martedì 19 dicembre 2023

Pace

 

Le casette di legno dei mercatini di natale emanano i consueti odori di vin brulè alla cannella e vendono bombe caloriche agli obesi presenti e futuri. I bambini si precipitano sulla giostra dei cavallini di legno e i genitori con i cellulari immortalano la scena. Siamo convinti che i bambini adorino il natale. In realtà è durante questo periodo che imparano cos’è la vita reale, in particolare il tradimento, la frustrazione e la delusione. Valori sicuri per la loro vita futura di consumatori depressi.

A prima vista tutto sembra al suo posto, ma manca l’ospite d’onore. Erano ovunque, nei mercati e nei centri commerciali, quei luoghi dalle torbide luci al neon che trasudano il sacrosanto “spirito natalizio”. Ma quest’anno dove sono finiti quei maledetti Babbo Natale? Si può dire che quest’anno è toccato al vecchio signore barbuto essere licenziato, dopo che l’anno scorso era toccato agli elfi. Ai più piccoli servirà imparare la lezione.

Non venitemi a dire che non mi piacciono bambini. Li adoro, ma li preferisco quando sono in casa d’altri. Che cosa regalo a quei due piccoli stronzetti dei miei nipoti quest’anno? Negli anni ‘50 si preferiva regalare a natale il vero, il reale, poi negli anni ‘70 la bambolina mignotta che scoreggia alla minima scossa. Anche la scatola, prodotta in poche migliaia di esemplari, contenente diversi minerali come piombo, zinco, rutenio o addirittura polonio ... .

I responsabili del marketing pensano a tutto. Potrebbero lanciare l’idea di una giostrina per neonati composta esclusivamente da bombe e missili. Oppure, per i più grandicelli, una scatola da gioco dove trovare tutti i missili in dotazione all’esercito americano, israeliano o russo con un libretto esplicativo di 32 pagine che insegna la loro utilità in tempi di conflitto armato, cioè sempre. Ti annoia la guerra? Ma allora non ti va bene niente!

Fare acquisti a natale è una corsa al suicidio. La ricchezza dei nostri portafogli è inversamente proporzionale al quadrato della distanza che ci separa dal 25 dicembre. Tutti in attesa di quando arrivano i saldi, dopo le feste. Siamo dei masochisti, i commercianti lo sanno ed è inutile negarlo.

La sentiamo un po’ tutti questa gioia mista a fobia per il natale, soprattutto quando pensiamo al famoso pranzo, quello durante il quale un parente, dopo un sommesso rutto, si dichiarerà inevitabilmente ammaliato dalla leader fascista. E invece dovremmo amarli dei parenti così, dovremmo dire grazie. È grazie a loro se siamo pronti ad affrontare il mondo esterno e tutti gli idioti che ne fanno parte. Ti insegnano l’autocontrollo e la tolleranza.

A natale, si sa, è d’obbligo recitare un ruolo, indossare una maschera che piaccia a quelli con i quali passeremo la giornata. Natale è il momento perfetto per celebrare l’ipocrisia, che è alla base di tutta la commedia che chiamiamo società. È dura di questi tempi, non puoi più dire niente. Sui ministri e altri imbecilli per esempio non si può più scherzare. A quel parente stronzo e reazionario, vorrei dire, per fargli dispetto, che dovremmo accogliere tutti i migranti e che sono per il matrimonio gay.

Dai, apriamo i regali. Pace.

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