giovedì 29 novembre 2012

La padella



Matteo Renzi è l’anti-Grillo perfetto, e il genovese lo sa. A vederli ieri sera, Pierluigi e Matteo, potevano offrire il sospetto che tra loro vi sia un tacito accordo: ognuno per la propria parte è proteso a catturare i suoi pesci, ma poi la padella in cui cuocerli è la stessa. Si tratta solo di un sospetto, ma la mia convinzione forte resta un’altra. L’analisi politica va fatta sugli interessi e non semplicemente sulle idee e i programmi dichiarati. La strategia, a mio avviso e come ho già scritto, resta quella di scompaginare il quadro politico perché dalle elezioni non esca un vincitore netto, in modo che nel gioco a comandare restino gli inossidabili interessi dominanti. Per la curatela, un Mario di turno si trova sempre. Come diceva quel tale? La verità è figlia del tempo. Non ci resta che aspettare.

4 commenti:

  1. Scusi la domanda O.T. Olympe.

    Che ne pensa del MPL il movimento popolare di liberazione di Pasquinelli, De Santi ecc.?
    Sto seguendo da tempo sia il movimento che le discussioni sul blog, ed in particolare le analisi di Pasquinelli le trovo davvero dirimenti.

    Mi piacerebbe sapere dunque da lei che reputo persona preparatissima, sia per quanto riguarda gli orientamenti e gli obiettivi del mpl, sia sulla composizione delle persone che lo costituiscono. E questo perchè, sono alla ricerca di un movimento o forza politica in cui impegnarmi, e dare il mio potenziale contributo.

    Saluti da F.G.

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    1. seguo saltuariamente ciò che scrivono nel blog e perciò non saprei dare, sinceramente, un giudizio sul movimento e tantomeno sulle singole persone.
      quando si è giovani è opportuno impegnarsi e fare delle esperienze politiche se non altro perché questo aiuta il confronto e a maturare. non mancheranno le delusioni, ma questo è inevitabile in ogni cosa, e non mancheranno nemmeno gli errori, purché questi non siano troppo gravi. ciao

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    2. Grazie Olympe.

      Saluti

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  2. "A vederli ieri sera, Pierluigi e Matteo, potevano offrire il sospetto che tra loro vi sia un tacito accordo: ognuno per la propria parte è proteso a catturare i suoi pesci, ma poi la padella in cui cuocerli è la stessa"
    A pensarci bene, c'è una qualche probabilità che le cose stiano proprio così.
    Questa tua osservazione mi ha fatto venire in mente un'intervista di molti anni fa, su una rete televisiva che non ricordo; l'intervistato era un gesuita molto colto, di orientamento progressista, pacifista, terzomondista, critico del capitalismo, ecc.; l'intervistatore tra l'altro gli domandò: "Ma cosa c'è in comune fra lei e il cardinale ... [non ricordo quale nome fece il giornalista, ma poteva trattarsi, per capirci, di un cardinale come Siri, o di un mons. Marcinkus...]? Come fate a ritrovarvi nella stessa chiesa?"
    E il padre gesuita, con un sorriso abbastanza eloquente, rispose all'incirca: "Guardi che apparentemente noi siamo forni diversi, ma in realtà sforniamo lo stesso tipo di pane".
    Immagine che equivale insomma al marciare divisi per puntare a un unico obiettivo; e forse istituzioni millenarie come la chiesa di Roma sanno da parecchio tempo che si tratta di una strategia che dà ottimi frutti; e anche nel PD in fondo in fondo lo sanno (non li immagino troppo ingenui).

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