C’è quasi da rimpiangere d’essere
vissuti fino ad oggi per vedere lo sfacelo attuale. Trovo conferma quotidiana
di quanto siano pochi a fare dell’essere e non dell’avere la ragione propria
dell’esistenza. Di quanto sia grande la confusione sull’oggi e il fraintendimento
sul recente passato.
Ieri mattina scambiavo alcune
impressioni con una cassiera che conosco di vista e che lavora in un
supermercato. Le dissi che la vedevo stanca, esausta, provata. Mi raccontava
come da mesi sia sottoposta a turni e orari massacranti, di come le condizioni
di lavoro siano cambiate in pochi anni, di come ormai non esista domenica o
festività in cui non si debba lavorare.
Imitiamo sempre il peggio, e si
avverte un risentimento classista, di rivalsa, della borghesia italiana verso
il mondo del lavoro salariato. Si esalta la produttività tedesca, ma se in
Germania la domenica cerchi un negozio aperto ti guardano come un alieno, ti
dicono: caro italiano, la domenica stai a casa tua, con la famiglia.
No, il fascismo per com’è stato
non tornerà più. Penso tuttavia, con un senso di sgomento, che per certi
aspetti stiamo vivendo situazioni che ci faranno rimpiangere perfino quei cupi
frangenti storici. Come aver fiducia di quest’Italia politica, ma anche
culturale e sociale in genere? E dire che avevamo le condizioni più favorevoli,
dato il nostro patrimonio storico, civile, economico e di tradizioni, per
superare al meglio, o meno peggio di altri, questa infinita e logorante fase di
transizione. Invece abbiamo fatto in modo che prevalesse l’indifferenza, pari
solo all’incapacità, abbiamo dato retta a una classe dirigente, politica,
economica e intellettuale tra le più scadenti che si possano immaginare, una
classe dirigente ben contenta fosse allevata una generazione facilmente
manipolabile, dove prevale la futilità e la rassegnazione.
classe dirigente "ben contenta" deve essere quella fascista, menter generazione "facilmente manipolabile" dev'essere quell'iradiddio dei babyboomer capaci di depredare tutto a debito o tutto a evasione e votare di conseguenza. Di conseguenza la generazione successiva non è nemmeno pervenuta. (eccetto raccomandati).
RispondiEliminale classi dirigenti sono sempre ben contente di manipolare, per il resto siamo d'accordo
Eliminanon vanno confuse le varie classi. La classe dirigente nei sistemi democratici NON avanzati, non è la classe politica, né quella economica né quella intellettauel. Ma è, semmai, quella che NON parteciap, da cui il trionfo dell'indifferenza e sottosviluppo. Nei regimi NON democratici che si fingono democratici le questioni di classe degenerano sempre (e naturalemnte) in senso demografico e generazionale, quando i figli di papà, raccomandati cooptati eletti ecc, non riescono più a sfruttare quanto i propri padrini, allora inizia il riformismo risentito, sono i primi germi di resistenza, cosa ben diversa dall'antifascismo che in Italia, non dà segnali (a parte 'sto blog) Per ora nessun segnale che raggiunga le varie classi - mi pare - anzi, si tende ancora a confonderle.
RispondiEliminaCredo che sia dai tempi del Risorgimento almeno che il "patrimonio civile" sia stato incarnato da una troppo esigua minoranza. .
RispondiEliminaSaluti