venerdì 17 luglio 2015

Nuovi orizzonti ?


Il viaggio dalla sonda New Horizons e il suo flyby con Plutone e il suo satellite Caronte è una conquista scientifica e tecnologica di prim’ordine. In “solo” nove anni e mezzo, grazie alla “fiondata” gravitazionale di Giove, la sonda è riuscita a raggiungere l’ultimo e più lontano dei pianeti (sebbene declassato a “nano”) del nostro sistema solare, a una velocità di circa 15 km/s. Ad ogni modo P. è il più grande oggetto della Fascia di Kuiper assieme con Eris.

New Horizons è una sonda relativamente piccola, sembra un pianoforte a coda sormontato da una grande parabola radio (i segnali impiegano 4.5 ore ma il flusso è di appena circa 1-4 kbps). Non può essere alimentata da pannelli solari, data la distanza dal Sole (nel suo afelio Plutone riceve il 280% di luce in meno, la Terra solo un -5%; ad ogni modo P. riceve un millesimo della luce che investe la T.), ed è invece alimentata da un generatore termoelettrico a radioisotopi che sfrutta il decadimento del diossido di plutonio, e genera solo 200 watt di potenza che gli permettono di operare con i suoi sette strumenti, e con 12 watt per la trasmissione dei dati alla Terra.

Scopo di questo post non è certo quello di offrire dettagli tecnici sul viaggio e il flyby, dapprima con Giove e poi con Plutone, della sonda, peraltro diffusissimi in rete. E poi milioni di persone hanno seguito l’evento in televisione o su Internet, in attesa di ricevere le prime foto della mappatura. Vorrei invece svolgere una riflessione: in appena mezzo secolo da quando sono stati lanciati i primi satelliti spaziali, veicoli artificiali hanno visitato tutti i pianeti del sistema solare. Solo quest'anno, sonde spaziali hanno studiato Mercurio, Marte, gli asteroidi, una cometa e ora Plutone. Questi importanti risultati scientifici stanno in netto contrasto con le crisi sociali, economiche e politiche apparentemente irrisolvibili sul nostro pianeta.



Dovremmo dunque chiederci, sempre se non viviamo su un altro pianeta: com’è possibile che gli uomini hanno potuto raggiungere e fotografare gli oggetti più lontani nel nostro sistema solare, camminare sulla Luna e progettino un viaggio umano su Marte, e tuttavia la nostra società si dimostra di non essere in grado di fornire cibo sufficiente, alloggio e cure mediche decenti per l’insieme degli esseri umani sulla Terra?

C'è una risposta immediata: la missione di Plutone non è basata su principi di mercato. Non ci sono di mezzo gli azionisti, le banche, le Trojke, ecc.. Nessuno realizza profitti sulla trasmissione radio dei dati o sul sistema di propulsione, o sugli strumenti per la scansione delle lune di Plutone o per l’analisi della sua superficie. Nessuno ha emesso strumenti speculativi sul fallimento della missione, nessun farabutto di Wall Street ha avuto a che fare con questa missione.

La missione di N.H. dimostra il potere della scienza, e tuttavia il capitalismo, soprattutto in questo periodo in cui è giunto alla sua crisi generale, attacca in modo sistematico l'istruzione pubblica e attraverso i media promuove ogni forma di arretratezza ideologica e religiosa. La tecnologia moderna è in grado di produrre progressi sorprendenti come N.H., ma nella nostra società la scienza è perlopiù serva degli interessi delle multinazionali, dell'aristocrazia finanziaria e del militarismo.

L'intera missione New Horizons è costata 700 milioni di dollari, un costo inferiore a un singolo bombardiere stealth, e meno di quello che un tipico gerarca a capo di hedge fund si appropria in poco tempo. Il bilancio per l’attività spaziale di questo tipo è negli Stati Uniti inferiore a quello dedicato alle attività di carattere militare, dai satelliti spia ai sistemi di guerra “stellari”. E ciò vale anche per la Russia.

La missione New Horizons ha mobilitato centinaia di scienziati e tecnici che hanno dedicato gli ultimi dieci anni della loro vita, in alcuni casi molto di più, per la pianificazione, la preparazione e l'esecuzione della missione verso Plutone. Confrontiamo l’impegno di centinaia di migliaia di persone che si dedicano a questo tipo di attività o ad attività nei più svariati campi della ricerca, gente di talento e altamente qualificata, con quelle migliaia di addetti che vengono reclutati al servizio di hedge fund, banche d'investimento, agenzie di spionaggio come la NSA, e l'esercito. Uno spreco enorme e indecente di risorse umane e materiali.

E tuttavia, nonostante questo successo di New Horizons, il programma spaziale degli Stati Uniti riflette la crisi e il declino del capitalismo americano. Prima di N.H., una mezza dozzina di altre missioni Pluto sono state cancellate perché non offrivano un evidente interesse tecnico-militare. Lo stesso progetto N.H. è sottofinanziato, e ancora oggi la NASA (vedi budget) non può garantire le risorse necessarie per le missioni secondarie nella Fascia di Kuiper, e dopo questa missione nessun altro veicolo spaziale avrà questa opportunità per molti anni, se non per decenni. Nel frattempo, pare che il programma spaziale con equipaggio per Marte sia una burla, la stessa Stazione spaziale internazionale dipende da veicoli di lancio russi, ecc..


La scienza è uno sforzo collettivo internazionale. I successi del programma spaziale "americano" dipendono da generazioni di uomini e donne che l’hanno reso possibile con il lavoro scientifico, in tutti i paesi e in tutti i continenti. Pensiamo a che cosa sarà possibile realizzare in ogni campo e attività umana quando finalmente ci saremo liberati di un sistema economico che subordina gli interessi più autentici dell’umanità a quelli del profitto. Un sistema ormai privo della sua ragion d’essere storica e che ci sta portando, con i conflitti tra interessi imperialistici contrapposti, a rapidi passi verso le più immani catastrofi.

4 commenti:

  1. Un post pieno di speranza. E misurato orgoglio di appartenenza a una specie.

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    1. con qualche errore di battuta che ora ho cercato di correggere. ciao

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  2. ah, siamo dunque alla crisi generale del capitalismo ? Bene, non ci resta allora che aspettare qualche....mese ? Anno ? Secolo ?

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