venerdì 8 dicembre 2023

Mucha a Firenze

 

A Firenze, presso il Museo degli Innocenti, è in corso una mostra dedicata ad Alphonse Mucha (1860-1939). Segue quella del 2016, più varia e corposa, allestita al Complesso del Vittoriano a Roma. Mucha è stato uno dei più importanti e celebrati artisti dell’Art Nouveau (da non confondere con l’Art déco). Memorie a cavallo tra Ottocento e Novecento, fantasmi di quella Belle Époque in cui chi aveva vinto la battaglia per l’esistenza se la spassava alla grande.

Piaccia o no, si tratta in ogni caso di arte e di un gusto per la decorazione ispirato a temi semplici e universali. Infatti, Mucha, in un’epoca di grandi e spesso assai discutibili cambiamenti nell’arte e nel gusto, credeva nell’arte come valore immutabile e universale. Scriveva che «L’arte non può essere nuova. L’idea di arte “moderna” come moda passeggera è offensiva».

Le opere pittoriche di maggiori dimensioni non sono presenti in mostra, ma sono visibili nei video, dove si può apprezzare il talento di Mucha come pittore. Si possono così vedere le grandi tele dell’Epopea slava (oggi presso il castello MoravskKrumlov), tra le quali L’incoronazione del bulgaro zar Simeon (1923), dipinto dedicato al sovrano del I Impero bulgaro, uno dei più potenti regnanti slavi dell’area balcanica nel X secolo.

Le immagini del dipinto mi hanno ricordato Barbara Tuchman (I Cannoni d’agosto, ora finalmente riedito da Neri Pozza), la sua indimenticabile descrizione dei funerali di Edoardo VII: «Dietro, venivano i due fratelli della regina Alessandra, re Federico di Danimarca e re Giorgio di Grecia; suo nipote re Haakon di Norvegia; e tre sovrani che presto avrebbero perduto il trono: Alfonso di Spagna, Manuel di Portogallo e, con in capo un turbante di seta, Ferdinando re di Bulgaria, che metteva in imbarazzo gli altri sovrani facendosi chiamare zar e che teneva in serbo un abito da imperatore bizantino completo di tutte le insegne, comperato da un fornitore di costumi teatrali per il giorno in cui avrebbe ricostituito, sotto il suo scettro, l’impero d’Oriente.»

Con lo stesso biglietto della mostra, si può visitare, nello stesso complesso monumentale progettato da Filippo Brunelleschi, il museo dedicato al primo orfanatrofio del mondo. Quindi la pinacoteca, dove, tra le altre opere, si può ammirare L’adorazione dei Magi di Domenico Ghirlandaio. L’ampio terrazzo offre una veduta dal lato della cupola della sinagoga fiorentina (in stile moresco, visitata l’anno scorso, non tenuta benissimo, merita un passaggio; viceversa le sinagoghe veneziane – sono cinque, dedicate ai vari riti – non sono facilmente visitabili). Nella stessa piazza del museo, l’imperdibile basilica dell’Annunziata (celebrazione messe permettendo).


Lirriverente Paul Gauguin

6 commenti:

  1. Ancora meglio, come affresco di un'epoca, The proud tower : a portrait of the world before the war : 1890-1914 / Barbara W. Tuchman
    (Inutile che faccia il saputello: ci sono arrivato per le tue indicazioni bibliografiche)

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  2. Ancora una volta molto preziose le sue dritte , dirette o di sponda.
    La sua citazione dell' Incoronazione dello zar bulgaro mi ha indotto a buttarmi su Wikipedia a leggere molte cose interessanti sulla storia della Bulgaria e dei Balcani di inizio millennio, cose che ignoravo totalmente.
    Lei mi insegna e mi stimola, la ringrazio.
    Utente 126

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