mercoledì 14 gennaio 2015

Una classe dirigente ben contenta



C’è quasi da rimpiangere d’essere vissuti fino ad oggi per vedere lo sfacelo attuale. Trovo conferma quotidiana di quanto siano pochi a fare dell’essere e non dell’avere la ragione propria dell’esistenza. Di quanto sia grande la confusione sull’oggi e il fraintendimento sul recente passato.

Ieri mattina scambiavo alcune impressioni con una cassiera che conosco di vista e che lavora in un supermercato. Le dissi che la vedevo stanca, esausta, provata. Mi raccontava come da mesi sia sottoposta a turni e orari massacranti, di come le condizioni di lavoro siano cambiate in pochi anni, di come ormai non esista domenica o festività in cui non si debba lavorare.



Imitiamo sempre il peggio, e si avverte un risentimento classista, di rivalsa, della borghesia italiana verso il mondo del lavoro salariato. Si esalta la produttività tedesca, ma se in Germania la domenica cerchi un negozio aperto ti guardano come un alieno, ti dicono: caro italiano, la domenica stai a casa tua, con la famiglia.

No, il fascismo per com’è stato non tornerà più. Penso tuttavia, con un senso di sgomento, che per certi aspetti stiamo vivendo situazioni che ci faranno rimpiangere perfino quei cupi frangenti storici. Come aver fiducia di quest’Italia politica, ma anche culturale e sociale in genere? E dire che avevamo le condizioni più favorevoli, dato il nostro patrimonio storico, civile, economico e di tradizioni, per superare al meglio, o meno peggio di altri, questa infinita e logorante fase di transizione. Invece abbiamo fatto in modo che prevalesse l’indifferenza, pari solo all’incapacità, abbiamo dato retta a una classe dirigente, politica, economica e intellettuale tra le più scadenti che si possano immaginare, una classe dirigente ben contenta fosse allevata una generazione facilmente manipolabile, dove prevale la futilità e la rassegnazione.


4 commenti:

  1. classe dirigente "ben contenta" deve essere quella fascista, menter generazione "facilmente manipolabile" dev'essere quell'iradiddio dei babyboomer capaci di depredare tutto a debito o tutto a evasione e votare di conseguenza. Di conseguenza la generazione successiva non è nemmeno pervenuta. (eccetto raccomandati).

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    1. le classi dirigenti sono sempre ben contente di manipolare, per il resto siamo d'accordo

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  2. non vanno confuse le varie classi. La classe dirigente nei sistemi democratici NON avanzati, non è la classe politica, né quella economica né quella intellettauel. Ma è, semmai, quella che NON parteciap, da cui il trionfo dell'indifferenza e sottosviluppo. Nei regimi NON democratici che si fingono democratici le questioni di classe degenerano sempre (e naturalemnte) in senso demografico e generazionale, quando i figli di papà, raccomandati cooptati eletti ecc, non riescono più a sfruttare quanto i propri padrini, allora inizia il riformismo risentito, sono i primi germi di resistenza, cosa ben diversa dall'antifascismo che in Italia, non dà segnali (a parte 'sto blog) Per ora nessun segnale che raggiunga le varie classi - mi pare - anzi, si tende ancora a confonderle.

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  3. Credo che sia dai tempi del Risorgimento almeno che il "patrimonio civile" sia stato incarnato da una troppo esigua minoranza. .
    Saluti

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