L’Unicredit ha annunciato 8.500 licenziamenti dei quali 5.700 in Italia
entro il 2018. In Borsa hanno festeggiato, alla faccia delle migliaia di
funzionari e impiegati che perderanno il lavoro. Non hanno festeggiato solo in
Borsa, ma anche molti piccoli azionisti. Pongo un esempio: ho in portafoglio
una piccola quota di Unicredit ordinarie, diciamo 20mila euro. Ieri sera avevo,
grazie all’annuncio dei licenziamenti, guadagnato 1.200 euro (*). Quanto il
salario mensile di un operaio, più di quanto guadagna una commessa, ma molto
meno di quanto guadagna in un giorno Federico Ghizzoni, la cui banca ha
dichiarato contestualmente perdite per 14,5 miliardi. È il capitalismo, il
resto sono chiacchiere.
*
Chiacchiere come quelle che si fanno alla radio (o nei blog). Questa
mattina ho ascoltato per qualche minuto, mentre mi davano un passaggio verso il
mercato, radiotre. Al mercato non ho trovato pesce nostrano, dopo due giorni di
bora; quello foresto è meglio evitarlo e non solo perché molto caro. Dicevo che
ascoltavo una trasmissione radiofonica che consiste nella rassegna stampa cui
seguono domande e risposte tra il giornalista e gli ascoltatori. Uno di questi,
intervenendo in trasmissione, cita una famosa frase (bisogna che tutto cambi
perché tutto resti com’è) attribuendola a Sciascia. Giustamente il giornalista
gli fa osservare che la frase appartiene ad un altro scrittore siciliano. Il
tizio al telefono cerca allora di porre rimedio con una pezza peggiore del
buco, nel senso che si giustifica dicendo che lui ha solo la licenza di terza
media.
Sia chiaro, può capitare a tutti di attribuire una citazione – magari con
riserva – ad un autore invece che ad un altro, a un racalmutese invece che a un
palermitano. Non però quando si tratta di citazioni così celebri. E tuttavia questo
è lo stato dell’arte e soprassediamo. Ciò che invece colpisce nella giustificazione
dell’ascoltatore è che attribuisca la sua ragguardevole asineria al suo basso
livello di studi, come se leggere i classici della letteratura italiana fosse
appannaggio esclusivo di chi ha frequentato le “scuole alte”, magari con
indirizzo classico.
Sarebbe viepiù interessante un altro raffronto, ossia conoscere quanti
degli attuali parlamentari saprebbero indicare con esattezza il romanzo e
l’autore a cui allude la citazione (lasciamo poi perdere quale personaggio la
pronunci una prima volta e quale altro la faccia sua una seconda volta, che è pretesa
eccessiva per chi non ha partecipato e vinto alla Ruota della fortuna), ma
soprattutto sapere secondo gli onorevoli della camera quale sarebbe da
intendersi l’esegesi della frase in rapporto all’approvazione della nuova legge
elettorale (e la scomparsa, tra l’altro, a ogni cenno di conflitto d’interessi).
Ma queste, ripeto, sono solo chiacchiere da blog, ciò che invece conta
realmente è il capital gain. Prosit.
(*) L’esempio è di fantasia, ma controllando i dati, questa mattina potevo
ricomprare a 6.4 e ora – alle 11.21 – vendere a 6.46, con una variazione +0,7%.
Meglio portare a casa altri 140 euro per il pranzo.
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