domenica 10 aprile 2022

Dove va la Francia?

 

L’incertezza sull’esito delle elezioni presidenziali francesi è già un fatto politico. L’eventuale, anche se non probabile, mancata rielezione di Emmanuel Macron, marcherebbe indubbiamente una crisi perché sarebbe la terza mancata rielezione di un presidente francese dopo quella dei suoi due predecessori, Nicolas Sarkozy e François Hollande.

Nel 2017 Macron aveva puntato tutto sulla novità, come un nuovo prodotto da banco confezionato dai piccoli geni della McKinsey: un giovane leader trasformato in una diva della scena politica, un ex banchiere Rothschild che quando aveva 14 anni s’innamorò di Brigitte Trogneux, la sua insegnante di francese. La réclame funzionò perché l’alternativa era Marine Le Pen.

Anche oggi l’alternativa a Macron è la medesima di allora, ma la farsa del presidente progressista di fronte alle forze del male non funziona perché ha governato come più o meno avrebbe fatto l’estrema destra.

Questa volta Macron ha preferito affidarsi a una parola: “resilienza”, che non significa un cazzo. Il 2 aprile, a Nanterre, nel suo unico comizio, davanti a 30mila persone, ha cercato di rivolgersi agli elettori di sinistra. Secondo la stampa francese Macron si è trasformato in una specie di Che Guevara, fino pronunciare: “le nostre vite, le loro vite (quelle dei nostri genitori) valgono più di tutti i profitti”. Che sono le stesse identiche parole pronunciate da Philippe Poutou, l’esponente del Partito Anticapitalista francese, il quale giustamente gli ha chiesto di rispettare il copyright.

Macron non è più credibile quando parla di stipendi, bollette, affitti e caro benzina. Disprezza non solo i gilet gialli, tacciati di antisemitismo e razzismo, ma tutti i cittadini comuni, tanto che non ha saputo proporre un solo provvedimento a favore di insegnanti, giovani, pensionati, precari, eccetera. L’unica cosa che sa proporre sono i “bonus”, roba che conosciamo bene anche noi quando chi vuole prendere voti usa i soldi dello Stato.

Il progetto di Manu è molto chiaro: lavorare di più per lavorare di più e portare l’età pensionabile a 65 anni, imitando anche in questo l’Italia. Se al secondo turno dovesse vincere Anne Perrine Le Pen, potremmo dire che Macron e la borghesia che lo sostiene l’ha aiutata molto.

La Francia vive una crisi sociale ed economica grave: deficit commerciale, aumento del debito, disoccupazione, immigrazione, precarietà, inflazione e potere d’acquisto, salute, istruzione, servizi pubblici, intolleranza religiosa, eccetera. Tutte questioni che esacerbano le fratture sociali.

Da aggiungere un altro fenomeno, troppo sottovalutato, che mette in discussione la ragione su cui è costruita la democrazia: la contestazione e la riscrittura della storia, non solo da parte di figure di estrema destra. Si tratta di un software ideologico troppo ben implementato per risultare casuale.

Un sistema può essere distrutto da forze che si sviluppano al suo interno e ne minano lentamente le basi politiche, il rapporto di fiducia tra i cittadini e i loro rappresentanti, com’è evidente anche in Italia, dove nei sondaggi elettorali manca sempre all’appello la risposta del 40 per cento degli intervistati. Ormai è fin troppo chiaro che in un sistema sociale siffatto il voto non paga.

Come sarà la Francia, l’Italia e l’Europa nei prossimi anni?

6 commenti:

  1. Con tutto il rispetto, lei ama parlare molto dei fatti francesi, ma lei ha vissuto in Francia ?
    Perche' senno' starei un po' piu' calma a dare giudizi.

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    1. è lei che sta dando giudizi senza argomentare. dica, in che cosa non è d'accordo?

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    2. Tonnerre, dovevo chiedere ad Hawking se aveva vissuto vicino a un buco nero. Ormai è tardi, peccato.
      Per me è giusto che EM vada finalmente a tenere compagnia ai suoi due predecessori, degni di lui ma non alla sua "altezza". Dopo essersi impegnato a "emmerder" una quota dei suoi concittadini e avere favorito l'odio sociale, merita l'oblio totale.
      Morvan.

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  2. se Barbero ama parlare molto del medioevo, nonostante la mia immutata stima nei suoi confronti pur evitando di insinuare il dubbio tra i suoi vassalli: ha veramente vissuto nel medioevo? (la sua risposta si può trovare in un video). Come disse ad un certo punto bruscamente Eco a Benigni a Gradara ludens durante la valutazione dei concorrenti per aggiudicare il premio: "diamoci un taglio". Tipo basta cazzate

    Molto molto interessante invece ciò che scrive Olympe, da un certo punto di vista l'indebolimento politico descritto potrebbe non essere poi un fatto del tutto negativo col venir meno della guida tedesca, la Francia ha condotto una campagna militare di invasione in Libia per le fonti energetiche e in seguito il nucleare è stato inserito tra le energie green di transizione ecologica (assieme al gas che però sta per essere bocciato). Tutti presupposti per una posizione pericolosamente imperialista da parte della Francia (da non dimenticare poi le schermaglie con l'Inghilterra sulla Manica, anzi con la Corona britannica)

    Diciamo che la Francia, rispetto alla Germania, è un tipetto.. e poi la Germania sta cambiando e non in modo rassicurante: dopo aver ottenuto in pochi decenni il predominio economico continentale ora il riarmo nazionalista credo sia un fatto inedito. E inconcepibile dato che le spese militari europee sono già di gran lunga superiori a quelle russe, anche senza l'aumento di spesa.

    La terra di conquista francese è sicuramente quella commerciale: comprare imprese italiane a prezzo di saldo, con un 'Italia in crisi finanziaria e un altro governo tecnico di Monti chiamato graziosamente 'lacrime e sangue' e poi come scrivevo in un altro commento: la tecnologia degli impianti nucleari (non c'entra nulla con nucleare si/no, si potrebbe essere a favore ma con una propria tecnologia), così come le multinazionali francesi nella privatizzazione dell'acqua pubblica

    MB

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    1. bel commento.
      la campagna militare di invasione in Libia più che per le fonti energetiche, stava contro l'ENI e l'Italia, della quale ultima a volte è stata alleata ma mai amica.
      vero, chi ha le chiavi della tecnologia comanda il mondo. lo sanno bene gli Usa e la Cina, poi tutti gli altri.

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  3. Anche Severgnini sostiene che per avere titolo a parlare della guerra bisogna aver visitato Ucraina e Russia.
    Mi rendo conto che essere paragonati a Severgnini è mille volte più offensivo di sentirsi dire che la propria madre ha praticato l'antica professione. Però Severgnini l'ha detto sul serio.

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