La COP28 a Dubai. C‘è qualcosa di più paradossale? Il paese degli eccessi e di ogni tipo di aberrazione ecologica: isole artificiali, tunnel-acquario, stazione di sport invernali indoor e altra roba di questo parco di divertimenti per decadenti idioti.
Ex villaggio di pescatori, la città è diventata il simbolo del lusso più folle del pianeta. È il luogo dove si punta a qualcosa di sempre più pazzesco. Più in alto, con il Burj Khalifa, una torre alta 828 metri, 163 piani e 57 ascensori. Più consumistico, con il Dubai Mall, “il più grande centro commerciale del mondo”: i suoi 1,1 milioni di metri quadrati di superficie necessitano di aria condizionata h 24. In questo tempio dell’abbondanza e dello spreco, dove 1.200 negozi espongono i loro fronzoli per gli ultra-ricchi, è stato aperto un gigantesco tunnel-acquario che permette ai turisti di credere di essere immersi in compagnia di decine di migliaia di specie marine. La costruzione delle isole artificiali Palm Islands (a forma di palme) e The World (circa 263 isole la cui disposizione ricorda un planisfero) ha richiesto il rastrellamento di centinaia di milioni di tonnellate di sabbia (non solo quella locale, Dubai non avrebbe potuto essere costruita senza la sabbia australiana), devastato i fondali marini e rovinarono le barriere coralline sotto le colate di cemento delle fondamenta.
Un’altra aberrazione ecologica di questo straordinario centro commerciale: la famosa “stazione di sport invernali” indoor, con pista da sci, slittino o bob. In questo universo artificiale sopravvive, lontano dalla natia Antartide, un gruppo di pinguini con i quali i visitatori possono vivere “un’esperienza unica” a Penguin Cove. (Se cuoi vivere “un’esperienza unica” vai a Gaza o a Bhopal). Per mantenere operative le attrazioni, ogni giorno vengono prodotte tonnellate di neve fresca. E affinché la temperatura interna oscilli costantemente tra i necessari -1 e -2°C, non si lesina sui kilowattora. Energia per l’82,5% prodotta dagli impianti a gas del Paese.
Nei ventotto anni di esistenza delle COP, quella iniziata ieri a Dubai sarebbe, secondo molti osservatori, “cruciale”. Ma cruciale per chi? Il presidente di questa farsa climatica non è altro che Sultan Ahmed Al Jaber, amministratore delegato della compagnia petrolifera degli Emirati. Stanno sperimentando il cloud seeding per far cadere la pioggia. Per Dubai il clima è come la gente: se non ti va, lo “dissolvi”. Come Jamal Khashoggi. Fine della discussione.
Il comunismo è la possibilità che la specie comprenda l'universo in cui vive e trovi un'armonia con la biosfera di cui fa parte.
RispondiEliminaGentile Madame
RispondiEliminaPotrebbe ricordarmi il titolo del suo post sulla emblematica vicenda dei Goti ai confini dell' impero romano ?
Un amico mi ha segnalato una lezione di Barbero su YouTube ( che devo ancora vedere ) ma ricordo un suo post sull' argomento assai documentato ed interessante.
Vorrei rileggerlo.
Grazie
Saluti
https://diciottobrumaio.blogspot.com/2016/08/imperium-sine-fine.html#more
Eliminahttps://diciottobrumaio.blogspot.com/2010/01/civilta-e-barbarie.html
https://diciottobrumaio.blogspot.com/2022/08/chissa-se-quelli.html#more
Kashoggi è stato eliminato dai sauditi, non dagli EAU.
RispondiEliminaSaluti
Massimo
Hai ragione, ma stesso condominio 😁
EliminaPerò Khashoggi è stato ucciso nel consolato dell'Arabia Saudita a Istanbul.
RispondiEliminaIo ho visto e ascoltato il discorso del nostro presidente del consiglio a Dubai. Non speravo che dicesse l'unica cosa ragionevole, ossia: basta rompere le palle col clima, specie in casa dei petrolieri. Ma questa cosa che alla conferenza del clima vai a dire che tu non vuoi la carne sintetica perché poi la mangerebbero i poveri, mentre i ricchi si farebbero una bella fiorentina, ecco: mi ha fatto vergognare.
RispondiEliminaNonostante gli incensamenti, resta una coatta. Il resto è Sahara
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