti per sottintendere altro.
Non bisogna confondere la Wermacht (esercito tedesco), di cui parla Fini, con le Schutzstaffel o Ss, “un’organizzazione paramilitare del Partito Nazionalsocialista Tedesco (NSDAP) create nella Germania nazista che, con lo scoppio della seconda guerra mondiale, cominciarono ad operare in tutta l’Europa occupata dai tedeschi”.
Fosse Ardeatine: fatto orribile solo a raccontarlo, non ci piove. Questo dovrebbe dare l’idea che la guerra è ferocia e orrore di per sé, senza bisogno di aggiungervi nulla a favore di questo o contro quello, o tirare in ballo il “negazionismo” (c’è negazionismo per tutti i gusti).
Parlare come fa Fini di “correttezza” o “scorrettezza” degli eserciti è un esercizio puerile che lascia il tempo che trova, poiché è facile trovare fatti e misfatti per sostenere l’una o l’altra tesi.
Non me la sento di dare del criminale al presidente Lyndon Johnson per la strage di Mỹ Lai. Tuttavia l’origine dell’intervento americano in Vietnam andrebbe studiato da parte di coloro che oggi danno del criminale a Putin con tanta leggerezza.
Non solo, per quasi un decennio, dal 1964 al 1973, gli aerei da guerra americani sganciarono sul territorio del Laos due milioni di tonnellate di bombe, e Johnson ebbe la maggiore responsabilità in questo. Gli USA hanno tappezzato il sud-est asiatico di “farfalline” e altri oggettini che hanno fatto strage soprattutto di bambini.
Tornando al secondo conflitto mondiale, si dà il caso, per esempio, che i prigionieri giapponesi catturati dagli americani nel corso del conflitto furono molto pochi, ed è noto il motivo di tale scarsità, che poi Hollywood e Eastwood hanno teso spacciare per volontà suicida dei nipponici stessi.
I prigionieri dell’Armata rossa catturati dalla Wermacht furono milioni, e molti di essi morirono di stenti già nel tragitto prima dell’internamento. Per contro, molti prigionieri tedeschi e italiani catturati poi dai russi morirono nel lungo tragitto di trasferimento. I partigiani russi non lasciavano scampo ai prigionieri tedeschi, così a parti invertite.
I soldati italiani che gli inglesi affidarono ai francesi in Nordafrica, subirono torture e maltrattamenti indicibili. Assai meglio andò ai prigionieri internati negli Stati Uniti, in Sudafrica, meno bene a quelli concentrati dagli inglesi in Kenia e in India.
Di quali crimini si macchiarono i soldati italiani e le camicie nere in Slovenia e altrove, e prima ancora in Libia e poi in Etiopia? Ci sarà chi tirerà in ballo la demenzialità di certi bombardamenti alleati del 1944-’45, e via di questo passo.
Dove cazzo vogliamo arrivare con queste futili contrapposizioni? Si devono far terminare le guerre, non alimentarne altre!
L’altra sera, a Otto e mezzo, il pompierino della sera Massimo Franco ha rischiato la sincope a causa della pacifista Martina Pignatti, che osava citare quel putiniano del Papa, e l’ha accusata di stare con Salvini (quindi i pacifisti devono diventare guerrafondai per evitare che una mattina Salvini si svegli e dica eccezionalmente qualcosa di sensato). Poi ha deplorato “la sfasatura fra la linea molto coerente filo-atlantista e filo-occidentale di Mattarella e Draghi e pezzi di maggioranza che fanno appelli al cessate il fuoco e al dialogo avulsi dalla realtà”. Purtroppo i “pezzi di maggioranza” rei di “sfasatura” pro dialogo sono 5Stelle e Lega, i due partiti più rappresentati in Parlamento, senza i quali non esiste maggioranza. E spetta a loro dare la linea al governo in Parlamento, casomai Mattarella e Draghi si ricordassero che ne esiste uno. L’unica volta che lo interpellò sul decreto sulle armi, Draghi raccontò “un intervento di sostegno e assistenza al popolo ucraino” con “la cessione di mezzi materiali ed equipaggiamenti militari”. Ora scopriamo dai pissipissi di palazzo che – autorizzato non si sa da chi – invierà carri armati e altre armi pesanti incompatibili con gli “equipaggiamenti militari” per difendere il popolo ucraino, mentre i nostri padroni Biden e Johnson teorizzano una guerra di anni, non più per difendere gli ucraini, ma per “sconfiggere Putin”, destituirlo (“non può restare al potere”), “fiaccare la potenza militare russa” e – dulcis in fundo – “attaccare la Russia sul suo territorio”. Ma per Franco il
RispondiEliminaproblema non è un premier che viola la Costituzione, umilia il Parlamento, ignora i suoi due principali alleati e se ne infischia della maggioranza degli italiani. Ma sono i 5Stelle (e forse, a giorni alterni, la Lega) che osano dissentire e fare politica. Ergo, fra Draghi mai eletto da nessuno e i leader dei due partiti che hanno vinto le ultime elezioni, prevale Draghi, come se ce l’avesse portato la cicogna. Verrebbe da domandarsi se siamo in Russia, se non fosse che Putin qualche voto l’ha preso: Draghi no.
Intanto, su Rep, Giovanna Vitale racconta nei minimi dettagli l’incontro “riservato” fra Conte e Orsini, “avvenuto all’inizio della scorsa settimana”. Il prof di “simpatie filo-Putin” ha dispensato “consigli” al leader M5S, che ha risposto testuale: “Caro professore, io apprezzo il suo pensiero laterale” (meno, invece, quello frontale). Poi “tra il serio e il faceto, avrebbe buttato lì la disponibilità a candidarlo. Proposta che Orsini, ribattezzato URSSini dai detrattori, non avrebbe respinto. Anzi”. Tutto meraviglioso, a parte il fatto che Conte e Orsini non si sono mai visti né sentiti in vita loro. Verrebbe da domandarsi se siamo in Russia, se non fosse che le fake news di Putin mescolano fatti veri e fatti falsi: quelle di Rep solo falsi.
Il post che ho inserito è di M. Travaglio.
RispondiEliminaÈ impagabile leggere Travaglio come soggetto di sinistra antiatlantista. Possibile che l'unica voce critica venga da un giornalista politicamente di destra?
Che tempi!