Quanto al capitalismo, vorremmo innanzitutto osservare che fu l’obbedienza
ai suoi principi a contribuire in così larga parte al fallimento dell’Inghilterra (*).
*
Che cosa accadrà nei prossimi mesi
in Grecia? Sappiamo tutti su quali modeste risorse poggi l’economia ellenica. Chi
ha finto di non saperlo per anni sono stati i tecnocrati di Bruxelles, le
multinazionali e banche europee, soprattutto quelle di lingua tedesca. Anche la
persona più ingenua capirebbe che la Grecia non può far fronte al suo debito, né
oggi e nemmeno dopo, così come non può reggere l’euro (ma quest’ultimo è un
aspetto meno urgente della questione, anche se sta in radice).
Anche la Finlandia s’è detta
disposta, tra gli altri, a riconsiderare la situazione del debito greco. Del
resto, che altro c’è da fare? Si apre dunque, di là delle dichiarazioni di
principio di una parte e dell’altra, una fase di trattativa. Ovvio che nessuna
delle parti può permettersi di perdere la faccia. Si tratta di non tirare
troppo la corda.
Se si dovesse arrivare ad un esito
soddisfacente nella trattativa, sarebbe un indubbio successo politico per l’attuale
governo ateniese che non mancherebbe di suonare la grancassa. E però ciò
aprirebbe pericolosi scenari su altri fronti europei. Una volta sbollita la
sbornia post elettorale, sarà dunque una partita giocata più tra le quinte che
sul proscenio, centellinare alle plebi ossicini da rosicchiare, dei grandi
titoli sui media, dibattiti infuocati.
E nel caso tali accordi non
approdassero a nulla di concreto? La borghesia greca non può permettersi colpi
di testa, non si aprirebbe la strada ad Alba dorata, come qualcuno paventa, ma
sarà trovata una soluzione meno estrema. Ad ogni modo si tratta di guadagnare
tempo, come del resto succede sempre in democrazia, perché in questa fase
storica solo il guadagno di tempo può salvaguardare gli interessi fondamentali
e l’autolimitazione garantire l’ordine sociale.
(*) In regard to capitalism, we observe first that it was obedience to its
principles that contributed so largely to England's failure (John F.
Kennedy, Why England Slept, versione
della tesi di laurea pubblicata nel 1940, Wilfred Funk, New York, p. 220).
"...perché in questa fase storica solo il guadagno di tempo può salvaguardare gli interessi fondamentali..."
RispondiEliminaÈ lo stesso pensiero che ho avuto pochi giorni fa all'annuncio scontato di Draghi.
Altri 19 mesi di bagni nell'oro per i soliti noti.
Intanto, le ossicina che ci rimangono da rosicchiare sono sempre più evidentemente le nostre.
E avanti.
Saluti, Olympe.