Le COP, le grandi conferenze internazionali sul clima, assomigliano sempre più a un rituale che torna regolarmente alla ribalta e che dimentichiamo subito dopo. Si parla di un sacco di cose che riguardano il clima, parlano persone molto importanti, che sanno cosa fare e cosa non fare per salvare il pianeta.
Pertanto noi non dobbiamo preoccuparci né del cambiamento climatico né di altro: ci sono persone che si prendono cura di tutto affinché possiamo continuare a produrre e consumare, a goderci la nostra piccola vita. Naturalmente alcune persone non sono d’accordo. C’è chi vuole meno petrolio e chi ne vuole anche di più. Ma la democrazia è proprio questo: ognuno può dire quello che pensa e poi fare quello che vuole.
La domanda che ha agitato le menti alla COP28 di Dubai era come abbandonare i combustibili fossili che rappresentano il 75% delle emissioni di CO2 nel mondo. Pare sia stato raggiunto un accordo per la riduzione graduale (phase down) fino a zero emissioni da qui al 2050. Purtroppo per quella data avrò altri impegni e non potrò tenervi aggiornati sui risultati raggiunti.
Ci prendono per il culo. Chi vuole davvero allontanarsi dai combustibili fossili? Nessuno! Oggi più che mai si chiede petrolio, gas e carbone perché queste materie prime sono assolutamente essenziali allo “sviluppo” e per mantenere alti i profitti! Permettono di fare così tante cose che sarebbe stupido farne a meno, soprattutto perché domani non troveremo il modo di sostituirli.
Le centrali nucleari? Ma non scherziamo. I tedeschi senza gas e petrolio russi non sarebbero andati oltre la Kübelwagen, e gli italiani senza l’Eni andrebbero ancora pel tratturo antico al piano. La produzione di petrolio è aumentata costantemente anche in questo nostro secolo, solo il 2020 ha segnato un calo della produzione globale prima di ricominciare a salire alla grande nel 2021. Nessuno vuole consumarne di meno, e tutti vogliono aumentare produttività e PIL.
Tutti vogliono i combustibili fossili. Senza benzina i caccia israeliani non possono volare e bombardare Gaza. Gli abitanti di Gaza sognano di vedere arrivare camion cisterna pieni di diesel per far funzionare i loro generatori – almeno quelli ancora funzionanti – e ricaricare i loro smartphone. E che dire degli ucraini che si congelano le palle nelle loro case? Con cosa li riscalderà? E tutti quei bambini che aspettano di ricevere a Natale miliardi di giocattoli di plastica realizzati grazie al miracolo del petrolio. Vorresti privarli di tanta gioia? Quale pazzo vorrebbe mettere fine alla felicità che i combustibili fossili ci permettono?
Che cosa significa “transition away”? La COP richiede ai paesi di rendicontare in maniera trasparente le proprie emissioni e le proprie azioni, ma non obbliga nessuno a rispettare gli impegni presi. Come da aspettative i progressi di riduzione delle emissioni fin qui sono stati minimi. Ognuno poi è libero di coltivare le proprie illusioni.
Vorrei dare un’occhiata nelle valigie dei 70.000 (settantamila) delegati, giornalisti, lobbisti e comparse varie alla COP per vedere che cosa si stanno portando a casa. Neanche un gadget, un ninnolo, hanno resistito come asceti alle lusinghe dello shopping in un posto come l’Expo City di Dubai? Godiamoci tutto ciò che ci capita sottomano, automobili, aerei o navi da crociera, fino all’ultima goccia di petrolio.
Basta guardare la réclame, soprattutto durante le festività natalizie, che promuove una marea di prodotti la cui produzione richiede oceani di combustibili fossili, altro che eolico e fotovoltaico. “Divieto”, “riduzione” sono paroloni impronunciabili da parte dei politici e dei “cittadini-consumatori”. Un’orgia di petrolio, del quale gli Stati Uniti sono di gran lunga il primo produttore assoluto, per cui s’è disposti a scatenare guerre di ogni tipo, anche un conflitto mondiale.
L’oro nero ha ancora un futuro brillante davanti a sé, e i funzionari dell’OPEC almeno non fanno gli ipocriti assumendo pose di vergini spaventate davanti a divinità come il petrolio e il gas il cui consumo non è mai diminuito perché in realtà tutti ne chiediamo di più.
Il desiderio di uscire dal fossile, la necessità di rimanerci; cupio dissolvi che assillava anche Paolo Atomo di Tarso: "Sono messo alle strette infatti tra queste due cose: da una parte il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; d'altra parte, è più necessario per voi che io rimanga nella carne"
RispondiEliminaPietro
Mi si perdoni l'ignoranza, non sapevo che gli STATES sono il primo produttore di petrolio al mondo e fors'anche anche di gas e carbone, se ho capito bene.
RispondiEliminaSaluti!
In questo blog è possibile. 🙂 ciao
EliminaSperavo in qualche dato veramente.
EliminaNotte!