Il
viaggio dalla sonda New Horizons e il suo flyby
con Plutone e il suo satellite Caronte è una conquista scientifica e
tecnologica di prim’ordine. In “solo” nove anni e mezzo, grazie alla “fiondata”
gravitazionale di Giove, la sonda è riuscita a raggiungere l’ultimo e più
lontano dei pianeti (sebbene declassato a “nano”) del nostro sistema solare, a
una velocità di circa 15 km/s. Ad ogni modo P. è il più grande oggetto della
Fascia di Kuiper assieme con Eris.
New
Horizons è una sonda relativamente piccola, sembra un pianoforte a coda
sormontato da una grande parabola radio (i segnali impiegano 4.5 ore ma il
flusso è di appena circa 1-4 kbps). Non può essere alimentata da pannelli
solari, data la distanza dal Sole (nel suo afelio Plutone riceve il 280% di
luce in meno, la Terra solo un -5%; ad ogni modo P. riceve un millesimo della
luce che investe la T.), ed è invece alimentata da un generatore termoelettrico
a radioisotopi che sfrutta il decadimento del diossido di plutonio, e genera
solo 200 watt di potenza che gli permettono di operare con i suoi sette
strumenti, e con 12 watt per la trasmissione dei dati alla Terra.
Scopo di questo post non è certo quello
di offrire dettagli tecnici sul viaggio e il flyby, dapprima con Giove e poi con Plutone, della sonda, peraltro
diffusissimi in rete. E poi milioni di persone hanno seguito l’evento in
televisione o su Internet, in attesa di ricevere le prime foto della mappatura.
Vorrei invece svolgere una riflessione: in appena mezzo secolo da quando sono
stati lanciati i primi satelliti spaziali, veicoli artificiali hanno visitato
tutti i pianeti del sistema solare. Solo quest'anno, sonde spaziali hanno
studiato Mercurio, Marte, gli asteroidi, una cometa e ora Plutone. Questi
importanti risultati scientifici stanno in netto contrasto con le crisi
sociali, economiche e politiche apparentemente irrisolvibili sul nostro
pianeta.
Dovremmo
dunque chiederci, sempre se non viviamo su un altro pianeta: com’è possibile
che gli uomini hanno potuto raggiungere e fotografare gli oggetti più lontani
nel nostro sistema solare, camminare sulla Luna e progettino un viaggio umano
su Marte, e tuttavia la nostra società si dimostra di non essere in grado di
fornire cibo sufficiente, alloggio e cure mediche decenti per l’insieme degli
esseri umani sulla Terra?
C'è
una risposta immediata: la missione di
Plutone non è basata su principi di mercato. Non ci sono di mezzo gli
azionisti, le banche, le Trojke, ecc.. Nessuno realizza profitti sulla
trasmissione radio dei dati o sul sistema di propulsione, o sugli strumenti per
la scansione delle lune di Plutone o per l’analisi della sua superficie.
Nessuno ha emesso strumenti speculativi sul fallimento della missione, nessun
farabutto di Wall Street ha avuto a che fare con questa missione.
La
missione di N.H. dimostra il potere della scienza, e tuttavia il capitalismo, soprattutto
in questo periodo in cui è giunto alla sua crisi generale, attacca in modo
sistematico l'istruzione pubblica e attraverso i media promuove ogni forma di
arretratezza ideologica e religiosa. La tecnologia moderna è in grado di produrre
progressi sorprendenti come N.H., ma nella nostra società la scienza è perlopiù
serva degli interessi delle multinazionali, dell'aristocrazia finanziaria e del
militarismo.
L'intera
missione New Horizons è costata 700 milioni di dollari, un costo inferiore a un
singolo bombardiere stealth, e meno di quello che un tipico gerarca a capo di hedge
fund si appropria in poco tempo. Il bilancio per l’attività spaziale di questo
tipo è negli Stati Uniti inferiore a quello dedicato alle attività di carattere
militare, dai satelliti spia ai sistemi di guerra “stellari”. E ciò vale anche
per la Russia.
La
missione New Horizons ha mobilitato centinaia di scienziati e tecnici che hanno
dedicato gli ultimi dieci anni della loro vita, in alcuni casi molto di più,
per la pianificazione, la preparazione e l'esecuzione della missione verso
Plutone. Confrontiamo l’impegno di centinaia di migliaia di persone che si
dedicano a questo tipo di attività o ad attività nei più svariati campi della
ricerca, gente di talento e altamente qualificata, con quelle migliaia di
addetti che vengono reclutati al servizio di hedge fund, banche d'investimento,
agenzie di spionaggio come la NSA, e l'esercito. Uno spreco enorme e indecente
di risorse umane e materiali.
E
tuttavia, nonostante questo successo di New Horizons, il programma spaziale
degli Stati Uniti riflette la crisi e il declino del capitalismo americano. Prima
di N.H., una mezza dozzina di altre missioni Pluto sono state cancellate perché
non offrivano un evidente interesse tecnico-militare. Lo stesso progetto N.H. è
sottofinanziato, e ancora oggi la NASA (vedi budget) non può garantire le
risorse necessarie per le missioni secondarie nella Fascia di Kuiper, e dopo
questa missione nessun altro veicolo spaziale avrà questa opportunità per molti
anni, se non per decenni. Nel frattempo, pare che il programma spaziale con
equipaggio per Marte sia una burla, la stessa Stazione spaziale internazionale dipende
da veicoli di lancio russi, ecc..
La
scienza è uno sforzo collettivo internazionale. I successi del programma
spaziale "americano" dipendono da generazioni di uomini e donne che
l’hanno reso possibile con il lavoro scientifico, in tutti i paesi e in tutti i
continenti. Pensiamo a che cosa sarà possibile realizzare in ogni campo e
attività umana quando finalmente ci saremo liberati di un sistema economico che
subordina gli interessi più autentici dell’umanità a quelli del profitto. Un
sistema ormai privo della sua ragion d’essere storica e che ci sta portando,
con i conflitti tra interessi imperialistici contrapposti, a rapidi passi verso
le più immani catastrofi.
Un post pieno di speranza. E misurato orgoglio di appartenenza a una specie.
RispondiEliminacon qualche errore di battuta che ora ho cercato di correggere. ciao
Eliminaah, siamo dunque alla crisi generale del capitalismo ? Bene, non ci resta allora che aspettare qualche....mese ? Anno ? Secolo ?
RispondiEliminanon sono cose per lei
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