Con le cosiddette primarie
s’intendeva selezionare i quadri e la dirigenza del Partito democratico. A
cominciare dal segretario del partito. A votare per i candidati ci può andare
chiunque, come dimostra quanto è avvenuto, da ultimo, anche per i candidati alle
regionali della Liguria. In pratica è come se alle riunioni di un condominio
avessero diritto di voto anche i condomini di altri stabili.
Alle ultime primarie per
l’elezione del segretario del partito ha vinto il sindaco di Firenze, il quale
s’è dimesso dalla carica cittadina per ricoprire quella di partito. Sennonché
come segretario del partito di maggioranza ha fatto cadere il governo in
carica a guida Pd, e ha
ottenuto a sua volta l’incarico dal presidente della repubblica di formare un
nuovo governo. Insomma, cose che si vedevano nella vecchia Democrazia
cristiana.
Renzi ha usato il discredito del
vecchio gruppo dirigente come arma, le primarie come mezzo, e il complotto come
base (*).
Il nuovo presidente del consiglio,
nonché segretario del partito, ha sottoscritto un accordo con il leader del
maggior partito di opposizione, vale a dire con un pregiudicato che sta
scontando la pena per frode fiscale. Trattandosi di un accordo privato avente
carattere di patto segreto, i suoi termini non sono noti nemmeno ai
parlamentari del partito democratico. L’unica cosa certa, non smentita dai due diretti
interessati né da altri esponenti dei partiti, è che tale do ut des ha per oggetto, da un lato le riforme istituzionali, la
politica economica del governo e altro ancora, e dall’altro vantaggi per il
condannato di cui tutta la stampa parla.
Non so in quale altro paese occidentale
ciò sarebbe considerato legale, e tuttavia in Italia – il paese della “non
sfiducia”, delle convergenze parallele, della “non vittoria” e altre amenità
levantine dello stesso genere – ciò è considerato normale e democratico. Del
resto, milioni di elettori alle prossime elezioni andranno a votare per
sostenere e rafforzare tale stato di cose o nell’illusoria fiducia di poterle
cambiare usando la matita del seggio. Un cammello è un cavallo disegnato da
questo tipo di gente.
(*) Complotto l’ha chiamato l’ex
segretario Bersani riferendosi a quanto accaduto nel 2013 per l’elezione del
presidente della repubblica.
Del resto, milioni di elettori alle prossime elezioni andranno a votare per sostenere e rafforzare tale stato di cose o nell’illusoria fiducia di poterle cambiare usando la matita del seggio. [..] "Cosí sono quanto mai disposti, nella generalità dei casi, alla credulità; nel dubbio e, molto piú spesso, nel contrasto del timore e della speranza essi non sanno decidersi e un minimo impulso li spinge all’una o all’altra soluzione, mentre sono pieni di baldanza e di superbia quando nutrono fiducia nel futuro." (Spinoza).
RispondiEliminaAd intervalli regolari di tempo va riproposto. Va sempre bene, è sempre di moda per tutte le situazioni, sacro e profano.
Condivido in pieno.... E' la solita vecchia commedia all'italiana: io do una cosa a te e tu dai una cosa a me. Tu mi dai una mano per far passare la legge elettorale e io ripropongo la norma che ti salva dalla frode fiscale e in più ci mettiamo d'accordo sul nome del prossimo presidente che magari la grazia te la da.....
RispondiEliminaSperiamo che la commedia sia un flop alle prossime urne, che l'astensionismo dilaghi e che i commedianti si ritrovino senza pubblico e col botteghino vuoto. Del resto più chiaro di così....
Olympe, c’è “grossa crisi”. In Europa si reagisce radicalizzando le scelte politiche: Front National(Francia), NPD(Germania), Finns(Finlandia), Partito del Popolo(Danimarca), Partito per la Libertà(Olanda), Jobbik(Ungheria), Partito della Libertà(Austria), Alba Dorata(Grecia), ma anche Syriza, Podemos, die Linke, e tanti movimenti.
RispondiEliminaE noi come reagiamo? Noi ci riteniamo i più Furbi; durante l’evoluzione abbiamo perso il pelo esterno che ci si è depositato sullo stomaco; siamo Levantini e Bizantini(vogliamo fottere il prossimo e, contemporaneamente, dimostrargli che non è vero, anche se, nell’intimo, sappiamo benissimo che “i cazzi cambiano, ma i culi son sempre gli stessi”. Reagiamo con i riflessi di Plavov.
Saluti
Non date mai via il culo a chi non lo sa apprezzare.
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