Per
molti aspetti la California rimase terra quasi ignota per molti secoli dopo le
prime esplorazioni europee lungo le sue coste, tanto è vero che fu Thomas
Jefferson a commissionare la prima spedizione ufficiale dopo la costituzione
degli Stati Uniti d’America. Nel maggio del 1804, Meriwether Lewis e William
Clark, insieme al loro Corps of Discovery, partirono da St. Louis e diciotto
mesi più tardi raggiunsero l'Oceano Pacifico e si accamparono nei pressi della
città odierna di Astoria, Oregon. Gli Stati Uniti avevano meno di 29 anni e il
Canada non era ancora un paese. Si pensava che gli esploratori avrebbero
incontrato mammut lanosi.
La
California, cioè l’Alta California, divenne statunitense solo nel 1850, dopo
che nel 1847 gli Usa avevano invaso il Messico. Stessa sorte era toccata al Texas. Allora tale strategia
espansionistica si chiamava “Manifest destiny”. Poi si chiamò, di volta in volta, in altro modo.
*
Per
dire dei primi esploratori europei della regione che poi venne chiamata California
è necessario almeno un cenno sulle vicissitudini di Diego Barrera e della sua
nave nell’Oceano Pacifico, quindi sui superstiti di quell’incredibile
avventura, tralasciando quanto era accaduto a sua volta al povero Fortun
Ximenes. Quei superstiti avevano toccato per primi le coste della California e
ne avevano dato notizia allo spietatissimo Nuño Beltrán de Guzmán, allora
governatore della Nueva Galicia, uno degli unici due regni indipendenti del
Vicereame della Nuova Spagna (Messico). I naufraghi nel descrivere la
California ne avevano citato le sue ricchezze in oro e in perle. Guzmán tenne
la notizia per sé.
Non
solo la notizia e i naufraghi, tratenne anche la loro nave, che però
apparteneva a un certo Hernan Cortés, l’inventore del Messico, nel frattempo
divenuto marchese della Valle di Oaxaca. Cortés decise di vendicarsi del furto
della nave e a tal fine allestì una piccola flotta da inviare con provviste a
sostegno della sua marcia contro Guzmán. Il suo esercito non era composto da
veterani della conquista messicana, bensì da volontari ignari di quanto li
attendeva, tanto che 34 di loro portando perfino le proprie mogli. Siamo nel
1535, ossia tre lustri dopo la caduta dell’impero azteco.
Cortés
giunse con il grosso dell’esercito a Compostela, sede del governo di Guzmán. I
due acerrimi nemici era la prima volta che si trovavano di fronte uno
all’altro. Cortés aveva sconfinato nella giurisdizione di Guzmán, ma questi
dovette fare buon viso a cattivo gioco dato il rapporto di forze. Ciò che
importa è che poi Cortés arrivò con le tre navi nel porto di la Paz (Baja
California Sur) che battezzò Bahia di Santa Cruz. In buona sostanza fu il primo
esploratore della penisola della Bassa California e della Bassa California del
Sud, che costituiscono oggi le regioni di frontiera tra Messico e Stati Uniti.
Lo
scrivano Martin de Castro redasse l’atto corrispondente della presa di possesso
in nome di Carlo I di Spagna, ossia dell’imperatore del sacro romano impero
Carlo V, e ciò fu sufficiente perché quelle terre, come del resto tutte quelle
precedentemente scoperte, divenissero possedimenti spagnoli e i loro abitanti
sudditi della corona spagnola. L’ultima avventura di Cortés finì con un
disastro, con la morte per fame e malattia di molti di suoi uomini. Il viceré
gli scrisse una lettera in cui lo invitava a tornare, perciò nominò come
governatore delle nuove terre Francisco de Ulloa con viveri per dieci mesi e
partì.
Il
nome California fu tratto dalle Sergas de Espladián, un romanzo del XVI secolo
di Garcia Rodríguez de Montalvo, in cui si parla della regina Calafia che
governava un’isola paradisiaca chiamata California (Sergas significa “gesta”,
ed Espladián era il figlio di Amadis de Gaula, il grande eroe dei romanzi
cavallereschi). La scelta del nome viene comunemente attribuita a Cortés, ma
non appare in nessuno dei suoi documenti. Il primo a farne menzione fu infatti
Gomara, seguito da Bernal Diaz. Va precisato che non si riferiva a tutto il
territorio, ma solo a una baia.
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